Lettera aperta a L'Aquila

di Federico D’Orazio

31 Dicembre 2009   11:55  

Auguri, l’aquila bella me.
Ti voglio augurare un anno migliore del 2009, ché peggiore sarebbe impossibile,anche volendocisi impegnare.
Voglio augurarti di non vedere più raccontate falsità sul tuo conto in televisione,per radio,sui giornali da chi non ti ha mai conosciuta se non dopo la tua distruzione, da chi ha deciso di fare di te e dei tuoi abitanti il più lungo e vergognoso spot elettorale della storia mondiale, da chi ha deciso di imporci la fuga dai nostri luoghi,mascherandola con quella faccia melliflua di chi pretende di aiutarti come egli stesso ha deciso di fare, in quel modo becero che ha sventrato le tue terre più prossime, che mai più avranno l’aspetto di prima, in quel modo interessato di chi sa distribuire miliardi in giro per l’Italia per affossarti, per procrastinare quello che inevitabilmente prima o poi si dovrà fare: ricostruirti,pietra su pietra, tutelare il tuo tesoro nascosto dietro ogni cortile dei tuoi palazzi, dietro ogni chiesetta di quarto cittadino, dietro ogni affresco, dietro ogni minima casa che fino a 9 mesi fa valeva miliardi,ed ora è cenere,o lo diventerà: abbandonata a se’ stessa, non puntellata,esposta a pioggia,neve,ghiaccio e tutto quello cui ogni anno facevamo fronte rintanandoci nelle nostre case.
Quelle stesse case che oggi visitiamo di tanto in tanto,come si fa con un parente ammalato, e lo si ritrova sempre più defedato, fiaccato,sfiancato dall’incuria degli anni e dalla volgarità del male. Per te fino a ieri,gli anni,i secoli, significavano quella patina che ti ha ingentilito,che ti ha reso quel fascino dei bei tempi che furono, ciò che noi tutti più amavamo di te.
Oggi la volgarità è negli uomini stranieri, che di te vogliono fare la Pompei degli anni 2000, in quei turisti che ti visitano oggi per la prima volta, in quegli uomini che di te trovano grottescamente affascinanti le ferite,e non possono nemmeno immaginare la bellezza semplice del tuo corpo intatto,che ci lasciavi ammirare e vivere. La volgarità è in chi vede in te l’affare del secolo, la campagna elettorale perfetta, l’occasione per il soggiogamento di una popolazione spaurita,che dimentica i suoi diritti e si affaccenda nei problemi quotidiani aspettando, a capo chino,soluzioni per i propri problemi decise da chi non li vive e non li può immaginare.
La volgarità è anche in una parte degli aquilani, che accettano questo stato di cose, e ancor di più in chi ne approfitta, mettendo all’asta un posto letto in una casa in affitto, in chi ritarda le ristrutturazioni perché vuole ottenere risarcimenti per danni mai subiti, insomma in chi ha deciso di andare avanti in un gioco al massacro senza capire che ogni euro dato a lui, è un euro tolto a noi.
Ti auguro di vedere rispettate le belle promesse che i grandi del mondo hanno fatto al tuo capezzale, finora disattese nella stragrande maggioranza.Loro non ti meritano.
Ti auguro di vedere quanto prima un anno in cui le nostre giornate non le trascorreremo in fila in auto,tutti lì, sull’unica strada rimasta aperta, per una passeggiata al centro commerciale, ormai unico luogo d’incontro.
Ti auguro di vedere al più presto un Natale degno di questo nome, in cui le lucine natalizie non vengano tese tra le rovine dei tuoi palazzi più belli,per addolcire questo calice amaro che è venire a trovarti,non appena possiamo,nella piccola parte che ci è concesso vedere di te.
Ti auguro di poter vedere al più presto gli studenti tornare a fare casino nei tuoi vicoli fino a tardi, che nessuno possa più pensare che vivere qui significhi rischiare la vita una notte nel sonno,in un palazzo che non avrebbe dovuto nemmeno esserci e che per di più ospitava ragazzi, figli non nostri.
Ti auguro di non dover più venire a sapere che qualcuno rema contro il tuo primato, di non venire a sapere che per qualcuno le nostre case oggi disabitate sono già case di nessuno, muri rotti a disposizione di un graffitaro che non ha idea di quanto sudore e lacrime ci stanno costando, di quanto ci stia pesando starne lontani, insomma che non esista più quella superficialità che zittisce tutti, o peggio,fa parlare ed agire solo con lo scopo di aggiungere distruzione a distruzione.
ti auguro di poter vincere la sfida più grande, come già l’hai vinta 3 e 6 secoli fa, tenendo duro finche non si farà l’unica cosa che andava fatta: ricostruirti pietra su pietra.
ti auguro di avere finalmente un’amministrazione capace di difenderti con coraggio ed orgoglio, senza cadere in patetiche mosse elettorali, senza perdere di vista l’obiettivo principale che tutti,almeno a chiacchiere, vogliamo: rivederti viva e vivibile,tornare noi tutti a tua disposizione.
Auguri, l’aquila bella me.
Ti voglio augurare un anno migliore del 2009, ché peggiore sarebbe impossibile,anche volendocisi impegnare.
FORSE.

Federico D’Orazio


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