La settimana nel cratere

Puntata n. 168

25 Marzo 2010   16:32  

IN QUESTO NUMERO DEL MAGAZINE 99

CARTOLINE DALL'ALTRO CRATERE

I cittadini di Paganica, in particolare gli agricoltori, hanno presidiato la cava ex-Teges, per chiedere che anche le loro ragioni vengano ascoltate.

Chiedono prima di tutto che la cava non venga ampliata, perchè ciò divorerebbe altro prezioso terreno agricolo della bellissima valle del Vera.

''Mio padre – spiega un ragazzo - è emigrato in Australia per comperare questa terra, a tagliare le canne da zucchero. Io sono pronto a tutto per difenderla. éProvassero ad avvicinarsi con le ruspe...''

'' Agli agricoltori di Paganica sono stati espropriati – incalza un altro agricoltore – decine di ettari di terra fertilissima per fare il progetto C.A.S.E., e poi a molti paganichesi terremotati non gli hanno dato nemmeno un appartamento e dormono da parenti o anche nei garage.''

Si chiede poi che con le macerie di risulta, la cava venga riempita e finalmente risanata. Qualcuno propone che si realizzi un lago artificiale, utile anche per l'irrigazione. A garanzia del risanamento, si chiede dunque l'esproprio della cava, che consentirebbe tra l'altro un notevole risparmio di soldi pubblici.

I cittadini dicono infine un no molto risoluto all'idea di utilizzare la piana di Cesarano come sito di conferimento delle macerie, perché spiegano, lì si coltiva il grano, il famoso fagiolo bianco, i tartufi. ''E' il posto peggiore da utilizzare, perché da quella bellissima valle dipende il lavoro di molte famiglie. E' un paesaggio che fa da bigletto da visita per chi arriva a L'Aquila in autostrada''

''Sono anni – conclude un altro manifestante – che la piana di Paganica viene divorata pezzo dopo pezzo dal cemento. Ci hanno fatto una zona industriale dove più della metà dei capannoni oggi sono vuoti. Ora ci hanno messo il progetto C.A.S.E,. che qui lo chiamano Scampia. Ora basta, si devono mettere in testa che i terreni agricoli sono preziosi, perché il cemento non si mangia''.

Il signor Renzo è un terremotato. Ha una casa classificata E, nel centro di Paganica. Avrebbe dunque diritto ad un micro-appartamento del Progetto CASE, di cui ha fatto regolare richiesta.

Il signor Renzo però ha una grave colpa, come altre migliaia di terremotati: è un single, non ha i punteggi, e poiché le C.A.S.E. non bastano per tutti, come è noto dal maggio 2009, e non ci sono appartamenti della pezzatura giusta, dopo un anno è ancora uno sfollato in aspettativa. E non è detto che si troverà per lui una soluzione.

La Protezione civile, spiega Renzo, gli ha proposto un albergo troppo lontano dalla sua terra. E Renzo è un contadino. La terra è la sua vita e il suo lavoro. E da Paganica non è potuto andare via. Così educatamente e senza far polemiche ha rinunciato e ha scelto la costruzione dal basso, perché è un uomo del fare. Si è rimboccato le maniche e ha dunque ha accrocchiato una pittoresca baracca con materiali di risulta nel suo orto, e ci ha vissuto per mesi, senza chiedere niente a nessuno.

Poi alcuni volontari venuti dal nord, impietositi, gli hanno costruito di loro personale iniziativa una casetta di legno di pochi metri quadri, una stanzetta giusto per farlo dormire più comodo. La cucina invece è ancora nella baracca. L'acqua Renzo la prende da una fonte vicina. Non ha la luce e si arrangia con le candele. Una soluzione abitativa dunque a massimo risparmio energetico.

Il progetto CASE, lui lo vede all'orizzonte, spuntato da un giorno all'altro su terre fertilissime nel cuore della sua valle, terre espropriate a contadini come lui, senza le conoscenze giuste per evitare localizzazioni sfavorevoli.

Tutti dicono in paese che anche qui la terra della Curia è stata miracolosamente risparmiata, ed ora ha moltiplicato il suo valore, perché diventerà edificabile. La Curia fa poi man bassa di donazioni e soldi dei contribuenti italiani per realizzare nuove chiese di cartongesso, quando sono centinaia quelle che c'erano e andrebbero ristrutturate. E poi edifica anche un convento e una mensa su Piazza D'Armi, su un terreno che non è sua. Grazie l'intercessione d'imperio del devoto Bertolaso.

I Monsignor costruttori in compenso non si sono mai occupati in questi mesi di persone, e umili cristiani, come Renzo. Mai una parola chiara ed esplicita di solidarietà e denuncia. Un aiuto concreto.

Poco lontano dall'orto-casa si è inaugurato tra frizzi e lazzi delle autorità locali un campo da bocce. Fondamentale, prioritario, verrebbe da commentare. Altrove spuntano centri anziani dove gli anziani non ci andranno mai, perché da secoli il loro ritrovo è la piazzata del paese, o la panchina sotto la quercia, o la cantina di zio Antonio. Le grandi archi-star, con in testa il divino Renzo Piano, sono pronte a utilizzare milioni di euro di nostri soldi per auditorium prefabbricati e altri capolavori dell'architettura, che come qualcuno ha detto è ''l'arte di sprecare lo spazio''.

Il mastodontico e leggendario centro poli-funzionale, o meglio centro poli-inutile di Paganica, costato milioni di euro e un ettaro di terra fertile, dopo anni di abbandono, ora è diventato un rudere.

Giù a valle intanto si moltiplicano baite, prefabbricati in stile tirolese, container dove dopo tanto tribolare hanno ritrovato una nuova sede la banda del paese o l'associazione tal dei tali.

Renzo invece è solo una comparsa, e tanti altri come lui, in questa commedia edilizia all'italiana che sta diventando il post-terremoto aquilano. Una comparsa che i registi fanno di tutto per far scomparire dall'inquadratura.

CROLLI ED INCHIESTE

Si sono avvalsi stamane della facolta' di non rispondere ai magistrati due dei tre indagati nell'ambito del filone d'inchiesta sul crollo della palazzina di via Gabriele D'Annunzio sotto le cui macerie morirono tredici persone e due rimasero ferite. Si tratta di Fabrizio Cimino di 49 anni dell'Aquila, ingegnere progettista dei lavori di ristrutturazione eseguiti nel 2002 e Fernando Melaragno di 61 anni, originario della Provincia di Isernia, imprenditore ed esecutore dei lavori di restauro sempre nel 2002. Risulta al momento irreperibile il terzo indagato, Filippo Impicciatore di 71 anni, originario della Provincia di Chieti, trasferito da anni in Venezuela. L'anziano fu tra i realizzatori dell'edificio nel lontano 1961. I capi di imputazione sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni. Le lesioni sono contestate nell'avviso di garanzia in quanto ci sono due persone che sono rimaste ferite in seguito al crollo.Le indagini sono state portate avanti dai carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della procura mentre nell'indagine penale sul crollo del condominio di via D'Annunzio, dove lo scorso 6 aprile sono morte 13 persone, vengono citate anche altre tre persone decedute. Sono il direttore dei lavori, il progettista, e il titolare dell'impresa che ha fatto i lavori nel 1961. I provvedimenti sono stati notificati agli eredi ma pur contenendo le stesse accuse formulate nei confronti dei tre indagati del quarto filone della maxi inchiesta sul terremoto, gli atti sono finalizzati alla sola azione civile legata all'eventuale risarcimento danni che potrebbe essere dovuto ai familiari delle vittime e dei feriti. Il palazzo di via D'Annunzio, nei pressi della villa comunale, e' l'unico crollato su se stesso nella zona e questo insieme agli elementi emersi dalla perizia dei consulenti della Procura ha fatto propendere la procura stessa per la negligenza umana nell'iter realizzativo della struttura che pure era in cemento armato. La perizia parla di materiali scadenti usati per la realizzazione del fabbricato e di presunti errori progettuali.

Ieri è stata fissata alla data del 4 giugno l'udienza preliminare nei confronti delle sette persone finite sotto processo nell'ambito del filone d'inchiesta sul crollo della Facolta' di ingegneria di Roio, nel quale non si sono registrate vittime ma che secondo i pm Alfredo Rossini e Fabio Picuti poteva causare la morte di migliaia di studenti se il terremoto avesse manifestato la sua violenza durante le ore di lezione. Di qui il reato di cooperazione in disastro colposo contestato agli imputati. Contestati sono in particolere i ''progetti incompleti dove mancavano dettagli architettonici costruttivi relativi all'ancoraggio e all'appoggio delle coperture inclinate e il mancato controllo".
All'indomani poi dei sette avvis idi garanzia per il crollo del civico 79 di via xxsettembre, dove sono morte nove persone, due dei sette destinatari delgi avvisi dui garanzia, Armidio Frezza e Francesco Laurini, co-ammnistratori della ''Belvedere srl'', che ha realzzato parcheggi sotterranei che secondo l'accusa avrebbe contribuito a provocare il crollo, afferamno quanto segue: ''Ho sempre costruito nel rispetto delle leggi, l'edifico in questione ha avuto tutte le certifcazioni necessarie, anche quelle antisismiche, non capisco tutto questo astio da parte delle famiglie dello stabile finito sotto inchiesta'' ''E Laurini aggiuge: ''Ci sono perizie che attestano la regolarità dell'edificio sotto il profilo tecnico ed esecutivo''.
Infine il fronte di contrasto alle infiltrazioni mafiose: la prefettura dell'Aquila ha revocato nell'ultimo mese quattro certificati antimafia ad altrettante società, perchè in odore di camorra e Cosa nostra. Lavoravano nei acantieri aquilani in subapalto, per piccoli importi, comunque, di massimo 50mila euro.

LE MACERIE NEL TRITACARNE

Pia illusione che i drammatici problemi del post-terremoto aquilano fossero risparmiati dal tritacarne della campagna elettorale. Ad accendere le micce le dichiarazione del presidente Berlusconi: ''Macerie? Tutta colpa di Cialente e del consiglio comunale dell'Aquila - ha affermato ieri al telefono durante un comizio di Del Corvo - perché ci ha impedito di toglierle. E ancora, incalza il premier, '''la strumentalizzazione da parte dei giornali di sinistra sull'attività del popolo delle carriole è fin troppo evidente, hanno pubblicato foto delle carriole con due o tre mattoni sopra, gettano fango su Bertolaso'' .

Dura la risposta del sindaco Cialente ''Berlusconi mente, ho chiesto continuamente a Bertolaso di intervenire d'urgenza. Sono amareggiato - aggiunge - di dover trasmettere questa nota mentre il mio ufficio è occupato dai cittadini dei 1397 nuclei familiari ai quali fu promesso che avrebbero avuto una casa fra settembre e dicembre. Case mai costruite, ed è forse questo il motivo per cui il premier non è più tornato all'Aquila''.

E si scatena la guerra anche intorno ai poster elettorali. Come quello del Pdl che in provincia dell'Aquila immortala i terremotati umbri ancora nei container, e quelli aquilani già nel progetto C.A.S.E. La Giunta regionale dell'Umbria ha infatti inoltrato denuncia e la presidente Lorenzetti afferma: ''La ricostruzione qui è quasi ultimata, ed è stato un modello mondiale di efficienza, partecipazione e celerità''. Ribatte il coordinatore del Pdl provinciale aquilano Massimo Verrecchia. ''Non è vero basti citare Nocera Umbra e Giove, nella Valtopina, dove le persone sono ancora nei container''.

Ed interviene nel dibattito arcivescovo dell'Aquila Giuseppe Molinari che insinua: '' ''Vorrei capire se il popolo delle carriole sia fatto da tutti aquilani''. In attesa della replica del popolo delle carriole, si registra anche l'opinione, oltre gli schemi e gli schieramenti del vice-presidente del consiglio regionale, l'aquilano Giorgio De Matteis.

''A parte minimali strumentalizzazioni, è un fatto positivo, di partecipazione di volontà di ricostruire la città, a cui le istituzioni hanno dato una risposta''.

PER L'ECONOMIA DEL CRATERE

Una buona notizia per il cratere sismico e per le aree ricomprese dalla minsura dell'87.3C. Sono infatti in arrivo 11 milioni di euro di fondi POR-FESR. Beneficiarie saranno nuove piccole-medie aziende, avviate nel settore manifatturiero, artigianale, commericale, turistico e servizi. Ma anche nuovi insediamenti di aziende operanti in altri territori. Gli aiuti saranno mirati a contribuire, in varie percentuali all'acquisto o all'affitto della sede legale o operativa, all'acquisto di macchinari, servizi di consulenza, impianti  servizi, spese di gestione e investimento. Nella valutazione delle domande di finanziamento peserà molto il capitale iniale investito, e il numenro di nuovi posti di lavoro creati. Il bando scade il 15 giugno 2010. Tutti i dettagli potranno essere trovati nella sezione del sito della Regione Abruzzo dedicato ai fondi Por-FESR.  

Nel servizio intervista al presidente Gianni Chiodi e all'assessore regionale Alfredo Castiglione

FIORI TRA LE MACERIE

In tanti si sono ritrovati ai giardini del Castello cinquecentesco per ripulire gli spazi verdi, i vialetti e le aiuole, e piantare fiori.
Tante le famiglie con i bambini che hanno dato sfogo alla propria creatività colorando e disegnando.
La parola d'ordine dei partecipanti è "riprendersi la ittà", questo è anche un pò il filo conduttore che lega questa iniziativa a quella delle carriole.

PER CHI SUONA LA CAMPANA

Sono tornate a suonare le campane a Piazza Palazzo, le porte della chiesa delle anime sante si sono riaperte  un altro pezzettino di città, di indentità collettiva che torna a vivere.

Al nostro microfono le voci degli aquilani, alla vigilia della solenne messa celebrata dall'arcivescovo Giuseppe Molinari.

 

 


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