Messina come L'Aquila: tutto previsto.Solidarietà dagli aquilani

05 Ottobre 2009   13:06  

Un messaggio di solidarietà ai fratelli di Messina da parte degli sfollati aquilani aderenti ai comitati cittadini:

''Vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà alla popolazione messinese. Ancora una volta la mancata prevenzione e la mala edilizia hanno causato una grave tragedia, che in molti aspetti ricorda ciò che è accaduto qui a L'Aquila. Conosciamo bene quel senso di disperazione, rabbia e impotenza che si prova di fronte a catastrofi che nessuno ha saputo o voluto evitare. Sappiamo che ora si tornerà a parlare di ciò che non è stato fatto sul piano della prevenzione e sul piano delle regole e dei controlli sull'edilizia. Purtroppo anche questa volta è già troppo tardi. Quello che sentiamo di augurare alla popolazione del messinese è di mantenere la speranza e la forza per far valere i propri diritti, per fare luce fino in fondo su tutte le responsabilità, noi saremo al loro fianco.''

BERLUSCONI lo ammette: "Era stato tutto previsto".
La furia delle piogge a Messina era stata anticipata dal "centro romano", addirittura era "stato dato l'avviso per tempo", ma poi "le precipitazioni sono state eccezionali", dice il premier. "Perché allora ci sono state 24 vittime e 39 dispersi", si domanda Leoluca Orlando dell'Idv. Berlusconi dà la colpa "all'eccezionalità" dell'evento, ma la gente non è convinta che sia stata solo una calamità naturale. Neppure il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigacomo ne è persuasa. "Questa tragedia poteva essere evitata", aveva detto il giorno dopo la frana che ha inghiottito i palazzi di Giampilieri. Già due anni fa l'acqua aveva trascinato a valle tonnellate di fango.


Prima notte senza pioggia nelle zone colpite dall'alluvione a Messina, dove continuano senza sosta le ricerche dei dispersi rimasti sepolti nel fango e tra i detriti. La Protezione civile ha reso noti i nomi delle vittime identificate dai parenti. Il bilancio provvisorio della tragedia è salito a 25 morti e 34 dispersi. Il cadavere di una donna è stato infatti recuperato in mattinata a Molino, frazione che sovrasta Giampilieri, nella zona più colpita dall'alluvione di Messina.

 L'Unità di crisi della Protezione civile a Messina ha fatto sapere che dei circa 100 feriti ricoverati in ospedale dopo l'alluvione, 70 sono stati dimessi. Dei trenta ancora degenti in diverse strutture sanitarie due sono gravi. Hanno riportato ustioni diffuse su tutto il corpo e sono stati trasferiti in due centri specializzati a Catania e a Palermo.

Berlusconi: "Case come in Abruzzo". Oggi il premier ha sorvolato Messina. Poi è andato in Prefettura a fare il punto della situazione con i soccorritori. "Non lascerò nessuno solo", ha promesso Silvio Berlusconi. "Per l'emergenza idrogeologica mi auguro di poter stanziare un miliardo di euro come abbiamo fatto per le zone a rischio sismico". Ai 500 e più sfollati il premier ha assicurato "case accoglienti di tre piani, con giardini, attrezzate con tutto ciò che serve per continuare a vivere, come in Abruzzo". E come in Abruzzo, ai cittadini colpiti dall'alluvione Berlusconi bloccherà tasse e mutui.

La contestazione di NoPonte. Ad aspettarlo, fuori dalla Prefettura, c'erano gli iscritti al movimento NoPonte che non vogliono il Ponte di Messina né "opere faraoniche" ma interventi contro il rischio di nuove frane. Berlusconi ha preferito entrare da una porta secondaria. Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli invece si è beccato le urla dei manifestanti. "Assassini, Assassini", gli hanno gridato. "Aspettavano i morti per discutere del ponte".

Saviano: "Non incolpate la natura". Perché come denuncia Roberto Saviano, "è stato il cemento abusivo, e non la natura, ad uccidere la gente a Messina. Smettiamola di usare l'espressione consolatoria: tragedia naturale. Purtroppo - ha proseguito Saviano - tra le parole che ci ha rubato la mafia c'è anche la parola onore. E oggi, l'onore del paese si difende impedendo che non ci facciano chiamare le cose per come sono o raccontare il paese per come è".


L'inchiesta. Il medico legale Fabrizio Perri, incaricato dalla Procura della Repubblica di Messina dell'esame esterno sui cadaveri, ha già completato gli accertamenti su 19 delle salme finora recuperate. Nel fascicolo aperto dalla Procura si ipotizza il reato di disastro colposo, al momento a carico di ignoti.

Strade e ferrovie. Intanto continuano le operazioni di ricerca e di ripristino delle infrastrutture nella zona del disastro. La ferrovia e la Statale 114 Messina-Catania restano bloccate, mentre sono aperte due corsie dell'autostrada A18, una per direzione.

Schifani. Nel pomeriggio a Messina è atteso il presidente del Senato Renato Schifani. Sorvolerà la zona colpita dalle frane dopo il nubifragio e alle 15.30 incontrerà gli sfollati all'hotel Europa di Messina Sud, in località Pisturina. Alle 16 Schifani sarà al palazzetto dello sport di Mili.




Stanziamenti. Berlusconi ha sottolineato che la necessità, rimarcata da Guido Bertolaso, di stanziare 25 miliardi di euro per mettere in sicurezza il territorio "è una provocazione che il capo della nostra Protezione civile ha ritenuto di dover fare per rendere consapevoli tutti noi che c'è molto da fare". Da qui l'assicurazone del premier che sarà stanziata una "cifra importante" da destinare, per cominciare, alle zone più pericolose da un punto di vista idrogeologico.

Polemiche. Ma non si placano le polemiche. Ieri ad aspettare il premier fuori dalla Prefettura, c'erano gli iscritti al movimento NoPonte che non vogliono il Ponte di Messina né "opere faraoniche" ma interventi contro il rischio di nuove frane. Berlusconi ha preferito entrare da una porta secondaria. Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli invece si è beccato le urla dei manifestanti. "Assassini, Assassini", gli hanno gridato. "Aspettavano i morti per discutere del ponte".

Matteoli e il Ponte. "Una situazione disastrosa, anche se poteva andare molto peggio", ha detto oggi il ministro intervenendo a La telefonata su Canale 5. Matteoli ha però assicurato che il Ponte sullo Stretto si farà. Anzi, ha sottolineato, se fossero già inziate le opere collaterali alla realizzazione del ponte vero e proprio, con le ''migliorie al territorio previste'' forse ''il disastro sarebbe stato inferiore''.

Il ministro, riferendosi alla richiesta del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di pensare più alla sicurezza e meno alle opere faraoniche, dice di ''non sapere se l'allusione fosse al ponte sullo Stretto di Messina. Io non mi permetto di polemizzare col capo dello Stato, però voglio chiedere: cosa c'entra il ponte di Messina? Non si è costruito ancora, non si è messa nemmeno la prima pietra e possiamo imputare quanto accaduto al ponte di Messina?''. In ogni caso, chiarisce Matteoli, ''non è che ho a disposizione la cifra per costruire il ponte nella cassaforte del ministero. Il ponte si costruisce attraverso il project financing, attraverso i privati e quindi non è che quei soldi si possono dirottare per mettere in sicurezza il territorio".

I primi stanziamenti. Commissario per l'emergenza alluvione è stato nominato Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia. Ha già stanziato 20 milioni di euro e come prima mossa urbanistica, ha annunciato che nell'area del disastro "non potranno esserci aumenti di cubatura". Ma la situazione "resta grave", dice Guido Bertolaso, capo della Protezione civile.

Duemila volontari. L'ultimo bilancio ufficiale delle vittime è salito a quota 24 con il ritrovamento dei cadaveri di due donne, ma i dispersi - che nessuno crede più in vita - sono 39. Duemila uomini li cercano tra le macerie e il fango con l'aiuto di quasi 500 automezzi; lavorano senza sosta sotto una pioggia che non ha ancora abbandonato quella terra già così martoriata.

Ritrovata la madre, si cerca la figlia di 4 anni. In mattinata, i cani antivalanga avevano indicato con il loro fiuto almeno quattro presenze umane sotto il fango a Giampilieri. Ma si sbagliavano: solo una delle segnalazioni era corretta. In una gola, sommerso da due metri di detriti, accanto ad una palazzina parzialmente crollata, c'era il cadavere di Teresa Macina, 40 anni, polacca, che quella maledetta sera era a casa con la figlia Ilaria di 4 anni. "Ero al bar con l'altro figlio, Anselmo che ha 8 anni", ricorda con gli occhi lucidi Giuseppe De Luca, 51 anni, il marito di Teresa. "Ho visto la frana venire giù. Prima scendeva acqua pulita, poi sempre più sporca. Un boato e la montagna è crollata". La frana ha portata via la casa di Giuseppe e con i muri, terra e acqua hanno trascinato lontano sua moglie, sua figlia, e sua madre, Giuseppa Calogera di 82 anni. Ancora non si sa dove il fango ha sommerso la bambina e sua nonna.

Ancora una vittima. Ritrovato invece il cadavere della 24esima vittima, Elena De Luca, un'anziana dispersa a Scaletta marina. Nelle ore scorse era stato recuperato il corpo del marito della donna, Letterio Laganà di 70 anni.

Gli sfollati. Senza casa sono rimasti in 524, rifugiati in alberghi e residence: "Nessuno resterà solo", ha ripetuto il presidente del Consiglio usando le parole che aveva già pronunciato alle gente d'Abruzzo. "Fratelli nel dolore", come ha scritto il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente che al suo omologo di Messina, Giuseppe Buzzanca.


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