Le case popolari danneggiate dal sisma ignorate dalla politica

3000 gli alloggi in città. Ancora nessun intervento

05 Settembre 2009   13:15  

"L'Ater e il Comune dell'Aquila avrebbero già dovuto rendere agibili e abitabili i circa 2.176 alloggi pubblici con esito A e dichiarati agibili dalla Protezione Civile così come avrebbero già dovuto iniziare la realizzazione dei necessari interventi di ricostruzione o di riparazione degli immobili di loro proprietà risultati con esito B e C dei quali 624 dichiarati “temporaneamente inagibili”, ma resi agibili con provvedimento di pronto intervento e 156 dichiarati “parzialmente inagibili”. Solo così gli inquilini e gli assegnatari potrebbero e potranno rientrare nelle loro abitazioni nei tempi e con le modalità stabilite dalla stessa Protezione Civile". È l'ennesimo e inascoltato grido d'allarme lanciato da Pio Rapagnà, coordinatore del Movimento inquilini e assegnatari "Mia casa d'Abruzzo".

"In tale contesto - prosegue Rapagnà - il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, in qualità di Commissario delegato, non avrebbe dovuto perdere nemmeno un minuto, sia prima che dopo la emissione della Ordinanza di ferragosto sulla Edilizia Residenziale Pubblica, la quale ha reso noto che c'erano già a maggio e ci sono a disposizione oggi 150 milioni di euro.
In questi anni, troppi funzionari pubblici e responsabili di enti strumentali regionali sono stati distratti e smemorati rispetto alla prevenzione del rischio sismico ed alle opere di messa in sicurezza degli edifici pubblici e degli alloggi popolari i quali, per questo, erano stati censiti e verificati sin dal 1999 ma senza che provvedimenti concreti e necessari interventi di consolidamento venissero assunti dalla Protezione Civile, dalla Regione, dalle Province, dai Comuni e dalle ATER chiamati in causa.

Uno specifico studio sullo stato di sicurezza antisismica di buona parte dei 23.850 alloggi pubblici della Regione Abruzzo è stato effettuato, rivisto e ampliato dalle Società Collabora Engineering e Abruzzo Engineering e trasmesso agli Assessorati regionali ai Lavori Pubblici, alla Politica della Casa e alla Protezione Civile accompagnato da un dettagliato elenco di sopralluoghi e certificazioni con rispettive schede tecnico-anagrafiche per ogni singolo alloggio e annotati i lavori da eseguire con le spese da affrontare.

Mentre - scrive ancora Rapagnà - uno specifico Convegno su “La sicurezza sismica dell'edilizia residenziale pubblica” promosso dalla Federcasa Nazionale, in collaborazione con l'ARET Abruzzo - e svoltosi a Pescara il 14-15 luglio 2003 – pur avendo prodotto documenti, testimonianze ed esempi di ricostruzione post-terremoto di grandissima valenza scientifica ed importanza pratica, in Abruzzo non ha avuto alcuna conseguenza operativa. La disponibilità dei dati elaborati da Abruzzo Engineering potrebbe consentire al Presidente della Regione Abruzzo ed al Consiglio Regionale di legiferare e intervenire in modo puntuale per realizzare una seria ricostruzione degli alloggi danneggiati dal terremoto del 6 aprile e lanciare una efficace e concreta Campagna Casa sicura, in cui comprendere anche le problematiche del risanamento dall'amianto e dell'adeguamento degli impianti in tutti gli alloggi Ater e dei Comuni abruzzesi.

Adesso - conclude Pio Rapagnà - è arrivato il tempo che ognuno si assuma le proprie responsabilità poiché è necessario recuperare un enorme e ingiustificabile ritardo”.

Nella foto ciò che rimane di un condominio di case popolari lungo via XX Settembre.

 


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