I medici di famiglia devono far fronte a un numero sempre crescente di pazienti, di esigenze, delle richieste di una societa' sempre piu' fragile dal punto di vista sanitario e sociale. Per sei medici su 10 la medicina generale e' un servizio "intasato", che necessita di una profonda riforma. Sono i risultati di una ricerca del Centro Studi di Fimmg (Federazione Italiana dei Medici di Famiglia) e SWG che sara' discussa nell'ambito del 63° Congresso Nazionale Fimmg a Villasimius (6-12 ottobre 2008). Il 60% circa dei medici dice di vedere in studio fino a 40 pazienti al giorno. Se si aggiungono gli accessi su base annua dovuti a visite domiciliari, ambulatoriali, a ricette, prescrizioni farmaceutiche, consulti telefonici, richieste di pareri (con una stima di circa 2.000.000 di contatti al giorno), e' evidente che la medicina di famiglia e' un servizio per cosi' dire intasato. Tra gli altri dati emersi dallo studio, l'aumento della fragilita' sanitaria e sociale: pazienti cronici per il 96,9% dei medici di famiglia e con difficolta' a pagare il ticket per l'80% dei medici. E ancora carenze nei servizi del SSN (liste d'attesa troppo lunghe per il 94,6% dei medici e il 67,2% dei pazienti). "E' evidente - sottolinea il Segretario Nazionale di Fimmg, Giacomo Milillo - che oggi il sistema tiene grazie all' impegno personale del medico di famiglia di fronte alla carenza di risorse e strumenti e di un'organizzazione complessiva. Oggi siamo di fronte a un elevato aumento della fragilita' sociale e sanitaria (con la prevalenza di malati cronici e con diversi disagi, psicologici e di tipo economico), che accentua enormemente il peso del carico assistenziale, e la solitudine del medico di famiglia in presenza di una bassa efficienza dei servizi del SSN". Tanto piu', segnala Milillo, che "entro il 2025 il saldo netto del turn over portera' ad avere 13.000 medici di famiglia in meno. Senza un'organizzazione diversa sul territorio, senza un supporto formativo, economico e di percorso professionale non si potranno piu' attrarre risorse mediche qualificate, mancheranno prospettive per sostenere la medicina di famiglia". "Al nostro prossimo 63esimo Congresso Nazionale - aggiunge - chiederemo alle Istituzioni nazionali e regionali della Sanita' che saranno presenti di prendere in considerazione la riforma, che noi abbiamo definito una 'rifondazione' della medicina generale. I passi da fare sono chiari, un cambiamento organizzativo degli ambulatori integrati nelle reti di assistenza territoriale, l'inserimento organico della medicina generale negli organi decisionali regionali e nelle aziende sanitarie, un percorso di carriera e un sostegno formativo ed economico per il medico di famiglia che deve poter avere sgravi fiscali per gli investimenti in tecnologia e strumenti diagnostici".
(AGI)