Muore dopo operazione rimandata, risarcimento milionario alla famiglia: ecco cos'è accaduto

23 Ottobre 2024   15:04  

Il tribunale condanna la Asl a risarcire la famiglia con circa un milione di euro per malasanità.

La Asl di Pescara è stata condannata a risarcire con 930mila euro i parenti di una donna di 61 anni, deceduta a causa di un'operazione chirurgica rimandata, nonostante la gravità delle sue condizioni. La sentenza del tribunale ha stabilito che il ritardo nell'intervento ha violato le linee guida mediche e le buone pratiche cliniche, portando al tragico decesso della paziente.

La vicenda risale a quando la donna si recò al Pronto soccorso con forti dolori addominali e febbre alta. Nonostante il sospetto di una perforazione intestinale, l’intervento chirurgico necessario venne posticipato, portando a un irreparabile peggioramento della situazione. La paziente, in attesa dell’operazione, sviluppò una grave sepsi e insufficienza renale, che portarono al suo decesso nonostante un successivo tentativo di drenaggio laparoscopico.

La famiglia della vittima, devastata dalla perdita, decise di rivolgersi all'avvocato Gabriele Chiarini del Foro di Chieti, denunciando la Asl per malasanità. L'avvocato ha ricostruito in tribunale la sequenza di errori che hanno portato alla morte della donna, sostenendo che la condotta dei sanitari, attendista e in violazione delle linee guida, sia stata la causa principale del peggioramento delle condizioni della paziente.

"Nonostante la gravità della situazione, il necessario intervento chirurgico venne rimandato senza giustificato motivo, e questo ha causato il tragico epilogo", ha dichiarato l’avvocato Chiarini. "La perdita di una vita umana rappresenta una tragedia senza eguali. Nessun risarcimento potrà mai colmare il vuoto lasciato da questa perdita, ma speriamo che il riconoscimento ottenuto possa offrire un minimo di conforto alla famiglia".

Il risarcimento di 930mila euro include sia i danni patrimoniali che non patrimoniali, con un particolare riferimento al danno parentale, ovvero la sofferenza derivante dalla perdita del rapporto con la persona deceduta.

L’avvocato ha sottolineato l'importanza della tempestività nelle cure, ribadendo che ogni ritardo non necessario può comportare conseguenze irreparabili. "Siamo soddisfatti di aver ottenuto giustizia per questa famiglia in un momento così difficile", ha concluso. L’intera vicenda riporta l'attenzione su un tema cruciale: l'efficienza e la responsabilità del sistema sanitario.

Il caso mette nuovamente in luce le criticità che ancora oggi affliggono la sanità italiana, richiamando l’importanza di un servizio che sappia garantire non solo cure adeguate ma anche tempestive, prevenendo eventi avversi evitabili.


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