Le Banche che se ne fregano del Decreto e degli aquilani

Intervista a Ettore Perrotti, giovani commercialisti

11 Settembre 2009   14:51  

L'articolo 5 del Decreto Abruzzo stabilisce quanto segue:

''...i termini di scadenza, ricadenti o decorrenti nel periodo che va dal 6 aprile 2009 al 31 luglio 2009, relativi a vaglia cambiari, a cambiali e ad ogni altro titolo di credito o atto avente forza esecutiva, sono sospesi per lo stesso periodo. La sospensione opera a favore dei debitori ed obbligati, anche in via di regresso o di garanzia, salva la facoltà’ degli stessi di rinunciarvi espressamente.''

Il termine del 31 luglio 2009 è stato poi prorogato al 31 dicembre 2009.con una ordinanza della Protezione civile, la numero 3797

La legge parla ( più o meno) chiaro: i cittadini terremotati non devono versare mutui e altri titoli di credito, pagare le bollette e cambiali, perché vige una sospensione.. A meno che non facciano richiesta di rinunciare a questa opportunità, o perché ad esempio la loro attività non è stata colpita dal sisma, o perché hanno disponibilità economiche per pagare il mutuo e preferiscono farlo perché i tassi di interesse sono bassi.

Carta canta., si direbbe, eppure si sono verificati numerosi casi in cui le banche hanno continuato a prelevare dai conti correnti le rate del mutuo, agli ignari clienti terremotati . Chi lo ha scoperto si è sentito dire che non erano state avvertite, che cioè spettava al cliente dire : 'ok non pago più il mutuo fino a dicembre''. Ma giustamente il terremotato, avendo avuto notizia del decreto di sospensione, non si è preoccupato di chiamare la banca. E la banca si è rimboccate le maniche e ha messo le mani nel conto del suo cliente.

Per approfondire il tema del rapporto tra banche e cittadini abbiamo intervistato il presidente dei giovani commercialisti Ettore Perrotti. che conferma: ''In alcuni casi le banche hanno negoziato titoli di credito è questo è stato un comportamento scorretto, perché il decreto prevede la sospensione''. Un comportamento scorretto che ha messo in difficoltà i clienti terremotati prosciugando talvolta i conti di ignari clienti, e le piccole medie aziende che poi, nonostante la drammatica situazione anche economica in cui il terremoto li ha fatti precipitare, sono stati costretti a eliminare i passivi del conto corrente, per evitare l'iscrizione alla Centrale rischi e dunque alla morte imprenditoriale.

E sui mutui va fatta chiarezza anche su altro aspetto, quello importantissimo degli interessi: ''I mutui sono stati sospesi – spiega il dottor Perrotti - poi dal primo gennaio 2010, se non ci saranno ulteriori proroghe, anche le rate arretrate andranno restituite. Ma il decreto non dice se ci andranno pagati gli interessi maturati in questi mesi di sospensione''.

Non è una questione da poco per un economia in ginocchio e famiglie che hanno perso tutto e hanno un mutuo acceso su una casa diventata in tantissimi casi un cumulo di macerie. Se toccherà pagare gli interessi sul mutuo sospeso, è lecito affermare che certe banche si stanno comportando peggio degli sciacalli.

Ripubblichiamo a tal proposito una lettera della signora Pina Lauria

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'' Ieri (25 agosto ndr) mi sono recata presso la mia banca ed ho chiesto notizie sulla sospensione della rata per un prestito ottenuto nel settembre del 2008, sospensione scaturita dalla disposizione contenuta nel decreto legge n. 39 del 28 aprile 2009, convertito nella legge n.77 del 24 giugno 2009. La mia richiesta derivava dalla necessità di avere spiegazioni in ordine all'ulteriore sospensione stabilita dal governo fino al 31 dicembre 2009, a seguito dell’ordinanza n. 3799 del 6 agosto 2009, articolo 2, comma 2. I funzionari della banca mi spiegavano che la sospensione dei pagamenti prevista dal citato decreto legge fino al 31 luglio comportava, per me, il pagamento di 473 euro di interessi e, se avessi deciso di usufruire della proroga della sospensione fino al 31 dicembre, l'ammontare totale degli interessi sarebbe stato di 1.200 euro circa. Avrei potuto evitare di pagare gli interessi solo versando in un’unica soluzione l’importo sospeso da aprile al 31 luglio! Ho dato disposizione alla banca di bloccare subito la sospensione, ma sarò costretta a pagare gli interessi fino al 31 luglio. Questi sono i fatti che dimostrano come quello che doveva essere un beneficio per le popolazioni colpite dal terremoto in realtà si è rivelato essere una grande truffa: la mia rata mensile ammonta a circa 480 euro e gli interessi calcolati su 4 mesi di sospensione ammontano a 473 euro perché, come mi hanno spiegato con molta “solerzia”, il calcolo degli interessi viene effettuato non sulle quattro rate sospese ma sull'intero residuo ancora da pagare. Mi chiedo: in quale ordinanza è scritto in maniera chiara che si trattava di una rinegoziazione del prestito e non di una semplice sospensione che, secondo quanto hanno inteso migliaia di cittadini, non produceva alcun effetto sui prestiti se non uno spostamento della scadenza delle rate? E poiché si è trattato di una rinegoziazione con calcolo di interessi, anche consistente, perché la sospensione è stata operata in maniera massiva ed automatica senza che il cliente fosse informato delle conseguenze e senza, in particolare, che sottoscrivesse un ulteriore contratto? Per quest’ultimo aspetto è mia ferma intenzione interessare di tutta la vicenda la competente Associazione dei Consumatori. Nessuno può continuare a giocare sulla pelle dei terremotati: se gli interessi sono da pagare, come sostiene la banca, se i clienti non sono stati avvertiti che la sospensione comportava il computo degli interessi, tra l’altro sull’intero residuo da pagare, se ieri la banca mi dice che avvertire i clienti nei giorni di aprile e maggio sarebbe stata impresa ardua data la situazione catastrofica della città, se tale sospensione, sempre come dice la banca, doveva essere operata a “prescindere”perché disposta da un decreto legge, perché quello che doveva essere un beneficio adesso si ritorce contro il cittadino terremotato? Se gli interessi sono dovuti, la banca deve chiederli a Berlusconi, a Bertolaso, a Tremonti, non certamente a me! Spero che prendiate in considerazione questa mia denuncia anche perché ritengo che sia estremamente importante che i cittadini si rendano conto del reale stato dei fatti e delle conseguenze che questo avrà sui loro conti in banca. E’ una ulteriore occasione per denunciare le bugie che vengono propagandate come la verità assoluta. Per i cittadini aquilani si è trattato di una grande truffa.''

Pina Lauria

 


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