Morte di un operaio. La strage continua

26 Novembre 2008   15:24  

E 'morto Diego Malvone, 34 anni, operaio titolare di una ditta edile.  Colpito violentemente alla testa dal braccio di una gru, durante l'esecuzione di alcuni lavori di costruzione di un edificio in Via Ariosto a Roseto. A manovrae la gru il fratello. L'operaio è stato ricoverato in condizioni critiche nell'ospedale di Giulianova. Poco dopo il suo arrivo, però, l'uomo è deceduto per le gravi ferite riportate. La ricognizione cadaverica parla di trauma cranico e toracico da schiacciamento.
La famiglia Malvone e' molto conosciuta a Roseto per essere legata alla squadra di Calcio del Morro.
«Desidero esprimere, a nome dell'intera comunità rosetana, nonchè della Giunta municipale, i sentimenti di cordoglio, di solidarietà e di vicinanza ai familiari dell'operaio deceduto e ai colleghi di lavoro", ha scritto in una nota il sindaco di Roseto, Franco Di Bonaventura."Ancora una volta - osserva il primo cittadino - la realta' produttiva della provincia teramana e' stata duramente e drammaticamente colpita con un altro infortunio mortale sul lavoro. Ci troviamo di fronte, ormai, ad una vera e propria piaga sociale". Dai famigliari un ben più significativo silenzio carico di dolore e rabbia.

IL BILANCIO DELLA VERGOGNA

Nei primi sei mesi del 2008 si sono verificati, in Abruzzo, 11.723 infortuni sul lavoro, con 14 morti, a fronte degli 11.387 infortuni dello stesso periodo del 2007, quando i morti sono stati 11.

La regione continua a detenere la maglia nera, su questo fronte, e quello della sicurezza rappresenta un problema di 'assoluta priorità. Tra i dati da mettere in evidenza c'e' quello degli infortuni che si sono verificati in Abruzzo negli ultimi venti anni, tra il 1987 e il 2007, che sono stati 607.683, di cui 952 mortali.

Preoccupa, poi, l'aumento delle malattie professionali, del mobbing, dei disturbi psichici e dei tumori, non sempre indennizzati dall'Inail. Uno dei problemi principali, in merito alle morti bianche, e' che la regione Abruzzo non e' attrezzata per la prevenzione e il controllo, tant'e' che i dipartimenti di prevenzione delle Asl dispongono solo di 73 unita' contro le 285 previste nel Piano Sanitario Regionale.

Preocupa l'elevato indice di pericolosita' delle lavorazioni, l'aumento dei ragazzi vittime di infortunio e la crescita degli infortuni tra le donne. Viviamo in in una regione in cui ci sono quattro infortuni al giorno di media gravita'. In Abruzzo, poi, continuiamo ad avere dei manager delle Asl superpagati che dovevano rilanciare la prevenzione ma non hanno affatto promosso i controlli. E in questa situazione le imprese sane, quelle che rispettano le norme, rischiano di uscire fuori dal mercato perche' non ce la fanno a subire la concorrenza. Per quanto riguarda, poi, le rendite ai superstiti, in Abruzzo quelle per invalidita' permanente sono 27.121 e nonostante l'Inail abbia degli utili spaventosamente alti, le tabelle per l'invalidita' considerano il corpo come composto da tanti pezzi diversi e con valori diversi. La politica,risultati alla mano se ne frega. 

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