Le parole delle autorità al Papa

28 Aprile 2009   13:29  

"Santo Padre le chiediamo di pregare insieme a noi oggi soprattutto perche' la nostra citta' possa risorgere da queste macerie del terremoto. La ricostruzione dell'Aquila ci sara' subito o purtroppo non ci sara' piu'. E sarebbe la nostra morte, piu' brutta di quella gia' tanto tragica causata dal terremoto". Lo ha chiesto l'arcivescovo dell'Aquila Giuseppe Molinari nel suo saluto al Papa nella Caserma di Coppito, auspicando che "la solidarieta' delle istituzioni continui nel tempo e le promesse vengano mantenute, senza cedere alla piu' piccola forma di ostruzionismo: ogni ostacolo alla rinascita del mondo del lavoro alla costruzione delle nuove case, alal rinascita dell'Universita' sarebbe un delitto infame che gli aquilani non perdoneranno mai". "Il suo sostare in mezzo alle nostre ferite e al nostro dolore - ha aggiunto il presule - sia un passaggio beendetto dal Signore, e del quale il Signore si serve per portare conforto, speranza e aiuto".

"A lei, Padre Santo chiediamo di continuare ad essere con noi, vicino a noi, col suo pensiero, con le sue preghiere. L'Abruzzo, terra di Celestino, di santi e di tanti onesti stabilizzi e ci consenta di risorgere come popolo e come lavoratori". Lo ha detto il presiente della Regione Giannni Chiodi nel suo messaggio di saluto al Papa. "E' un grande onore per me e per il popolo abruzzese poterle dire un grande Grazie - ha aggiunto Chiodi - che scaturisce dal piu' profondo del cuore. La Sua visita - anzi, come piace anche a noi ripetere 'il suo pellegrinaggio' - trasforma questo giorno in una giornata speciale per gli abruzzesi e per tutti coloro che in questa tragica circostanza si sono sentiti tutti un po' aquilani. Vorrei ringraziarLa Santita' per la sensibilità dimostrata e per le preghiere che ha unito a quelle di tanta gente colpita negli affetti piu' cari e alle nostre. Grazie, Santita', grazie davvero. Santita' - detto ancora Chiodi - ha voluto visitare 'in pellegrinaggio' le nostre rovine, per essere vicino al nostro dolore. E noi, da popolo fiero quale siamo, siamo pronti a stringerci intorno a lei per consegnarle le nostre intenzioni e la nostra disponibilita' istituzionale nello stile che la Protezione civile, il Governo e tutte le istituzioni e i volontari hanno dimostrato sin dai primi istanti della tragedia. Vogliamo, Santita', ripartire dal ricomporre le nostre famiglie, ridare serenita' ai nostri figli. Come classe politica, che qui rappresento, siamo costretti a fare fronte comune. Al di la' del colore e delle ideologie di partito, ci impegniamo davanti a Lei, Santita', e davanti agli abruzzesi che ci ascoltano per il bene comune del nostro territorio, come gia' stiamo cercando di fare". Chiodi ha poi afermao che "da una parte faremo quanto possibile e ci compete, dall'altra ci aiuti Santita', anche tramite i suoi rappresentati diocesani che saluto, a credere sempre in Dio, ad affidarci a lui, ringraziandolo per quello che ci ha lasciato e per tutto cio' ci aiutera' a ricostruire. Ricostruiremo la citta' dell'Aquila con le case, ma anche i negozi e le Chiese. Ricostruiremo i paesi con i loro centri storici. Ma soprattutto ci aiuti, Santita', anche da lontano a ricostruire i nostri valori, i nostri principi, le nostre tradizioni. Il nostro compito di politici non sara' facile. Rimettere in piedi gli edifici sara' gia' di per se' una operazione complessa. Piu' difficoltoso sara' far ripartire la voglia di vivere e la speranza, il tessuto socio economico e il tessuto morale, far risorgere il concetto di lavoro al servizio dell'uomo, la voglia di intraprendere affrontando di nuovo i rischi, liberando la creativita' del popolo aquilano e abruzzese. Grazie Santita' - ha detto infine Chiodi - a nome di tutti gli abruzzesi".

(AGI)


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