Monta la protesta dei sindaci terremotati: Restituiamo le fasce

La mancata proroga del pagamento delle tasse

23 Luglio 2009   14:36  

Fra i sindaci dell‘aquilano monta la protesta contro il governo, dopo la decisione di riprendere la riscossione dei tributi - il cui pagamento fu sospeso all‘indomani del sei aprile - a partire dal primo gennaio 2010. Il presidente Silvio Berlusconi nei giorni scorsi aveva fornito formale rassicurazione al governatore Gianni Chiodi garantendo che sarebbe intervenuto con propria ordinanza per prorogare la sospensione del pagamento delle tasse.

“Non ho alcuna difficoltà a ritenere che il Governo, così come ufficialmente dichiarato dai suoi massimi esponenti, procederà senza alcuna remora a prorogare più volte, per un periodo complessivo congruo, i termini di scadenza per il pagamento delle imposte“. Così il presidente della Regione commentò la notizia dell’impegno assunto da Palazzo Chigi.

La pensano diversamente i sindaci dei 49 Comuni, diventati nei giorni scorsi 57, molti dei quali sulla scia della provocazione lanciata dal collega del capoluogo Massimo Cialente, minacciano ora di riconsegnare direttamente al capo dello Stato la fascia tricolore.

Mentre si attende il maxi emendamento del governo sul decreto anti-crisi dal quale ci si attendono risposte proprio sul pagamento dei tributi da parte dei terremotati, i primi cittadini del cratere di diversa estrazione politica sembrano essere tutti d’accordo, forse perché accomunati dalle stesse criticità: i centri storici sul cui futuro campeggia un grande punto interrogativo, i contributi, l’economia che si assottiglia ma soprattutto le tasse, che “il governo ci chiede di tornare a pagare - dicono in molti - come se qui fosse tornato tutto alla normalità“.

Il sindaco dell’Aquila chiede inoltre al commissario Bertolaso la modifica dell’ordinanza sulle case classificate “E” e di pubblicare al più presto “le linee guida per la ricostruzione”, “perché - avverte Cialente - “adesso gli aquilani sono un pò tutti come anestetizzati ma a settembre si sveglieranno e si renderanno conto che qui non è ripartito niente”.

E le preoccupazioni del sindaco si sentono tutte andando in giro fra gli sfollati sparpagliati fra tendopoli e strutture ricettive della costa, tutti confidano nell’assegnazioni di un appartamento del piano C.a.s.e., che però darà un tetto a sole 13mila-15mila persone.

La protesta poi dilaga anche al di là del Gran Sasso e in Valle Peligna, la recente integrazione della lista con i Comuni colpiti dal sisma ha provocato la reazione di quelli che ancora una volta sono stati esclusi, è il caso di Crognaleto e Isola del Gran Sasso in provincia di Teramo, che annunciano anche ricorsi al Tar. Il sindaco di Raiano propone ai colleghi della Valle Peligna di restituire le fasce tricolore.

Per lo stesso motivo il sindaco di Aielli, nella Marsica, ha inviato una nota di protesta alla presidenza del Consiglio, alla prefettura e alla Protezione civile.

(MS)


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