Macerie, all'Aquila ci sono da raccogliere anche quelle del Pdl

09 Maggio 2012   10:35  

La politica del mostrare i muscoli non paga. Specie se i muscoli non ce l'hai.

Ma ancora oggi, col dato acquisito che conferma abbondantemente anche le più superficiali previsioni, un mea culpa da parte dei dirigenti del Pdl sembra al di là da venire.

L'assessore Gianfranco Giuliante la vede così: "C'è stata una lista composta quasi esclusivamente da ex An, nel 2007 An aveva preso l'8,9%, nel 2012 di fatto ha preso l'8,7%". Contento lui!, verrebbe da esclamare.

E mentre c'è chi, come il consigliere regionale Luca Ricciuti chiede conto della debacle ai suoi artefici, il presidente della Regione Gianni Chiodi svela pubblicamente una volta per tutte la vera versione dei fatti: "Tutti sanno che all’Aquila ho cercato di allargare l’alleanza, ma questo non è stato accettato dal partito locale. Molte nostre oligarchie locali hanno una vocazione minoritaria che porta a voler controllare il partito piuttosto che fare alleanze che possano portare a un buon risultato alle elezioni".

Chissà se si riferisca a chi si è preoccupato più di vincere il congresso che le amministrative, di mettere un proprio uomo a capo del partito, continuando di fatto a governarlo, piuttosto che di scegliere accuratamente un candidato sindaco che fosse competitivo.

Di fatto, quelle previsioni che davano il candidato scelto in fretta e furia da Giuliante, Filippo Piccone e Alfonso Magliocco fuori dai giochi, con Giorgio De Matteis che sarebbe andato al ballottaggio con Massimo Cialente, con le elezioni si sono avverate.

Oggi, a differenza di ieri, c'è il responso delle urne a smentire quanti negli ultimi mesi si sono riempiti la bocca di fantasiosi teoremi filosofici. E anche di tutti quelli che hanno ricorso a beceri strumenti per zittire la stampa che prefigurava lo scenario che si è avverato.

Sconfitti tutti, certo. Anche De Matteis, che ottiene meno consensi delle sue liste ma che almeno, a costruire una alternativa forte e credibile, ci ha provato.

E chissà se ora, chi chiedeva l'espulsione di Gianni Chiodi dal partito, chiederà anche di buttare fuori chi ha trascinato il Pdl  nell'alveo dei "partiti cespuglio".

(MS)


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