Le Mani Della Mafia Su Appalti e Trasporti: Blitz Tra Palermo e Agrigento, 13 Arresti

Nell'operazione "Icaro" fermati 'capi' e 'picciotti'

02 Dicembre 2015   13:14  

Le mani della mafia sugli appalti e sui servizi, ma, soprattutto, la scoperta che il legame tra le famiglie di Palermo e quelle di Agrigento non e' mai venuto meno.

E' quanto emerge dalle indagini che hanno portato al blitz di oggi contro le organizzazioni che tentavano di controllare e condizionare una serie di opere edili tra cui quelle per la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle in via di realizzazione e le attivita' di ristrutturazione di alloggi popolari, con interessi anche per i trasporti da e per l'isola di Lampedusa.

Ricostruita la mappa delle estorsioni alle imprese.

L'operazione "Icaro" ha colpito vertici e fiancheggiatori delle cosche di Agrigento e Porto Empedocle.

Le indagini, svolte dalle Squadre Mobili di Palermo e Agrigento, hanno peraltro confermato come non si sia mai spezzato lo storico vincolo tra i clan palermitani e agrigentini.

Tredici gli arrestati: esponenti di vertice e gregari dell dei clan di Agrigento e Porto Empedocle, accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, illegale detenzione di armi, detenzione di sostanze stupefacenti.

Documentati summit nelle campagne agrigentine, tra ruderi e appezzamenti di terreno tra Cosa nostra palermitana e agrigentina.

Oltre alla supremazia dei due "capifamiglia", Antonio Iacono e Francesco Messina, sono emersi i ruoli di spicco di numerosi gregari con compiti di fiducia tra i quali quello di organizzare incontri con esponenti mafiosi di altre famiglie locali, ma anche 'emissari' di minacce mafiose per estorcere il pizzo a numerose imprese locali del settore del calcestruzzo.


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