Le pagelle alle canzoni di Sanremo '09 di Repubblica.it

Diario di un critico

06 Febbraio 2009   10:33  

 

Ecco le pagelle alle canzoni di Sanremo '09 di Repubblica.it:

L'opportunità
Pupo/Belli/Youssou N 'Dour
Tante mani e tante voci per un pezzo che non brilla certo per
originalità. Il tema dell'accoglienza è trattato con didascalica
ovvietà. Ma almeno qualcuno ne parla, e poi la voce di Youssou N 'Dour è
un lusso magnifico, sarà come un fiore nel deserto, potente e immaginifico
Voto: 6--

Una piccola parte di te
Fausto Leali
Teneramente, ma con i muscoli vocali di sempre, Leali canta del rapporto
tra padre e figlio. Melodia tradizionale, testo decisamente ovvio,
classico ritornello di cuore con l'orchestra a vele spiegate. Quasi da
buttare se non fosse per la voce da vecchio leone
Voto: 4

Più sole
Nicolai/Di Battista
Un po' di sana gioia musicale. Il testo di Jovanotti, la voce della
Nicolai, il travolgente sax di Di Battista portano al festival una
insperata aria di solare positività. È un pezzo da cantare. Mette di
buonumore, fa muovere il bacino, una pausa deliziosa tra tanti modesti
melodrammi d'amore
Voto: 7

Ti voglio senza amore
Iva Zanicchi
Sembrerebbe audace cantare di un sesso senza amore. E per di più in età
matura. Ma di queste cose si cantava già decenni fa. Solo al festival
pare che non se ne accorgano. La signora ci riprova, ma cosa può darle
un ennesimo festival?
Voto: 3

Il bosco delle fragole
Tricarico
Stralunato come Alice nel paese della meraviglie, torna sul luogo del
delitto con una filastrocca demenziale, ma a suo modo arguta, almeno per
chi benevolmente vorrà ascoltarla senza pregiudizi. E noi siamo tra questi.
Voto: 7

Biancaneve
Alexia/Mario Lavezzi
Un brano piuttosto scialbo che non rende giustizia all'esperienza e al
talento di Mario Lavezzi. La ballad scorre liscia, decisamente innocua,
e rivela un'Alexia più morbida ed elegante del solito. Ma nulla di più.
E nell'arena festivaliera era lecito attendersi qualcosa di più
dall'insolita coppia
Voto: 4

L'Italia
Marco Masini
Che tempi i nostri, se per una denuncia del genere bisogna aspettare
Masini. Da buon toscano, non nuovo a spunti disperati e turpiloqueschi,
se la prende con il paese. Il compito è arduo e gli manca il carisma
della grande canzone d'autore, ma gli va dato atto di averci provato
Voto: 5,5

Luca era gay
Povia
Che infelicità essere gay. Di cosa parla oramai lo sanno tutti. Ma noi
l'abbiamo anche ascoltata e il problema è che si tratta di un pezzo
davvero brutto. Il rap non si addice a Povia. E neanche la canzone a
tesi. Troppa foga di dimostrare qualcosa di cui non si sentiva il bisogno
Voto: 1

Il mio amore unico
Dolcenera
Arruffata e ruvida, spinge sull'acceleratore come se bastasse la voce da
pantera per diventare rock. Ma il pezzo proprio non c'è, e se è vero che
il nome d'arte è ispirato alla omonima canzone di De André, allora
dovrebbe studiare meglio le sue fonti di ispirazione
Voto: 4

Il paese è reale
Afterhours
Sembreranno da tutti i punti di vista i "marziani a Sanremo". È il fiore
all'occhiello del festival, un bellissimo pezzo rock, in cui si
intravede non solo la struggente rabbia del "paese reale" di fronte alla
desolazione, ma anche un segno di genuina ispirazione musicale
Voto: 8

E io verrò un giorno là
Patty Pravo
La classe straborda. L'unica vera diva ancora in circolazione ha tirato
fuori il pezzo da un autore debuttante, Andrea Cutri, e lo canta come
fosse un pezzo di Leo Ferrè. C'è tutto: attesa, crescendo, ritornello di
accettabile retorica e gran finale. Cosa volere di più?
Voto: 7

Uomo senza età
Francesco Renga
Sorprendente. Sembra tornato per vincere, con una canzone di puro bel
canto, lirica e quasi tenorile. Dimostra qualità vocali non comuni e
grazie a una magistrale interpretazione, riscatta la rischiosa e
obsoleta classicità della canzone. Le giurie andranno in visibilio
Voto: 6

Vivi per un miracolo

Gemelli Diversi
Battagliano, picchiano, sparlano del paese e di tutti i suoi mali, lo
fanno con la giusta cattiveria, dei veri duri che non mediano, con
piglio da giovani tribuni, anche se disgraziatamente seguono tutti i
cliché in cui può cadere inesorabilmente il rap
Voto: 6--

La forza mia
Marco Carta
Incredibile come si possa annullare qualsiasi senso di necessarietà in
una canzone popolare. Il beniamino di Amici non esce dal solco delle
canzoncine urlate a uso e consumo di giovani fan senza troppe pretese.
Vorrebbe essere Ramazzotti, ma per ora è solo Marco Carta.
Voto: 3

L'amore è sempre amore
Al Bano
Ci pensa Al Bano a ricordare che almeno "l'amore è sempre l'amore". Ma
attenzione, il pezzo l'hanno scritto Morra e Maurizio Fabrizio, e quel
pizzico di qualità in più costringe l'eroe dell'ugola ad abbassare i
toni. Con guadagno di tutti
Voto: 4

Non riesco a farti innamorare
Sal Da Vinci
Tipica dalessiata, che ormai sembra una tassa immancabile al festival. Da Vinci, che è un buon interprete di canzoni napoletane, scolora la sua attitudine di un pezzo eccessivamente targato dal suo mentore e di scarso spessore. In una parola. inutile
Voto: 2

 

 

 fonte: www.repubblica.it


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