Le Belve di Stone mordono e lasciano il segno

Recensione film

02 Novembre 2012   14:01  

Regia: Oliver Stone

Cast: Salma Hayek , Benicio Del Toro, John Travolta, Taylor Kitsch, Aaron Taylor-Johnson, Blake Lively

Genere: Thriller, Pulp

Durata: 130 minuti

Voto: 0000

Ben (Taylor Kitsch) e Chon (Aaron Taylor-Johnson) sono due ragazzi belli e spensierati che in breve sono diventati i produttori della marijuana migliore al mondo. Ad unirli, oltre gli affari, è una ragazza, Ophelia (Blake Lively), o, come lei preferisce essere chiamata, semplicemente O. Il manage a trois funziona perfettamente e i tre passano i loro giorni a fare sesso e fumare cannabis nella bellissima Laguna Beach. Tutto cambia quando il cartello della droga messicano comincia ad infastidirsi per il successo che i due stanno riscontrando e decide in prima instanza di tentare una collaborazione e successivamente, dato il rifiuto dei giovani, di rapire Ophelia e ottenere con la forza lo scopo prefissato.

 

Un cast azzeccato quello di Oliver Stone, che permette al romanzo di Don Winslow di prendere vita in maniera eccellente, emozionando lo spettatore per tutta la durata del film. Nei panni della “regina Helena” troviamo la splendida Salma Hayek, più che credibile nella sua interpretazione di capo dei trafficanti di droga di Mexican Baja: una perfetta Cleopatra (come suggerisce il look del personaggio) che della regina d'Egitto eredita determinazione e crudeltà, pur mantenedo un lato umano (maldestramente celato), che rappresenterà il suo tallone d'Achille.

 

Il braccio destro della regina è Lado, un grande Benicio del Toro, la cui interpretazione da sola vale gran parte del film. Al suo fianco il poliziotto doppiogiochista Dennis (John Travolta), la cui presenza centellinata nel corso della narrazione lascia l'acquolina in bocca nello spettatore che sperava, dopo tanto, di vedere tornare in vita il Vincent Vega di Pulp Fiction.

        

Di pulp in questo caso non è corretto parlare, non del tutto almeno: se c'è la presenza di scene forti tipiche di questo genere, all'interno del film non manca la tensione caratteristica del thriller e il sentimentalismo spicciolo da commedia rosa, quest'ultimo, forse, il punto debole del film di Stone. La relazione a tre, che è il motore dell'azione, non convince del tutto: le scene di sesso e le parole di O. , voce narrante della storia, non bastano a giustificare i sacrifici che Ben e Chon devono correre per rivedere la loro amata.

    

La scelta del cast poi, contribuisce a “insospettire” lo spettatore, che non riesce a identificarsi nei tre bellissimi ragazzi, che troverebbero una collocazione migliore su una passerella di alta moda  piuttosto che all'interno delle vicende narrate.

 

Ad alimentare questo clima di sospetto c'è la poi descrizione dei due giovani (uno crudele ex marine, l'altro “buddista”, pacifista e dallo spirito umanitario): ying e yang letterario piuttosto banale e tutt'altro che convincente; così come la citazione implicita nella scelta del nome della protagonista femminile che, come l'Ophelia Shakesperiana, non è che una vittima degli eventi e non può fare nulla per uscire dalla situazione in cui si è cacciata.

Nonostante ciò Le Belve resta certamente un film riuscito, in cui pathos e emozioni forti non mancano, così come scene spettacolari e un'ottima fotografia. Da vedere assolutamente.

di Maria Rita Graziani


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