Milleproroghe: una disfatta per l'editoria e le tv locali

Taglio di 45 mln di euro per le tv locali

30 Dicembre 2010   17:27  

AGGIORNAMENTO

ORE 17.00

Dietro il taglio dei fondi all'editoria c'e' per l'Fnsi un disegno chiaro del governo: "Spegnere le voci scomode". Ne e' convinto Franco Siddi, segretario nazionale del sindacato dei giornalisti, che oggi ha rivolto un appello alle forze politiche affinche' si battano per restituire all'editoria i 50 milioni di euro per il 2011 tagliati dal milleproproghe. L'occasione e' stata una conferenza stampa convocata a Montecitorio dal Comitato per la liberta', il diritto all'informazione e alla cultura cui aderiscono tra gli altri anche Mediacoop, Cgil e Articolo 21.

Si e' trattato "dell'ennesimo scippo, anzi di una rapina con destrezza", ha sottolineato Siddi. Il taglio e' stato deciso dal consiglio dei Ministri all'indomani della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della finanziaria che aveva restituito al settore 100 milioni di euro, dopo una battaglia politica bipartisan. Un'anomalia mal digerita. "Il voltafaccia del governo e' stato uno schiaffo al parlamento", ha sottolineato, "e puo' rivelarsi un colpo mortale per 92 testate gestite da cooperative, che danno lavoro a circa 4000 persone". Perche' anche se le Camera dovessero porre rimedio alla decurtazione, ha ricordato, proprio in questi giorni le cooperative editoriali stanno negoziando con le banche i fidi per il 2011, dal momento che solo adesso stanno ricevendo i contributi del 2009. E visti i tagli in arrivo potrebbero vedersi negati il prestito.

Da qui l'appello al parlamento, ma anche al governo. "Il sottosegretario Paolo Bonaiuti si e' impegnato e c'e' la possibilita' di un incontro il 10 gennaio", ha riferito Siddi, "non lasceremo nulla di intentato".
Sul ruolo di Bonaiuti ha insistito anche Articolo21. "Spetta a lui andare dal premier Silvio Berlusconi, del quale e' portavoce, a chiedere il ripristino di quanto promesso. Oppure si dimetta", ha detto Michele Cervo a nome anche di Beppe Giulietti.

A infastidire molto il sindacato e le altre associazioni e' che si sia accreditata la versione che il taglio del 5 per mille fosse stato necessario per finanziare l'editoria. "E' stato ignobile far passare il sindacato come quello che voleva affamare l'associazionismo", ha spiegato il presidente dell'Fnsi Roberto Natale. "Perche' invece non prendere i soldi altrove, per esempio dalle frequenze digitali", ha chiesto. Comunque, ha aggiunto, "siamo noi che sfidiamo il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sul terreno del rigore. Perche' non taglia le mani ai furbi?". E poi, ha aggiunto, "nel paese del conflitto degli interessi il sindacato non puo' accettare che alcune voci dell'informazione siano chiusi, mentre i piu' forti si arricchiscono in un regime di monopolio o oligopolio".

Adesso si cerchera' di porre rimedio e il Pd, con Vincenzo Vita, ha gia' preannunciato un emendamento al milleproproghe, subito sostenuto da Francesco Barbato dell'Idv. In caso contrario, nel fondo resterebbero solo 135 milioni di euro.

"Ho gia' parlato con il presidente della commissione Bilancio Azzollini che se lo attende", ha spiegato, e che dovrebbe raccogliere appoggi da entrambi gli schieramenti, com'era successo gia' con la finanziaria quando furono rimessi a bilancio cento milioni tagliati. Ma anche cosi', per il settore potrebbe continuare quello che il senatore del Pd Vincenzo Vita ha definito "un indecoroso killeraggio", grazie a una perdurante incertezza sui fondi. "Sarebbe ora di mettere un punto fermo e trovare una soluzione con una legge di sistema", ha spiegato Lelio Grassucci di Mediacoop. "Noi entro un mese e mezzo presenteremo una proposta di legge che salvi il mondo dell'editoria, consenta alle imprese di avere un futuro, ma anche di far risparmiare lo Stato eliminando gli sprechi", ha preannunciato.

 

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Un Milleproroghe che brucia il DL n. 225 del 29 dicembre 2010,  in vigore da ieri, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 303, recante “proroga di termini previsti da disposizioni legislative e di interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie” (c.d. “decreto milleproroghe”). Il decreto che stabilisce la proroga a 6 mesi per la riscossione dei contributi sospesi ai terremotati d'Abruzzo, colpisce duramente l'editoria.
Ad essere penalizzate sembrano essere le tv locali. Il Milleproroghe pubblicato ieri è una vera disfatta.
A gridare all'allarme è Francesco Soro, presidente del Coordinamento Nazionale dei Corecom, gli organi regionali di garanzia e controllo sulle telecomunicazioni.

Il decreto milleproroghe elimina 45 milioni di euro destinati all'emittenza radiotelevisiva locale e dimezza, da 100 a 50 milioni, i fondi a sostegno dell'editoria per il 2011, previsti da un provvedimento uscito solo il 21 dicembre 2010 sulla Gazzetta Ufficiale.

"Se fosse vero, sarebbe un grave errore" commenta il Presidente del Coordinamento Nazionale dei Corecom, Francesco Soro. “Sottrarre risorse alle tv locali -spiega Soro- significherebbe non soltanto recare danno a un’industria che rappresenta un’autentica ricchezza culturale del Paese e dei suoi territori, ma soprattutto mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro”.

I tagli all'editoria, serviranno a finanziare una delle proroghe: quella del 5 per mille.
Le risorse complessive destinate al 5 per mille nell’anno 2011 sono quantificate in 400 milioni di euro. Di questi, una quota di 100 milioni andrà a finanziare la ricerca e l’assistenza ai malati di Sla.

“Il taglio delle risorse rischia di pregiudicare la rivoluzione digitale, che” - commenta ancora Soro - “è a metà del cammino e per essere completata non può prescindere da una forte convergenza tra le forze politiche, i player industriali e i territori. Mi auguro pertanto ci sia spazio per un ripensamento da parte del Governo”.

Una scelta grave il taglio all'editoria, percepita come tale da tutti coloro che lavorano nella comunicazione. ‘‘Resto attonito e non posso non sottolineare che un tale modo di procedere evidenzia l’arbitrarietà di scelte politiche non coerenti e il totale disinteresse per chi amministra aziende in gravi situazioni finanziarie”, è  il duro commento di Carlo Malinconico, Presidente della Federazione degli editori giornali.

‘‘Senza dubbio questo potrebbe essere il colpo decisivo assestato dal Governo Berlusconi all’emittenza locale, che potrebbe portare al definitivo tracollo del comparto gia’ messo a dura prova da una serie di azioni attuate proprio attraverso la Legge di stabilità recentemente approvata dalle Camere”, sottolinea Frt, l’associazione che raggruppa le tv locali, mentre la Federazione Nazionale della Stampa Italiana usa parole dure, parla di ”governo schizofrenico” e di ”vendetta politica” e si augura ”di essere smentita nelle prossime ore su un nuovo taglio che adottato come uno scippo con destrezza sarebbe un pubblico delitto”.

Per Art.21 si ”conferma così l’ostilità dell’esecutivo nei confronti di tutte quelle voci che non obbediscono alla logica del conflitto di interessi’‘. ”Il governo ha mantenuto gli impegni e ha messo nel decreto milleproroghe l’intera copertura per il cinque per mille – sottolinea Lupi -. Mi sembra una conquista non del centrodestra o del centrosinistra ma di tutti i cittadini’‘

La reazione a questi tagli non è solo tecnica ma anche politica ”Se davvero sono stati tagliati questi fondi, si tratterebbe di un vero e proprio ceffone dato sotto l’albero da Tremonti – dice Vincenzo Vita del Pd. Sono a rischio almeno cento testate, la metà proprio a rischio chiusura, e almeno 4 mila posti di lavoro”.

 

Dietro il taglio dei fondi all'editoria c'e' per l'Fnsi un disegno chiaro del governo: "Spegnere le voci scomode". Ne e' convinto Franco Siddi, segretario nazionale del sindacato dei giornalisti, che oggi ha rivolto un appello alle forze politiche affinche' si battano per restituire all'editoria i 50 milioni di euro per il 2011 tagliati dal milleproproghe. L'occasione e' stata una conferenza stampa convocata a Montecitorio dal Comitato per la liberta', il diritto all'informazione e alla cultura cui aderiscono tra gli altri anche Mediacoop, Cgil e Articolo 21.

Si e' trattato "dell'ennesimo scippo, anzi di una rapina con destrezza", ha sottolineato Siddi. Il taglio e' stato deciso dal consiglio dei Ministri all'indomani della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della finanziaria che aveva restituito al settore 100 milioni di euro, dopo una battaglia politica bipartisan. Un'anomalia mal digerita. "Il voltafaccia del governo e' stato uno schiaffo al parlamento", ha sottolineato, "e puo' rivelarsi un colpo mortale per 92 testate gestite da cooperative, che danno lavoro a circa 4000 persone". Perche' anche se le Camera dovessero porre rimedio alla decurtazione, ha ricordato, proprio in questi giorni le cooperative editoriali stanno negoziando con le banche i fidi per il 2011, dal momento che solo adesso stanno ricevendo i contributi del 2009. E visti i tagli in arrivo potrebbero vedersi negati il prestito.

Da qui l'appello al parlamento, ma anche al governo. "Il sottosegretario Paolo Bonaiuti si e' impegnato e c'e' la possibilita' di un incontro il 10 gennaio", ha riferito Siddi, "non lasceremo nulla di intentato".
Sul ruolo di Bonaiuti ha insistito anche Articolo21. "Spetta a lui andare dal premier Silvio Berlusconi, del quale e' portavoce, a chiedere il ripristino di quanto promesso. Oppure si dimetta", ha detto Michele Cervo a nome anche di Beppe Giulietti.

A infastidire molto il sindacato e le altre associazioni e' che si sia accreditata la versione che il taglio del 5 per mille fosse stato necessario per finanziare l'editoria. "E' stato ignobile far passare il sindacato come quello che voleva affamare l'associazionismo", ha spiegato il presidente dell'Fnsi Roberto Natale. "Perche' invece non prendere i soldi altrove, per esempio dalle frequenze digitali", ha chiesto. Comunque, ha aggiunto, "siamo noi che sfidiamo il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sul terreno del rigore. Perche' non taglia le mani ai furbi?". E poi, ha aggiunto, "nel paese del conflitto degli interessi il sindacato non puo' accettare che alcune voci dell'informazione siano chiusi, mentre i piu' forti si arricchiscono in un regime di monopolio o oligopolio".

Adesso si cerchera' di porre rimedio e il Pd, con Vincenzo Vita, ha gia' preannunciato un emendamento al milleproproghe, subito sostenuto da Francesco Barbato dell'Idv. In caso contrario, nel fondo resterebbero solo 135 milioni di euro.

"Ho gia' parlato con il presidente della commissione Bilancio Azzollini che se lo attende", ha spiegato, e che dovrebbe raccogliere appoggi da entrambi gli schieramenti, com'era successo gia' con la finanziaria quando furono rimessi a bilancio cento milioni tagliati. Ma anche cosi', per il settore potrebbe continuare quello che il senatore del Pd Vincenzo Vita ha definito "un indecoroso killeraggio", grazie a una perdurante incertezza sui fondi. "Sarebbe ora di mettere un punto fermo e trovare una soluzione con una legge di sistema", ha spiegato Lelio Grassucci di Mediacoop. "Noi entro un mese e mezzo presenteremo una proposta di legge che salvi il mondo dell'editoria, consenta alle imprese di avere un futuro, ma anche di far risparmiare lo Stato eliminando gli sprechi", ha preannunciato.


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