Lega Nord: con il federalismo l'Abruzzo ci guadagna

30 Dicembre 2010   14:11  

Riceviamo e pubblichiamo dalla segreteria Provinciale di Teramo della Lega Nord Abruzzo

''Con il Federalismo fiscale l’Abruzzo ci guadagna e le clientele politiche ci perdono: la dinamicità del Fisco federale premierà i Comuni virtuosi. Felice Anno Nuovo A.D. 2011 Federale.    

Grazie alla Lega Nord il Federalismo fiscale è Legge della Repubblica. Il Federalismo fiscale che è anche Federalismo solidale, introduce un principio condivisibile: impone agli Amministratori di ogni Regione e/o Ente Locale maggiore senso di responsabilità, instaurando una proporzionalità diretta fra le imposte riscosse in una determinata area territoriale del Paese (Comuni, Province e Regioni) e le imposte effettivamente utilizzate dall’area stessa. Il Federalismo perfeziona la sovranità popolare restituendo ai cittadini italiani il loro effettivo potere politico e fiscale. Gli Amministrati non devono più vedere i politici locali aumentare sempre di più le spese per il loro mantenimento, il loro potere e le loro clientele, bensì possono ridurle drasticamente.
   
È questa una delle finalità del Federalismo fiscale previsto dalla riforma del titolo quinto operata con la Legge costituzionale n. 3/2001 dall’art. 119 della Costituzione, che ne contiene i principi, entrato in funzione a seguito dell’approvazione della Legge 42/2009 entrata in vigore il 21 maggio del 2009. Tale sistema, integrato e coordinato tra i vari livelli di governo dello Stato, prende il nome di Fisco federale.

I veri dati per l’attuazione del Federalismo parlano chiaro mentre i numeri sballati sparati a caso da alcuni apprendisti analisti delle sinistre sarebbero più utili per la tombola di Capodanno. Perché, ignorando e/o confondendo la competenza della cassa, è stato totalmente ignorato il ruolo dei fondi perequativi previsto per tutti i comuni italiani che non riuscissero a compensare la soppressione dei

trasferimenti e i nuovi gettiti. Fondi che garantiranno comunque i fabbisogni standard relativi alle loro funzioni essenziali. Dunque, è soltanto la palude clientelare a dover temere il salubre Federalismo: le indebite strumentalizzazioni però non interessano i lavoratori, i cittadini, i ricercatori, gli imprenditori, i pensionati e gli studenti. È altrettanto evidente la disinformazione totale sul Federalismo che nella fase a regime riqualificherà la spesa finanziata dalla dinamicità  dei nuovi gettiti e dalla piena autonomia impositiva.   
   
Franco De Angelis, responsabile della Lega Nord Abruzzo Segreteria Provinciale di Teramo, dichiara:“Incredibile ma vero. Grazie al Federalismo anche i comuni del Sud dovranno verificare case abusive, evasioni, mancati pagamenti di multe, irregolarità varie. Grazie al Federalismo onoreremo il nostro Paese, l’Italia, perfezionando, arricchendo e compiendo pienamente il processo unitario iniziato 150 anni fa. Il Federalismo farà solo bene e porterà un po’ di sana educazione civica laddove il senso dello Stato era soltanto vuota retorica. Potremo finanche festeggiare il compleanno dell’Unità d’Italia Federale quando riusciremo a cristallizzare il Federalismo nella carta costituzionale”.

Da quando essere responsabili delle proprie azioni e dei propri voti, è una brutta cosa? “Lo è per gli irresponsabili e i mangiapane a tradimento, difesi e rappresentati dai difensori della spesa pubblica. Non per coloro che sognano di costruire un Abruzzo migliore. Era ora che arrivasse questo cambiamento perché non è possibile continuare a mantenere macchine burocratiche inefficienti (15 Regioni) che vivono sulla pelle di cinque Regioni attivissime che da sole danno al resto del Paese attraverso imposte e contributi la bellezza di 65 miliardi di euro: Lombardia (più 42,6 miliardi di euro); Veneto (più 6,9); Piemonte (più 1,2); Emilia Romagna (più 5,6) e Lazio (più 8,7).

Regioni che danno allo Stato più di quanto ottengono sotto forma di trasferimenti e servizi pubblici.

Il Nord è ben lieto di offrire le proprie tasse al Centro ed al Sud d’Italia, l’importante è che quei soldi vadano al Popolo sovrano sotto forma di servizi pubblici efficienti, compresa la ricerca scientifica e tecnologica. Perché oggi il rapporto tra dare e avere delle altre Regioni verso lo Stato centrale è di meno 88,3 miliardi di euro.

Se l’Abruzzo (il cui residuo fiscale è oggi di circa meno 3 miliardi di euro) si trovasse, al posto della Lombardia, a mantenere molte Regioni che a tutto pensano tranne che a tenere, con i soldi dei contribuenti, un atteggiamento virtuoso nei conti pubblici, cosa fareste voi? Non sareste indignati, non appoggereste una politica volta ad un maggior rigore ed all’auto-responsabilità, animata dal Federalismo, necessaria a quei governi ed enti regionali abituati a sanare le proprie inefficienze con i soldi di pantalone?”.
   
Il Federalismo determinerà un radicale cambiamento dei meccanismi che regolano le entrate di ogni comune italiano: esso prevede la devoluzione, a favore degli Enti locali, della fiscalità immobiliare e del gettito derivante dalla nuova cedolare secca sugli affitti.

“Dallo studio dei gettiti derivanti dalle imposte immobiliari devolute sommati alla cedolare secca sugli affitti, e dal confronto dei dati ricavati con i trasferimenti che i comuni si sono visti assegnare nel 2010, si evince un radicale cambiamento epocale anche per l’Abruzzo. A partire dal 2011 i trasferimenti ai comuni non arriveranno più dai capitoli di spesa ma da un fondo denominato “sperimentale di riequilibrio” alimentato dal gettito dell’imposta di registro, di bollo, dall’imposta ipotecaria e catastale, dai tributi catastali, dall’Iperf relativa ai redditi fondiari e dalla cedolare secca sugli affitti.

La disomogeneità dell’Abruzzo non tragga in inganno. E questo lo dobbiamo spiegare bene ai cittadini. La vera autonomia finanziaria, da dove troveranno sostegno le entrate dei comuni, deriverà dal 2014 dalla nuova imposta chiamata Imu (Imposta municipale unica) che raggrupperà le attuali tasse comunali come l’Ici e l’addizionale Irpef”. 
   
I dati parlano chiaro e non sono assolutamente quelli sballati offerti dalle sinistre.

“I principi fondamentali del Federalismo fiscale sono: il coordinamento dei centri di spesa con i centri di prelievo, che comporterà automaticamente maggiore responsabilità da parte degli enti nel gestire le risorse; la sostituzione della spesa storica, basata sulla continuità dei livelli di spesa raggiunti l’anno precedente, con la spesa standard.

Il Federalismo fiscale per diventare operativo necessita di una serie di provvedimenti che si snodano nell’arco di 7 anni: 2 anni per l’attuazione e 5 di regime transitorio. La legge istituisce una commissione paritetica propedeutica per definire i contenuti dei decreti attuativi che dovranno essere predisposti entro 2 anni dall’entrata in vigore della legge, nonché una commissione per il coordinamento della finanza pubblica da istituire con uno di questi decreti. La commissione avrà carattere permanente e opererà in seno alla conferenza unificata.

Il finanziamento delle funzioni trasferite alle regioni, attraverso l’attuazione del Federalismo fiscale, comporterà ovviamente la cancellazione dei relativi stanziamenti di spesa, comprensivi dei costi del personale e di funzionamento, nel bilancio dello Stato. A favore delle Regioni con minore capacità fiscale, così come prevede l’art. 119 della Costituzione, interverrà un fondo perequativo, assegnato senza vincolo di destinazione”. Il Federalismo fiscale infatti introduce un sistema premiante nei confronti degli enti che assicurano elevata qualità dei servizi e livello di pressione fiscale inferiore alla media degli altri enti del proprio livello di governo a parità di servizi offerti. Viceversa, nei confronti degli enti meno virtuosi è previsto un sistema sanzionatorio che consiste nel divieto di fare assunzioni e di procedere a spese per attività discrezionali.

Contestualmente, questi enti devono risanare il proprio bilancio anche attraverso l’alienazione di parte del patrimonio mobiliare ed immobiliare nonché l’attivazione nella misura massima dell’autonomia impositiva. Sono previsti anche meccanismi automatici degli organi di governo e amministrativi nel caso di mancato rispetto degli equilibri e degli obiettivi economico-finanziari assegnati alla regione e agli enti locali, con individuazione dei casi di ineleggibilità nei confronti degli amministratori responsabili degli enti locali per i quali sia stato dichiarato lo stato di dissesto finanziario.

“Dunque il rischio stangata con il nuovo Fisco federale non interessa i comuni virtuosi, bensì il politichese clientelare già sconfitto in diversi Paesi europei dove vigono sistemi di Federalismo fiscale spesso accompagnati da un ordinamento federale dello Stato (Germania, Svizzera, Austria e Belgio sono Stati genuinamente federali; la Spagna è uno Stato regionale con forte autonomia fiscale alle singole comunità autonome, ma priva di un ordinamento costituzionale federale). A livello mondiale, alcuni Paesi hanno sia un ordinamento federale riguardo alla forma di Stato sia riguardo al sistema fiscale: è questo il caso di Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, India e Australia”. 



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