Lincoln: uno squarcio di storia americana al microscopio

Recensione film

04 Febbraio 2013   12:16  

Regia: Steven Spielberg

Genere: Biografico, Drammatico, Storico

Cast: Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, Tommy Lee Jones, James Spader, Hal Holbrook, John Hawkes

Durata: 150 Min

Voto: OOO 1/2

Siamo nel 1865, durante il secondo mandato del Presidente Abraham Lincoln. Gli Stati Uniti d'America sono divisi da una sanguinosa guerra che continua a mietere vittime. Il Presidente propone quindi l'approvazione di un emendamento che, se verrà approvato, porrà fine alla schiavitù, ancora in vigore negli stati del sud.Il film ripercorre gli ultimi mesi della vita di quello che è stato forse il presidente più conosciuto e amato degli Stati Uniti e la sua battaglia per l'approvazione di una legge che ha cambiato il corso della storia.

 

L'ultimo film di Spielberg è un'opera fortemente voluta dal suo regista, che ha dichiarato di essere sempre stato affascinato dal personaggio di Lincoln. Per fare ciò, ha messo da parte effetti speciali e scene d'azione, concetrandosi sui dialoghi, colonna portante del film. Un personaggio storico così grande necessitava però di un grande interprete, ed ecco allora arrivare in soccorso di Spielberg, Daniel Day Lewis, premio Oscar per “Camera con vista” (1989) e “Il Petroliere” (2007), il quale, per prepararsi a interpretare questo ruolo, ha impiegato un anno, curando in special modo l'impostazione della voce. Purtroppo per noi italiani, la versione in lingua originale è stata distribuita in pochissime copie sul territorio nazionale e di conseguenza è difficilmente visionabile. Un vero peccato non poter gustare a pieno tanta maestria ed essere costretti ad accontentarsi di un doppiaggio che, nonostante sia stato affidato a uno dei più quotati attori italiani (Pierfrancesco Favino), lascia decisamente a desiderare.

 

Il film, definito erroneamente biopic, non racconta la biografia dal sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America, ma è in realtà un’opera puramente politica in cui vengono in buona parte rispettate le unità aristoteliche di unità di tempo, luogo e azione. I meccanismi messi in atto per l’approvazione del tredicesimo emendamento vengono descritti minuziosamente e senza omissioni faziose. Nella loro accuratezza, le vicende storico-politiche di questo squarcio d’America descritte nel film, risultano però, a tratti, abbastanza complesse per i non addetti ai lavori, il che ne fa un film destinato prima di tutto ad un pubblico americano. A dimostrazione di ciò, è l'attenzione che l'Academy gli ha riservato, candidando Lincoln a ben 12 Oscar, tra cui miglior attore protagonista e migliore regia.

 

 

Ciò che è chiaro a tutti è invece il messaggio che il presidente lancia allo spettatore: “Bisogna assumersi la responsabilità delle proprie azioni”, anche quando la causa perorata è tanto nobile quanto l’abolizione della schiavitù. In ciò forse risiede la grandezza di un personaggio come Lincoln, che ha rischiato tutto pur di ottenere il proprio scopo, Un atteggiamento che fa riflettere, specie se confrontato con quello di una classe politica (la nostra) che cura solo i propri interessi (tutt'altro che filantropici) e si disinteressa delle conseguenze del proprio agire.

di Maria Rita Graziani


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