Metilparaben subisce un furto: la cronaca

23 Gennaio 2009   18:18  

Seguite attentamente, amici miei, ché in questa storia i dettagli sono importanti.

Giovedì 22 gennaio 2008


Ore 18:15
Arrivo in piscina insieme ai miei due figli, che alle 18:30 inizieranno la loro lezione di nuoto.
Ore 18:25
Dopo aver aiutato i bambini a cambiarsi, passo dallo spogliatoio alla sala d'ingresso della piscina, dalla quale si può assistere alla lezione di nuoto attraverso un vetro.
Ore 18:30
Nella sala d'ingresso incontro la madre di due compagni di nuoto dei miei figli, alla quale consegno due accappatoi in microfibra che la mia ex moglie si era presa l'impegno di comprarle e che mi ha dato quando sono andato a prendere i bambini, pregandomi di consegnarli alla destinataria: lei li prende e mi restituisce i quaranta euro del loro prezzo. Metto i soldi nel portafoglio.
Ore 18:35
Propongo alla madre dei due compagni dei bambini di andare a prendere un aperitivo insieme in un bar vicino alla piscina: lei accetta volentieri e ci avviamo.
Ore 18:55
Dopo aver bevuto due spritz, io e la mia amica ci dirigiamo verso l'uscita del bar: mi avvicino alla cassa e pago, ché come sapete sono un tipetto educato, oltre che un convinto maschilista.
Ore 19:05
Dal bar, torniamo al centro sportivo e ci fermiamo nella sala col vetro: mentre guardo i bambini che nuotano e li saluto di quando in quando con la mano, parlo al telefono con una mia amica spiegandole la questione del testamento biologico, la non-posizione del PD e il disegno di legge della maggioranza.
Ore 19:20
Sono ancora nella sala col vetro e ho finito la telefonata. Mi viene in mente di controllare quanto mi è rimasto nel portafoglio e di separare i miei soldi dai quaranta euro degli accappatoi, onde mettere questi ultimi nella tasca di mio figlio grande quando avrà finito di cambiarsi, in modo che possa darli alla madre quando l'avrò riaccompagnato a casa; il conteggio mi dice che oltre a quei soldi ho duecentosessanta euro e qualche spiccio. Metto il portafoglio nella tasca del cappotto.
Ore 19:25
Dalla vetrina vedo i bambini che escono dall'acqua: mi avvio verso lo spogliatoio per aiutarli a farsi la doccia e a cambiarsi.
Ore 19:27
Mi tolgo il cappotto e l'appoggio sulla mensola sopra la panca dello spogliatoio, più o meno all'altezza del punto in cui ho lasciato gli zaini dei miei figli. La stanza è piena di genitori (specialmente mamme), la maggior parte dei quali piuttosto conosciuti, e di marmocchi fradici che corrono di qua e di là: un gran casino, insomma, come succede nelle piscine frequentate dai bambini appena dopo la fine di una lezione di nuoto.
Ore 19:45
Dopo aver aiutato i miei figli a lavarsi, asciugarsi i capelli e vestirsi, prendo il cappotto sulla mensola, me lo infilo e saluto i genitori ancora presenti, tra cui la mia amica dell'aperitivo. Dopo qualche passo metto la mano sulla destra del petto e mi accorgo che il rigonfiamento del portafoglio nella tasca non c'è più.
Ore 19:50
Dopo aver cercato dappertutto, compresi gli zaini dei miei figli, mi rassegno all'idea che il portafoglio mi sia stato rubato. Trecento bigliettoni andati, penso, l'avessi saputo me li sarei bevuti tutti ieri sera.
Ore 19:55
Mentre riporto in macchina i bambini a casa loro, telefono e blocco la Cartasi e il Bancomat che avevo nel portafoglio insieme ai soldi. Meno male che l'ho fatto subito, penso, così non potranno utilizzarli e rubarmi altri soldi oltre ai contanti che hanno già intascato.

Venerdì 23 gennaio 2008

Ore 11:00
Come ogni venerdì, mi collego al sito della banca per scaricare l'estratto conto della mia società. Già che ci sono decido di stampare anche i movimenti del mio conto personale, e mi accorgo con meraviglia che il giorno prima risulta un prelevamento di 250 euro. Rifletto un istante e realizzo di non aver fatto io quel prelievo, anche perché avevo già parecchi soldi in tasca. Capita l'antifona, mollo tutto e mi precipito in banca.
Ore 11:30
Dopo un colloquio col direttore della banca appuro che il prelevamento è stato effettuato il giorno precedente alle 19:44, circa un quarto d'ora dopo aver lasciato il mio cappotto sulla mensola, e circa un quarto d'ora prima che bloccassi tutte le carte: l'operazione è stata fatta da uno sportello in centro, a qualche chilometro di distanza dalla piscina; almeno un quarto d'ora di strada, traffico permettendo, a patto di usare un veicolo a due ruote e correre parecchio. Il direttore, dopo aver fatto un'apposita telefonata, mi comunica altresì che sono stati effettuati altri due prelevamenti, rispettivamente di 25o euro e di 160 euro, utilizzando la carta di credito: il primo da una banca a qualche minuto di distanza dal centro sportivo, il secondo presso uno sportello a metà strada tra la piscina e il posto in cui è stata effettuata l'operazione col bancomat. Ovviamente, i codici PIN non erano nel portafoglio insieme alle carte: sarà difficile, tuttavia, che il gestore della carta di credito mi rimborsi l'importo dei prelevamenti fraudolenti, perché il disconoscimento delle spese, mi spiega il direttore, in genere è accolto favorevolmente solo in caso di acquisti effettuati con firma.
Ore 15:00
Esco dal commissariato in cui ho sporto la denuncia: sono stati tutto molto gentili, mi hanno assicurato che controlleranno i filmati degli sportelli in cui sono avvenuti i prelevamenti e mi hanno esortato a chiedere indietro i soldi al gestore della carta di credito. Continua a pungermi vaghezza, tuttavia, che ottenere il rimborso sarà difficilissimo.
Ore 16:00
Inizio a scrivere questo post, nel quale vi invito a riflettere sul fatto che qualcuno, in un contesto tutt'altro che ostile, è riuscito a fregarmi quasi mille euro in meno di mezz'ora: il tutto dimostrando una sagacia e una velocità d'esecuzione stupefacenti, percorrendo più di qualche chilometro in lungo e in largo per la città e bypassando chissà come due diversi codici segreti.
Si accettano osservazioni, suggerimenti e considerazioni consolatorie.
Saluti.

(metilparaben.blogspot.com)


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