"Lusi ha sottratto 13 milioni al partito". Senatore abruzzese indagato per appropriazione indebita

31 Gennaio 2012   09:19  

La Procura di Roma e la Finanza scoperchiano dopo due mesi di lavoro un brutto affare che ha a che vedere con la passione della Politica per il "mattone" e il denaro contante. Che svela singolari amnesie sul rendiconto patrimoniale dei partiti e, da ieri sera, agita assai il Pd e l'ex Margherita. Il procuratore aggiunto Alberto Caperna ha infatti iscritto al registro degli indagati il senatore del Partito Democratico Luigi Lusi per il reato di appropriazione indebita. Con un'accusa che lo vede per giunta "reo confesso" e lo vuole responsabile di aver sottratto per interessi "privatissimi" e "immobiliari" poco meno di 13 milioni di euro dal conto del partito di cui era il tesoriere (la Margherita), in cui era continuato ad affluire fino al 2008 denaro pubblico, e su cui aveva conservato diritto ad operare con l'ex segretario Francesco Rutelli.

AUTO-BONIFICI È una storia che comincia nel novembre scorso. Con una segnalazione della Banca d'Italia di movimenti sospetti sul conto corrente bancario intestato a "Democrazia e Libertà - Margherita", partito che, nell'ottobre del 2007 è confluito nel Pd, ma che è sopravvissuto come fondazione e ha dunque conservato i suoi asset. I movimenti segnalati da Bankitalia sono decisamente consistenti per un partito che ha cessato di esistere e dunque dovrebbe presentare un profilo finanziario "conservativo". Tra il gennaio del 2008 e l'agosto del 2011, si contano infatti 90 bonifici in uscita per un totale di 12 milioni 961 mila euro. Tutti con un identico beneficiario - la "T. T. T. srl." - e una medesima quanto assai curiosa causale: "Prestazioni di consulenza". Di più: quei quasi 13 milioni, oltre ad essere una gran bella somma, sono, soprattutto, denaro pubblico perché - per quanto ricostruisce la Finanza - sul conto della ex Margherita sono affluiti gli ultimi rimborsi elettorali riconosciuti al Partito (2008) e versamenti del Pd.

CASE E SOCIETÀ C'è insomma, materia per indagare. E andare a fondo sui 90 bonifici partiti da quel conto su cui risultano avere delega ad operare (ancora oggi) Luigi Lusi e Francesco Rutelli, rispettivamente ex tesoriere ed ex segretario del Partito. Ebbene, la prima "scoperta" è illuminante. La "T. T. T. srl", destinataria dei 12 milioni 961 mila euro, è una società - accerta l'inchiesta - "direttamente riconducibile a Luigi Lusi". Oggi senatore Pd, ma di professione - il dettaglio è cruciale - "avvocato penalista" specializzato in "contratti d'affari e real estate" (così recita la sua biografia ufficiale di parlamentare). La causale che vuole la "TTT" società di consulenza della disciolta Margherita appare dunque la grossolana foglia di fico necessaria a giustificare il trasferimento di fondi da un conto di cui Lusi è amministratore ad un altro di cui è proprietario. Una circostanza - accerta ancora l'indagine - che si rafforza quando l'inchiesta accerta come la "TTT" abbia impiegato il denaro proveniente dal tesoro della Margherita. La società risulta infatti lavorare nel business di cui Lusi tiene a segnalare la competenza, il real estate. E infatti - documenta la Finanza - la srl. acquista un prestigioso immobile a Roma, in via Monserrato 24, per 1 milione e 900 mila euro; bonifica in due distinte occasioni, 1 milione 863 mila e 2 milioni 815 mila euro alla "Paradiso Immobiliare".

MOGLIE CONSULENTE C'è di più. Con il denaro pubblico "succhiato" dal conto della Margherita, la "TTT" bonifica 270 mila euro alla "Luigia Ltd.", società di diritto canadese, "riconducibile allo stesso Lusi"; gira 49 mila euro sul suo conto personale e 60 mila su quello del suo studio legale a titolo di "fondo spese". Mentre impiega 5 milioni e 100 mila euro di quel "tesoro" per saldare imposte che, evidentemente, non sono quelle dovute al Fisco dal disciolto Partito. Oltre a destinare 119 mila euro allo studio di architettura "Giannone-Petricone" di Toronto (Canada). Una coincidenza definitivamente rivelatrice, visto che l'architetto canadese Pina Petricone è la moglie di Lusi.

LA CONFESSIONE Travolto dalle evidenze raccolte dall'inchiesta, l'ex tesoriere della Margherita, interrogato dal procuratore aggiunto Caperna, ha ammesso l'accusa che gli viene mossa. Si è assunto per intero la responsabilità della distrazione dei fondi. Si è impegnato a "restituire in tempi brevissimi" il denaro che ha sottratto al partito. Ma a quanto pare la sua confessione non necessariamente chiuderà l'inchiesta. Resta infatti ora da comprendere - ed è questione cruciale - come sia stato possibile che nessuno, a cominciare dall'ex segretario, Rutelli, abbia mai avuto sentore, per altro in un arco di tempo così lungo (2008-2011), delle operazioni che Lusi faceva sul conto del partito. E ancora, come sia stato possibile dissimulare quell'emorragia di denaro (13 milioni di euro) dai rendiconti di bilancio. Rutelli, che è stato sentito dalla Procura in qualità di persona informata dai fatti (una testimonianza durante la quale avrebbe spiegato di essere stato all'oscuro di quanto Lusi combinava), ha spiegato ieri sera di non poter entrare nel merito della questione, perché tenuto al "rispetto del segreto istruttorio". E ha preferito dunque affidare la sua posizione ad una nota che leggete in questa pagina.

di Carlo Bonini

fonte repubblica.it


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