Lavoro, Cgil Abruzzo: la cassa integrazione torna a crescere, e le previsioni del futuro sono fosche

15 Maggio 2012   13:17  

Nel periodo gennaio-aprile di quest'anno le ore di cassa integrazione autorizzate dall'Inps in Abruzzo sono state 8.303.427. Lo afferma la Cgil regionale.

Un dato - osserva il sindacato - che segnala un notevole peggioramento rispetto al periodo gennaio-febbraio 2012, con le ore complessive di cassa integrazione aumentate da 3.647.357 a 8.303.427, con una crescita preoccupante della cassa integrazione ordinaria. Per quanto riguarda le singole province, sempre nel periodo gennaio-aprile 2012, all'Aquila si sono registrate 1.487.675 ore complessive di cassa integrazione (il 17,91% sul totale regionale), a Teramo 2.679.376 ore (32,26%), a Pescara 916.910 ore (11,04%), mentre nella provincia di Chieti si sono avute 3.220.476 ore (il 38,78% dell'intero Abruzzo).

I lavoratori interessati in questo periodo sono stati oltre 12mila (lavoratori con posizione a zero ore), ciascuno dei quali ha perso mediamente 2.600 euro di salario nei quattro mesi.

"D'altra parte - afferma Sandro Giovarruscio - non possiamo dimenticare che molti lavoratori interessati per lunghi periodi alla cassa integrazione in deroga subiscono una riduzione drastica dell'indennità: infatti alcuni di loro percepiscono addirittura un'indennita' pari a 480 euro mensili. A cio' si aggiunge il fatto che tra gennaio e marzo di quest'anno abbiamo perso oltre 2.000 posti di lavoro rispetto al trimestre precedente, tornando a un livello di occupati che in Abruzzo e' pari 507 mila unita' (rispetto ai 523 mila occupati nel periodo pre-crisi, anno 2008) e neppure possiamo sottovalutare le previsioni fosche di Unioncamere, che annuncia un secco -2% del Pil abruzzese e un'ulteriore perdita di 4.000 posti di lavoro nei prossimi mesi. Per quanto ci riguarda, quindi - e' sempre l'esponente della Cgil regionale - e' necessario e indifferibile attivare tutti gli investimenti possibili in questa regione, senza i quali la situazione diventera' drammatica dal punto di vista sociale ed economico. In questo contesto e' fondamentale far partire concretamente la ricostruzione pesante dell'Aquila e delle zone terremotate (anche perche' l'edilizia e' il settore in grado di determinare velocemente una forte occupazione diretta e nei settori collegati), incentivare le politiche creditizie a favore delle imprese e delle famiglie, potenziare i settori industriali innovativi e tecnologici, promuovere il turismo e le risorse ambientali, investire nei servizi e in particolare in quelli avanzati. 


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