Meno di 22mila euro il reddito medio degli italiani, la ricerca delle ACLI

03 Settembre 2011   12:25  

Non supera i 22.000 euro (21.933 euro) il reddito medio degli italiani. Il 78% dei contribuenti guadagna meno di 28.000 euro all'anno. L'inflazione pesa su ciascun cittadino come una "tassa" da 235 euro. Nella terza giornata del proprio Incontro nazionale di studi, presente il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani mettono a disposizione i dati inediti dei 730 del 2011, sulla base di oltre 1.300.000 dichiarazioni di dipendenti e pensionati elaborate dai Caf Acli in tutto il territorio nazionale.
   I redditi complessivi crescono dello 0,43% rispetto alle dichiarazioni del 2010, ma perdono l'1.07% a parita' di potere d'acquisto. E' la Lombardia la regione con il reddito medio piu' alto, 23.930 euro, ma con una perdita dell'1,48% rispetto all'inflazione. Segni di ripresa in Abruzzo, che vede crescere del 2.15% il reddito dei propri cittadini. Bene il Trentino (+ 2,48%). Crisi nera in Molise (-2,72%), Sicilia (-2,50%), Campania (-1,83%), Valle d'Aosta (-1,23%), Umbria (-0,76%), Marche (-0,70%), Sardegna (-0,51%), e persino Emilio Romagna (-0,19%), che vedono diminuire in termini assoluti i propri redditi rispetto all'anno precedente.
   Per il presidente delle Acli Andrea Olivero "e' evidente la condizione di difficolta' del Paese. La riforma fiscale da attuare con le legge delega del Governo deve assolutamente sostenere il reddito dei lavoratori e delle famiglie. I tagli annunciati alle detrazioni fiscali sono incomprensibili e inammissibili. I sacrifici vanno chiesti ai redditi piu' alti".

Il "reddito complessivo" degli italiani (da non confondere col "netto in busta", che e' piu' basso), proseguono le Acli, passa dunque in media dai 21.841 euro del 2009 (730 del 2010) agli attuali 21.933 euro. Un incremento dello 0,43% che viene vanificato dal parallelo incremento del Nic, l'indice nazionale dei prezzi al consumo, salito nell'ultimo anno dell'1,5%. A parita' di potere di acquisto il reddito degli italiani cala dunque dell'1,07%. Una "tassa" su ciascun contribuente pari a 235 euro, che diventano 373 euro per i lavoratori dipendenti, che rispetto ai pensionati non hanno il "paracadute" rappresentato dall'adeguamento automatico all'inflazione. Cassa integrazione, contratti di solidarieta', rinnovi contrattuali senza aumenti, incidono sul reddito dei lavoratori dipendenti - 25.419 euro - cresciuto in media di appena 9 euro nell'ultimo anno (+0.03%), con un rapporto negativo rispetto all'aumento dell'inflazione dell'1,47%. In generale, tre italiani su quattro (78%) dichiarano meno di 28000 euro. Uno su tre (32%) resta sotto i 15000 euro di reddito complessivo annui. Sopra i 75000 euro il 2% dei contribuenti.
   Analizzando la situazione delle regioni, la Lombardia registra il reddito medio piu' alto, 23.930 euro, ma con appena un +0,2% rispetto all'anno precedente, che si traduce in una perdita dell'1,48% rispetto all'inflazione e rivela una condizione di sostanziale stagnazione economica. Il reddito medio piu' basso e' dei cittadini pugliesi: 16.763 euro; seguiti dagli abitanti della Basilicata: 16.857 euro. Il calo dei redditi rispetto all'anno precedente e' piu' forte in Molise (-2,72%), Sicilia (-2,50%), Campania (-1,83%).
   Le uniche due regioni con il reddito "reale" in crescita sono il Trentino Alto Adige e l'Abruzzo. Gli abruzzesi cominciano finalmente a risentire dell'effetto-ricostruzione e dei conseguenti benefici goduti sul piano fiscale. Il reddito medio della popolazione e' passato dai 20.829 euro del 2009 ai 21.278 euro del 2010: un incremento del 2,15% in termini assoluti, che mantiene il segno positivo (+0,65%) anche a parita' di potere d'acquisto con l'anno precedente. In Trentino, l'aumento e' del 2,48%, che diventa +0,98% al netto dell'inflazione. Un cittadino di Trento ha dunque messo in tasca 208 euro in piu' rispetto all'anno passato. "Tiene" anche, ed e' un'eccezione, il reddito dei dipendenti nel Lazio. In tutte le altre regioni (Trentino e Abruzzo a parte) la diminuzione del reddito reale delle persone e' stata pesante, a cominciare anche dalle "ricche" regioni del Nord. In Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, abbiamo mediamente oltre 400 Euro all'anno in meno nelle tasche di ogni lavoratore.


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