Lusi, il Senato dice sì all'arresto. 155 voti a favore, 3 contro, lui si astiene

20 Giugno 2012   19:06  

Il Senato autorizza l'arresto per l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi. Il voto arriva dopo una giornata tesa, con polemiche e interventi "velenosi in aula".  

I sì sono stati 155, i no 3, un astenuto. Lusi: "I big della Margherita sapevano". Lega, Idv e Pd: "Sì all'arresto".

L'intervento di Lusi. Prima del suo intervento, l'ex tesoriere della Margherita rivela di avere ricevuto tanta solidarietà, "più di quanto possiate immaginare". Poi, durante il suo intervento in Aula: "Non intendo sottrarmi alle mie responsabilità e non intendo affatto sottrarmi al processo. Mi si vuole mandare in carcere perché, parlando con i media, inquinerei il percorso investigativo. Non c'è altra motivazione". Ma "il legislatore - ammonisce Lusi - deve tenere distinta l'autorizzazione alla misura cautelare dall'istituto, ancora non previsto, dell'anticipazione della pena". Non manca una richiesta: "Non fatemi diventare un capro espiatorio". L'ex tesoriere entra nel merito delle accuse. Chiamando in causa i vertici della Margherita. "La gestione dei flussi finanziari è stata effettuata per comune assenso al fine di accantonarle per le attività politiche di diversi esponenti del partito". E dopo le scuse, "simboliche", agli italiani, l'accusa a Rutelli: "ha cercato di far ritirare le firme per il voto segreto".  

Il parere della Giunta. Alla richiesta di arresto della Procura di Roma, poco più di una settimana fa ha dato il suo via libera la Giunta per le autorizzazioni  a procedere del Senato. Un verdetto passato con il pieno sostegno dei membri del centrosinistra e della Lega, mentre quelli del Pdl si sono divisi. Scenario che avrebbe dovuto ripresentarsi anche oggi, in sede di votazione in Aula. 

La posizione del Pdl.
 Nonostante la linea del Pdl, fino a ieri, fosse chiara (libertà di coscienza sulla richiesta d'arresto, voto palese e tendenzialmente sì al carcere), nella sostanza il partito era spaccato,  con gli ex An per il sì all'arresto, quelli più vicini a Forza Italia indecisi o garantisti. A nulla era servita una riunione con il segretario Alfano, ieri sera a Palazzo Madama. La svolta è arrivata nel pomeriggio di oggi, alla vigilia del voto in Aula. I senatori Pdl si sono riuniti per mettere ai voti la decisione sul voto, segreto o palese. Ma durante la riunione è spuntata la terza opzione: non partecipare al voto. L'idea dei senatori Augello e Nitto Palma è di garantire il numero legale, ma poi uscire dall'Aula al momento della votazione, nell'eventualità del voto segreto. Il senatore Lucio Malan ha spiegato che, in questo modo, sarebbe salvo il principio politico del voto segreto sulle richieste d'arresto, ma, come dicono alcuni senatori, "la sinistra sarebbe lasciata sola ad occuparsi della vicenda".

I democratici. Dal Pd, invece, è giunto un appello agli altri gruppi parlamentari dal capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro: "Non presentate nessuna richiesta di voto segreto. Che si voti con voto palese. L'occultamento del voto è un occultamento di responsabilità. Noi temiamo che dal voto segreto venga un giudizio di opacità da parte dei cittadini sull'operato del Senato. Chiedere oggi il voto palese è un requisito indispensabile perché l'operato del Parlamento non appaia come il luogo di oscuri accordi. Non abbiamo nulla da scambiare, nulla da nascondere".

Il voto. Sulle modalità del voto, segreto o palese, si gioca gran parte del destino di Lusi. Nei giorni scorsi si è manovrato per arrivare al "segreto dell'urna", che potrebbe salvare l'ex tesoriere. La richiesta del voto segreto deve essere corredata dalle firme di 20 senatori e, dopo la mossa del Pdl, quelle firme dovrebbero esserci tutte.  E ieri lo stesso Lusi si era prodigato nel perorare la sua causa inviando ai colleghi una lettera-appello contro quello che lui definisce un "atto discriminatorio". Appello a cui si era dimostrato particolarmente sensibile l'ex Pd, oggi gruppo misto, Alberto Tedesco. A sua volta salvato dall'arresto nell'ambito dell'inchiesta sulla sanità pugliese, Tedesco pare essere stato molto attivo nella ricerca delle 20 firme. Traguardo che a un certo punto sembrava raggiunto e poi svanito, quando alcuni tra quanti si erano detti favorevoli hanno fatto un passo indietro per evitare di restare allo scoperto. Lusi aveva ammesso: "Se si arrivasse a 19 e fosse decisiva la mia, valuterò se aggiungerla". 

Chi non ha firmato per il voto segreto e oggi lo dice apertamente sono i radicali, che con Emma Bonino, Donatella Poretti e Marco Perduca auspicano "che, qualora 20 senatori avessero pronta la richiesta, non la depositino. Lo avevamo trovato politicamente discutibile già in occasione del voto sulla richiesta di domiciliari per il Senatore De Gregorio, oggi ribadiamo tale convinzione". I radicali sottolineano la necessità che ognuno si assuma le proprie responsabilità, ma allo stesso tempo ribadiscono la loro contrarietà alla custodia cautelare in carcere "contro cui, alla Camera quanto al Senato, abbiamo presentato disegni di legge".

Intanto, La Destra annuncia un sit-in fuori del Senato per "vigilare" sul voto in merito al caso Lusi e per "chiedere di votare così come farebbe il popolo". Guidato dal leader Francesco Storace, il raduno si terrà oggi in piazza delle Cinque Lune dalle ore 16. Sul caso Lusi è intervenuto, su Twitter, anche lo scrittore Roberto Saviano:  "In Senato gira voce che si creerebbe un 'pericoloso precedente' per il voto palese. Per me sarebbe un precedente virtuoso".

(fonte Repubblica.it)


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