Un uomo di 40 anni di Teramo è sotto processo per maltrattamenti dopo aver costretto la moglie, al nono mese di gravidanza, a rimanere in mutande sul balcone nel mese di gennaio. L’accusa è aggravata dalla presenza di minori, poiché i fatti si sarebbero svolti davanti al figlio della coppia.
L’incidente è emerso durante il processo, dove una donna ha testimoniato di aver soccorso la vittima in strada. Secondo la testimonianza, il marito l'aveva brutalmente picchiata e chiusa fuori casa, costringendola a spogliarsi. Dopo qualche tempo, è stato il suocero a intervenire per farla rientrare in casa.
Il pm Silvia Scamurra, rappresentata in aula dal pm Monica Speca, ha descritto un quadro di violenze domestiche ricorrenti. In un’occasione, pochi giorni prima del parto, l’uomo avrebbe spintonato la moglie contro un armadietto e, dopo un litigio, l'avrebbe costretta a uscire sul balcone seminuda, picchiandola poi brutalmente al rientro.
L'accusa ha riportato anche altri episodi di violenza, inclusi colpi alla testa con un tubo dell’aspirapolvere e minacce pericolose con l'auto. La donna, rappresentata dall’avvocato Gianni Falconi, si è costituita parte civile. L'uomo è difeso dagli avvocati Caterina Lettieri e Maristella Urbini.