Le recensioni di A Christmas Carol e Il mio amico Eric

Le recensioni dei film

14 Dicembre 2009   17:13  

A Christmas Carol

Regia: Robert Zemeckis
Cast: Jim Carrey, Robin Wright Penn, Gary Oldman, Colin Firth, Cary Elwes, Daryl Sabara, Bob Hoskins, Sammi Hanratty, Sonje Fortag, Fay Masterson, Raymond Ochoa, Tarah Paige, Ryan Ochoa, Molly C. Quinn, Kelly Connolly, Jacquie Barnbrook, Beckie King, Ron Bottitta, Lesley Manville, Steve Valentine
Genere: Fantastico
Durata: 90 minuti
Voto: OOO


Il vecchio e avaro strozzino Ebenezer Scrooge non ha alcuna intenzione di condividere le gioie del Natale. Né con il nipote Fred né con il suo dipendente Bob, che riceve uno stipendio da fame e ha una famiglia numerosa, né tantomeno con chi gli chiede sottoscrizioni in favore dei più diseredati. Per lui il Natale è solo un giorno in cui deve pagare Bob che resterà però a casa. La notte della vigilia compare, terrorizzandolo, il fantasma del suo socio in affari Marley, morto sette anni prima, il quale gli annuncia l'arrivo di tre Spiriti. Uno gli mostrerà i suoi Natali passati, uno quello presente e l'ultimo quello futuro in cui lui sarà morto e nessuno avrà un buon ricordo della sua esistenza. La lezione gli servirà.
La novella di Dickens ha, da sempre, un ottimo rapporto con il grande schermo. La storia del cinema è piena di versioni in bianco e nero e non di questo autentico capolavoro della letteratura mondiale. Ebenezer Scrooge è diventato, negli anni, uno dei personaggi più noti al grande pubblico. In fondo, rappresenta la parte gretta di ognuno di noi, quella che tutti cercano di tenere nascosta, soprattutto quando si accendono le prime luminarie e si tirano fuori da scatoloni impolverati gli addobbi natalizi. Il protagonista di questa favola ha l'anima piena di pulviscolo, dovuto all'egoismo, tipico dell'essere umano odierno, e solo il pensiero della morte potrà riportarlo sulla retta via. 'Beato l'uomo che sa cotare i suoi giorni', recitava un vecchio adagio, ed allora il nostro eroe, grazie all'aiuto di tre spiriti (vagamente evangelici), riesce a capire il vero senso della vita, quello di donarsi completamente agli altri. Chiunque abbia portato sullo schermo il Canto di Natale non è riuscito a scappare alla mielosità che lo pervade. Un eccesso di zucchero giustificato, però, dal grande merito di quest'opera: il saper trasmettere il vero senso di una festa, caduta ormai nelle logiche commerciali babbo natalizie.
Robert Zemeckis non è nella forma straordinaria dei fasti della sua carriera, lo dimostrano gli eccessivi virtuosismi e la noia, regnante sovrana nella prima ora di pellicola. Si riprende nel finale, quando anche il grande pubblico si risveglia dal torpore grazie a qualche scena pseudo - horror e una decisa accellerata verso il sentimentalismo di chiusura. Ottima, bisogna dire la verità, la panoramica iniziale sulla città vista dall'alto ma, come dicevo prima, tutte queste acrobazie visive risultano, alla lunga, più esercizi di stile che altro.
Jim Carrey, dal canto suo, gigioneggia come di consueto sdoppiandosi in una marea di maschere, non tutte perfettamente riuscite. Nessuno ha più dubbi su quanto sia bravo, ma ora gli si chiede di tornare all'umiltà degli esordi, quando si 'accontentava' di interpretare un personaggio alla volta. Il cast di contorno è solo un ninnolo (per riamnere in tema natalizio). L'abete è maestoso, ma quando le luci sono troppo forti rischiano di abbagliare e basta. Pomposo.

Il mio amico Eric

Regia: Ken Loach
Cast:  Eric Cantona, Steve Evets, John Henshaw, Stephanie Bishop, Lucy-Jo Hudson, Gerard Kearns, Stefan Gumbs, Justin Moorhouse, Des Sharples, Greg Cook, Mick Ferry, Smug Roberts, Cole Williams, Dylan Williams, Matthew McNulty, Laura Ainsworth, Max Beesley, Kelly Bowland, Julie Brown
Genere: Commedia
Durata: 116 minuti
Voto: OOO

La vita di Eric, il postino, sta andando a rotoli. La famiglia caotica, i guai con i figli e la betoniera in giardino non aiutano, certo, ma a tormentare Eric è soprattutto un segreto che si porta dentro da trent’anni. Riuscirà ad affrontare Lily, la donna che ha amato e abbandonato da ragazzo? Nonostante l’entusiastico e a volte strampalato sostegno dei suoi amici e compagni di fede calcistica, Eric continua ad affondare. Nei momenti di disperazione, ci vogliono uno spinello e un amico speciale per convincere un postino in crisi a intraprendere il difficile viaggio nel territorio più insidioso: il passato.
Eric fa il postino, ma è stato un grande ballerino dotato di incredibile talento. La sua agilità con i piedi avrebbe potuto portarlo molto in alto nella vita, ma il cervello un pò pazzo lo ha sempre limitato. La sua esperienza di vita è molto simile a quella di Cantona, calciatore dai numeri sopraffini anche se pazzerello. Oltre al nome, hanno in comune le difficoltà nell'affrontare il passato, la cui ombra influisce sul loro presente. Quando si punta solo su stessi, del resto, è più facile commettere errori, che sia abbandonare la moglie, oppure dare un calcio in faccia ad un tifoso avversario.
Ken Loach prova fare l'impossibile: lanciare nel meraviglioso mondo del cinema una stella del pallone come Eric Cantona. Ci riesce in pieno dandogli il ruolo di sè stesso, sottoponendolo ad una sorta di terapia di gruppo per disintossicarsi dall'egocentrismo. Quello che, infatti, poteva sembrare un prodotto di celebrazione dei tempi che furono, diventa occasione di confronto con sè stessi rapportandosi agli altri. Il cineasta inglese conferma di essere tra i più originali del panorama mondiale, creando un film su misura per Cantona.
L'ex calciatore, dal canto suo, si lascia guidare nel per lui oscuro mondo della recitazione con una prova naturalissima, tanto che lo spettatore, a tratti, è convinto di trovarsi davanti ad un documentario. Ottime anche le prove dell'altro Eric, uno Steve Evets molto vicino ai protagonisti di Woody Allen, e di Stephanie Bishop, nella parte della moglie abbandonata.
I difetti di questo film sono tutti nella sceneggiatura di Paul Laverty, fedelissimo di Loach (In questo mondo libero, Sweet Sixteen) stavolta, però, troppo attento a dar vita ad una 'favoletta' e meno pronto a sporcarsi con la realtà. Il finale disneyano, ammettiamolo, proprio non se l'aspettava nessuno.
Pellicola contro l'egoismo, nel calcio come nella vita. Sarà un caso che la cosa più bella fatta dal bomber Cantona sia stata un passaggio?

Francesco Balzano

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