Moni Ovadia a L'Aquila porta in scena una lezione di civiltà

23 Gennaio 2012   17:52  

Quella portata ieri in scena da Moni Ovadia a L'Aquila è stata un lezione di civiltà. Lo spettacolo, Noi/Altri inserito nel cartellone della "Barattelli" ha voluto rompere gli argini dell'ignoranza, dell'indifferenza arroganza che produce odio.

Lo spettacolo nasce da un'idea musicale di Mario Ancillotti e Paolo Rocca.

Siamo diversi e non per questo lontani, ci dice Moni Ovadia nella spettacolo di cui si fa mattatore, con sagaci battute in stile ebraico, e con interpretazioni toccanti di brani di cultura rom ed ebraica.

Ci crediamo tutti "migliori, culturalmente superiori" senza sapere che le nostre radici non sono diverse da quelle che consideriamo la feccia.

NOI/ALTRI mostra le influenze delle tradizioni musicali di popoli che hanno attraversato nei secoli l’Europa venendo in contatto con culture diverse, e quanto queste ultime siano più o meno consapevolmente debitrici di un patrimonio espressivo ed artistico divenuto ormai comune e condiviso: radici esterne di una pianta comune e simbiotica.

E racconta Moni Ovadia della musica rom, di quel virtuosismo che Schostakovic considerava poesia pura. I rom come gli ebrei sono un popolo nel vero senso della parola, hanno un'identità culturale, una lingua, un'arte, un modo di sentire, ma sono più popolo degli europei di oggi, che popolo lo sono solo per confini geografici.  I rom e gli ebrei hanno spaventato perché sono riusciti a essere popolo transfrontaliero, difficile da incasellare.

Rom, ebrei, omosessuali, handicappati, slavi, tutte minoranza, si fa per dire, vive e vibranti nella loro diversità, e quella vita va annientata. Così pensava Hitler così pensa ancora oggi qualcuno.

Sul palco dell'Auditorium della Guardia di Finanza, due orchestre, una da camera con strumenti classici, il complesso Ensemble Nuovo Contrappunto diretto da Mario Ancillotti e una con musicisti Klezmere Rom – la Moni Ovadia Stage Orchestra,  entrambe ensemble eccellenti della stessa musica, quella di straordinari compositori come Brahms che dell'altro non hanno mai avuto timore ma anzi desiderio profondo di scoperta.

E Ovadia ricorda tutti coloro che sono stati annientati dalla violenza, dall'ignoranza, come quei sommersi morti nel mare che lambisce le coste italiane, nel tentativo di trovare nuova vita.

La vitalità dei soppressi si esprime in un virtuosismo straordinario che si è potuto ascoltare sul palco dell'Auditorium della Guardia di Finanza.

Moni Ovadia ha anche ricordato L'Aquila, dicendo "abbiamo bisogno di voi, il mondo ha bisogno di voi."

di Barbara Bologna


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