Marco Taralli presenta "Nur": musica di dolore e luce nel cuore dell'Aquila

17 Luglio 2012   13:00  

Nûr, è il titolo della prima opera lirica contemporanea commissionata dal Festival della Valle d'Itria, un'opera da camera scritta dall’aquilano Marco Taralli.

In scena a Martina Franca il 21 luglio e il 28 al Teatro Verdi di Martina Franca, per il festival lirico della Valle dell' Itria iniziato il 14 luglio con una rara opera di Hasse, Artaserse.

L'opera di Taralli è ambientata a L'Aquila in un ospedale da campo davanti la Basilica di Collemaggio, all'indomani del terremoto del 6 aprile 2009. 

Tutto è ambientato tra i letti di un improvvisato ospedale da campo allestito sul prato antistante l' aquilana Basilica di Collemaggio. Una donna, durante la sofferenza per la perdita della vista, materializza nei sui pensieri due figure chiave: Celestino V e il templare Jacques de Molet che come spiriti guida la condurranno verso la luce. È una metafora dell' accettazione

Il libretto è di Vincenzo De Vivo. Tra i personaggi dell'Opera, oltre a Nur (luce, in italiano), Celestino V, il papa Santo che rinunciò alla tiara, sepolto a Collemaggio, e Jacques de Molay, Gran Maestro dei Templari. 

"Ho messo in musica delle sensazioni, lo sconvolgimento, l'opera è piena di sofferenza, ma il raggio di sole chiude tutto. Lo sfondo è la Basilica di Collemaggio, il raggio di sole è quello che tutti noi vogliamo."

Taralli è sicuro che questa storia, che pure racconta il dolore dei terremotati, non riaprirà ferite negli aquilani: "Sono già rimarginate. Ora è solo il momento di ripartire e la luce ha proprio questo senso".

Veniamo ora ai prestigiosi interpreti di Nûr. Tiziana Fabbricini, soprano, e Paolo Coni, baritono, veterani fuoriclasse dell’interpretazione teatrale in musica, rivelatisi nella storica “Traviata” scaligera del 1990, tornano insieme per dar vita, rispettivamente, a Luce, con le sue nevrosiemblematiche della crisi del nostro tempo, e al vecchio Monaco dei monti d’Abruzzo, diventato papa Celestino V, portatore di un messaggio di redenzione. Due giovani tenori come David Ferri Durà e David Sotgiu impersonano, rispettivamente, il giovane Medico arabo e l’apparizione del Cavaliere Jacques. Completano il cast le belle giovani voci della soprano Marta Calcaterra (l’Infermiera) e del basso Emanuele Cordaro (il Primario).

L’opera, della durata di settantacinque minuti, vede impegnato l’ensemble cameristico di diciannove elementi dell’Orchestra Internazionale d’Italia e un Gruppo vocale di dieci giovani cantanti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”. Sul podio, il trentaseienne spagnolo Jordi Bernàcer, uno dei più interessanti direttori iberici dell’ultima generazione. La regia è affidata alla fine sensibilità di Roberto Recchia, ammirato in penetranti e poetici spettacoli in Italia e all’estero, che si avvale in questa occasione delle scene e dei costumi di Benito Leonori. Ma personaggi e interpreti non finiscono qui.

Nelle intenzioni di Marco Taralli, “Nûr parla di angoscia e sofferenza, ma è anche un cammino alla ricerca della luce: la luce della compassione e dell’accoglimento di chi è diverso da noi o, più semplicemente, lontano, altro da noi”. Il tema affrontato è quindi quello dell’integrazione culturale e del superamento delle barriere religiose, del valore del dialogo e della forza salvifica del perdono; con la provocazione neanche troppo occulta di un messaggio civile, oltre che spirituale: quello di chi afferma che, oggi, la salvezza per “noi” può venire soltanto dall’integrazione con “l’altro”. È un messaggio di Pace, che riempie di gioia le nostre menti, i nostri cuori e le nostre anime, facendoci commuovere.

Marco Taralli è nato nel 1967 a L’Aquila. Ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Musica “Alfredo Casella” dell’Aquila, diplomandosi in pianoforte con il massimo dei voti, sotto la guida di Mara Morelli. Successivamente ha studiato composizione e direzione d’orchestra con Gianluigi Gelmetti e, presso l’Accademia Franz Liszt di Budapest, con Erwin Lukacs. Il debutto come compositore è avvenuto nel 1992, con il brano Fog eseguito dal gruppo Octandre di Bologna. Da allora ha composto numerosi brani classici ed opere - un elenco assai lungo da citare - commissionati da orchestre ed enti, sia in Italia che all’estero. L’ultima commissione, appunto, dal Festival della Valle d’Itria.  

Intervista di Barbara Bologna
immagini e montaggio Marialaura Carducci


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