Lo scomunicato assessore Giuliante in attesa del viaggio a Canossa
Ancora in sospeso il destino dell'assessore Gianfranco Giuliane, per ora licenziato, salvo ripensamenti, dal presidente Gianni Chiodi, a seguito di un intervista in cui l'esponente del Pdl aquilano aveva espresso critiche giudicate oltre i limiti al suo presidente, in merito alla vicenda della convenzione tra Università dell'Aquila – Asl di Teramo.
L'atteso chiarimento previsto per ieri,non c'è stato in quanto Chiodi è rimasto a Roma per discutere con gli altri presidenti di regione della ripartizione del fondo sanitario nazionale.
L'incontro potrebbe tenersi oggi, o anche lunedi.
I soliti informanti pronosticano che Giuliante dovrebbe riottenere le deleghe, previe ovviamente le sue scuse sentite e la garanzia di rientrare nei ranghi per il resto della legislatura. Molto dipenderà fa sapere lo staff del presidente da quanto le argomentazioni di Giuliante saranno convincenti.
Ovvero: se non sarà un'umiliazione di Canossa, come quella che toccò in sorte ad Enrico IV , in ginocchio per tre giorni e tre notti nella bufera di neve, per farsi revocare la scomunica da Gregorio VII, siamo più o meno nel genere.
Nell'attesa del fatale incontro, però Giuliante ha rotto il silenzio per criticare con altrettanta durezza il governo e il ministro Giulio Tremonti in merito alla cosiddetta ''tassa sulle disgrazie”, e sul pericolo di aumento della pressione fiscale in Abruzzo per reperire i 100 milioni di euro necessari per i danni dell’alluvione nella provincia di Teramo e per il dragaggio del porto di Pescara.
Un iniziativa sbagliata e anzi di cattivo gusto, sottolinea Giuliante che metterebbe in ginocchio una regione colpita dal terremoto, nella quale le aliquote sono già al massimo per il debito della sanità.
Bisognerà ora vedere se il presidente Gianni Chiodi, commissario alla sanità e alla ricostruzione, avrà gradito la nuova esternazione dell'irrequieto assessore sospeso.
montaggio Marialaura Carducci
