La ricostruzione nel Patto sviluppo. Fondi del cratere rischiano di servire all'intero Abruzzo

28 Febbraio 2012   13:05  

Il Patto per lo sviluppo dell’Abruzzo, che è tornato a riunirsi ieri a Pescara, alla presenza anche dei rappresentanti di Cna, Confesercenti e Confartigianato, rientrati dopo la protesta di inizio gennaio, incontrerà a breve i ministri Fabrizio Barca e Corrado Passera.

Incontri che, secondo la volontà del presidente Gianni Chiodi, dovrebbero servire, tra le altre cose, a inserire i temi della ricostruzione e dello sviluppo dell’Aquilano in quello più generale della crescita dell’Abruzzo.

Non solo, quindi, il commissario, che a giugno uscirà di scena, in questo modo rischia di rientrare dalla finestra continuando a gestire l'aspetto più importante, che è quello finanziario, ma addirittura si corre nuovamente il rischio che le risorse destinate al cratere, essendo gestite dal Patto, vengano spalmate all'intero Abruzzo.

Il primo impegno preso ieri da Chiiodi e dal suo vice, Alfredo Castiglione, è stato quello di buttare giù un elenco di questioni da affrontare prioritariamente con il governo, dall'utilizzo dei fondi strutturali della programmazione 2014-2020 all'estensione della dotazione economica alle aree di crisi oltre a quella della Valle Peligna, dalla riduzione dei costi della politica alla semplificazione della pubblica amministrazione.

"Il Patto è una grande occasione di crescita e di sviluppo che va avanti. Attraverso il Patto abbiamo l’occasione per intervenire sulle questioni strategiche della nostra regione, contribuire alla crescita e costruire un sistema effettivamente operativo sulle aree di intervento" ha commentato Chiodi.

Ma il Patto, ad oggi, non ha ancora un euro di finanziamenti. Così, il timore di molti, è che attribuirgli i temi della ricostruzione, possa far correre il rischio che le risorse destinate al cratere vengano utilizzate per affrontare la crisi economica dell'intera regione.


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