Meno lavoro, più pericoloso e precario: la Cgil in piazza a Teramo

33mila disoccupati. 2800 infortuni. Due morti

26 Settembre 2008   15:56  

Domani sabato 27 settembre la Provincia di Teramo ospiterà nelle piazze di ben 20 Comuni i gazebo e gli stend della Cgil, per la prima tappa della grande mobilitazione nazionale indetta dal Sindacato, allo scopo di risollevare le sorti di un Paese economicamente depresso e in grave crisi occupazionale.
Saranno promosse iniziative volte all'informazione e all'ascolto dei lavoratori, al fine di contrastare la manovra economica del Governo pericolosamente inadeguata alle condizioni socioeconomiche odierne, precarie e prive di fondamenta.  
I dati della Cgil in relazione alla realtà locale sono allarmanti, a cominciare dalla scuola: solo quest'anno nel teramano sono stati 141 i posti persi nell'ambito del corpo docenti e 42 in quello del personale tecnico.
Secondo quanto afferma Marilena D’Annunzio, segretario organizzativo della Cgil, "per l’anno 2009-2010 si prevede la soppressione di altri 350 posti. Una mazzata per una Provincia come la nostra già sofferente a livello occupazionale».

Anche sotto l'aspetto contrattuale la situazione sembra peggiorare, data l'intenzione di Confindustria di spostare tutta la contrattazione a livello territoriale, sopprimendo così quella nazionale: in tal modo nella Provincia solo il 30% delle aziende sarebbe in condizioni di siglare un contratto, poichè le restanti non presentano dimensioni sufficienti.

Per quanto concerne i licenziamenti, il cambio di rotta è sotto gli occhi di tutti : è palese la riemersione dei  vecchi schemi di controllo unilaterale da parte dei datori di lavoro a scapito dei dipendenti.

Come sostiene infatti il Segretario Provinciale della Cgil, Giampaolo Di Odoardo "grazie a una mobilitazione partita da Teramo, lo scorso Governo approvò la legge 188, che impediva i licenziamenti operati tramite una lettera di dimissioni fatta firmare in bianco dal lavoratore al momento dell’assunzione, ma ora il Ministro l’ha definita “demenziale” e l’ha cancellata.
In Provincia sono già 98 i casi di licenziamento ottenuti con l'espediente della lettera firmata in bianco riabilitata dal Governo".
Per non parlare della crisi del settore industriale che a livello locale rischia di aggravarsi drasticamente: quasi il 40% della ricchezza prodotta scaturisce dal manifatturiero che traina le altre realtà commerciali. Se le difficoltà di tale settore non vengono risolte l'intero sistema economico teramano rischia il collasso.

Riguardo ai tassi di occupazione il trend si mantiene negativo, nel primo semestre del 2006 infatti i disoccupati erano circa 33 mila, aumentando di oltre 5 mila unità l'anno successivo.
Preoccupanti anche i dati sulle assunzioni a tempo determinato che sono passate da 41.660 nel 2006 a ben 56.516 nel 2007.
Con molta lentezza crescono quelle a tempo indeterminato : dalle 17.098 assunzioni del 2006 si è giunti alle circa 22.160 dell'anno seguente.
Il numero delle cessazioni dei rapporti a tempo indeterminato non smentisce l'aria di crisi, passando da 39.999 nel 2006 a 51.308 nel 2007.
L'analisi della Cgil conferma un clima di forte esasperazione che vede il precariato dilagare, e il lavoro intellettuale restringersi in quanto non considerato a sufficienza a livello economico, tanto da raggiungere in Provincia soltanto il 10% dell'occupazione globale.
Altro dato scottante l'aumento degli infortuni sul lavoro: ai 2.444 registrati nel primo semestre 2007 si sono aggiunti i 2.809 di quest' anno, mostrando un aumento di oltre 300 casi, meno tragica la situazione locale con 2 morti nei primi sei mesi di entrambi gli anni.
Ma la crisi teramana rappresenta solo un tassello della più grande depressione economica che ha investito tutto il Paese.
Come sostiene anche Susanna Camuso, Segretaria Confederale della Cgil, "l' opposizione italiana sembra aver dimenticato il tema lavoro, mostrando come la sinistra abbia reagito tiepidamente alla sconfitta elettorale.
In qualità di Sindacato dobbiamo assolvere il nostro compito. Non possiamo più aspettare".

GDC


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