M5S L'Aquila, l'attivista Di Persio se ne va: "La Blundo? Il suo lavoro spesso è perdita di tempo"
"E' mancata la relazione e il confronto con il territorio"
Addio Movimento 5 stelle!
Lo hanno dichiarato due attivisti che hanno lasciato il gruppo aquilano del 5 stelle, Samanta Di Persio e Leonardo Dongiovanni.
Tanti i motivi per scegliere di dissociarsi da quella esprienza che sembrava aprire a nuovi scenari politici.
Il 5 stelle abruzzese nelle scorse elezioni aveva assicurato al Parlamento italiano la senatrice Enza Blundo, attraverso il sistema delle preferenze bloccate garantito dal "Procellum" ancora vigente.
Non è la Blundo il motivo per cui Di Persio e Dongiovanni lasciano il 5 stelle. "Mancanza di regole e di chiarezza" sono i principali problemi riscontrati dai due attivisti, problemi tutti interni al gruppo aquilano.
Nessuna polemica personale con la senatrice Blundo, ma la sua attività politica, quella sì, è contestata.
Attaccata da molti, in primis il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, per interventi in Parlamento che sembravano, in alcuni casi, andare in direzione opposte alle necessità del territorio, ora è anche una delle persone che più le è stata vicino, nell'ombra, lavorando indefessamente, durante la campagna elettorale, contestaste l'approccio ai problemi del territorio.
Samanta Di Persio proprio ora che le persone intorno alla Blundo potrebbero stare sul carro dei vincitori, si allontana per sempre.
"In alcuni casi l'attività della Blundo- spiega Di Persio- porta perdite di tempo: fare interrogazioni su pensiline del bus, su tratte ferroviarie L'Aquila-Roma o Avezzano-Roma che non era appetibile 30 anni fa, figuriamoci adesso".
La Di Persio rimprovera alla Blundo un aspetto essenziale: "Ciò che è mancato è la relazione con la città, avevo chiesto un incontro pubblico con la città per rendicontare il lavoro fatto. Ma effettivamente il lavoro fatto, spesso è inutile".
"Ad esempio - spiega la Di Persio - è inutile fare azioni come quella dell'interrogazione sulle biomasse, se non mi spieghi perché è pericoloso e resti sul generale, il Ministro che può fare? La boccia".
