Lettera a Berlusconi: ora è il momento di tornare

02 Settembre 2010   13:32  

La cautela è d'obbligo ma anche la prevenzione ancora di più. A fronte dello sciame sismico che si sta sprigionando a Montereale, con punte massime di 3.4 e 3.6 nella mattina del 31 agosto, si muove la macchina della protezione civile guidata dal sindaco di L'Aquila Massimo Cialente.
Spuntano le tende e a Montereale e si ridefiniscono le aree di accoglienza e smistamento in caso di emergenza per la popolazione aquilana.

La terra non ha smesso di tremare neanche questa notte, la paura torna.

Come riporta l'informativa dell'Ingv "l'area compresa tra Montereale e Cittareale è inserita nella zona classificata "1" a maggiore pericolosità sismica del nostro paese. Ciò deriva dalla sua storia sismica, caratterizzata da importanti terremoti, dalle analisi geodetiche, che individuano l'area in una zona a deformazione attiva, e dalla presenza di importanti strutture sismogenetiche attive.

Lo sciame simico nell'area di Montereale è partito da giugno 2009 e da allora più di 1000 terremoti sono stati registrati in questa area. Terremoti nell'area dell'aquilano sono normali, dicono i sismologi. L'importante è che le scosse si mantegano sotto magnitudo 4.

In queste ore si sta facendo strada un problema di competenze: a chi spetta la responsabilità di azione nelle zone interessate dallo sciame sismico?
La Protezione Civile Nazionale comunica a riguardo di essere "attenta a tutto il Paese" e agire sulla base delle "leggi che
lo governano". E' quanto ha sottolinea la Protezione civile, in una nota, precisando il suo ruolo rispetto alle azioni da  compiere a seguito dello sciame sismico che sta interessando parte della regione Abruzzo. Riguardo alla suddivisione delle responsabilità, dei ruoli  e delle competenze con le istituzioni e gli amministratori locali, il Vicecapo del Dipartimento della Protezione civile, Prefetto Franco Gabrielli, ha inviato una lettera alla protezione civile abruzzese nella quale vengono ricordate le competenze di quest'ultima in materia di verifiche e controlli preventivi. In sostanza, si invita a mettere in moto la macchina della prevenzione ma senza che la Protezione civile nazionale si assuma direttamente nessuna responsabilità, che invece sta interamente sulle spalle di istituzioni e amministratori locali. Gabielli sottolinea, poi, che l'azione è condotta nel "rispetto della normativa vigente", visto che "la legge definisce in modo chiaro e preciso" tali ruoli.
Il Vice capo della potezione civile Nazionale invita a fare chiarezza su questo aspetto, chiamando in causa anche gli enti locali e fa sapere, in proposito, di aver inviato "una lettera anche alla Regione Lazio", poiché lo sciame sismico di questi giorni riguarda anche parte di quel territorio.


Intanto si alza l'attenzione mediatica  su ciò che accade e sono tornate le televisioni nazionali: rai, la7, sky.
Non torna invece il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, cui, nei mesi scorsi, avevamo lanciato un appello a tornare per infondere coraggio e dare certezze.

Rinnoviamo a lui la richiesta, stavolta per guardare da vicino cosa sta accadendo e come si muove la macchina locale, preposta ad occuparsi di ciò che accade.

Se gli aquilani in questi mesi, si sono sentiti soli, quasi abbandonati e quindi si è scatenata la rabbia e la frustrazione, ora lo smarrimento torna. Sarebbe il momento migliore per far sapere agli aquilani che, anche se sono gli enti locali a operare per la loro sicurezza, lo Stato centrale è lì.
E' questo il momento che il Presidente può cogliere per non far sentire soli gli abitanti di piccoli paesi dell'area di Montereale e riannodare con gli aquilani le fila di "un dialogo interrottosi all'improvviso".
Al Presidente Berlusconi riproponiamo la nostra lettera.
Eccone il testo

"Illustre Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, quando ha in programma di tornare a far visita alla città dell'Aquila?
Molti aquilani vorrebbero che il Presidente del Consiglio tornasse fra la gente terremotata a portare un po' di chiarezza sul futuro della nostra città.... e chi meglio di Lei può farlo?
Nei terribili momenti dell'emergenza, il suo pragmatismo, la sua mentalità imprenditoriale, il "ghe pensi mi", insomma, hanno contribuito alla soluzione di una situazione drammatica, complessa e senza precedenti, pur nella discutibilità di alcune scelte.
L'Aquila è però oggi una città di gente fiera, ma ferita; spaventata dal futuro; ma più che mai testarda e generosa.
Gente di cuore.
All'Aquila l'attenderebbero contestazioni, forse dure, forse giuste, forse no; noi siamo cronisti e non dobbiamo schierarci, però una cosa è certa: L'Aquila l'attende da troppo tempo.
Da quella sera maledetta in Piazza del Duomo a Milano è cambiato il suo rapporto con la gente e questo, ci scusi se ci permettiamo, è un male.
Torni all'Aquila e venga a vedere con i suoi occhi ciò che è adesso la città; cerchi di capire perché la gente si lamenta: ci creda, non è ingratitudine.
Si troverebbe davanti un popolo spaventato, ferito, che per di più sa di non poter guarire presto..
Allora ci chiediamo perché il Presidente Berlusconi che all'Aquila - durante l'emergenza - ci ha "messo la faccia" non torna qui tra noi e ci spiega anche quello che avverrà con la ricostruzione.
Non è problema di competenze tra enti locali e Governo: gli aquilani hanno creduto principalmente a lei quando è stato avviato il Progetto C.A.S.E.; hanno creduto a quella sfida vinta insieme di spazzare via le tendopoli in pochi mesi; oggi non le perdonano di voler evitare il confronto su una sfida ancora più complessa e vitale: la ricostruzione sociale e fisica della nostra città.
Per questo abbiamo deciso di iniziare questa raccolta di firme - senza colore né bandiera - che vogliono semplicemente invitarla a riprendere un dialogo interrottosi all'improvviso e soprattutto senza un perché.
Speriamo in una sua risposta."

 


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