Nel giorno della Perdonanza, un pensiero ad altre catastrofi

28 Agosto 2010   11:12  

 

Il messaggio della Perdonanza celestiniana, sia laico che religioso, è quello dell'aprire le porte del cuore al mondo. Un pensiero deve dunque andare oggi ad altre tragedie rispetto a quella che ha colpito il sei aprile 2009 il territorio aquilano.

Un pensiero dunque al popolo di Haiti: otto mesi fa un devastante terremoto ha provocato oltre 230.000 vittime, 300.000 feriti e oltre un milione di senza tetto. La situazione è tuttora difficilissima. Un pensiero poi ovviamente al popolo pakistano che in queste ore lotta contro una terrificante alluvione.

Pakistan, dramma infinito, un milione di sfollati nelle ultime 48 ore

Le piogge torrenziali non danno tregua al Pakistan dove negli ultimi due giorni un altro milione di persone è stato costretto ad abbandonare le proprie abitazioni nel sud del paese.


Le già difficili operazioni di soccorso dei 17 milioni di pachistani colpiti dalle alluvioni delle ultime settimane si sono fatte inoltre ancora più drammatiche ieri quando è circolata la notizia dell'uccisione di tre operatori umanitari per mano dei talebani.

A riferirlo è la Fides, l'agenzia delle Pontificie opere missionarie che, citando un sacerdote che vive in Pakistan da oltre 30 anni, ha raccontato di un raid compiuto da un gruppo di estremisti islamici in due villaggi della Valle di Swat tra il 24 e il 25 agosto scorsi. Nel corso dell'operazione, che secondo Fides le autorità locali avrebbero tentato di tenere nascosta per non gettare nel panico le organizzazioni umanitarie impegnate nell'emergenza, sarebbero stati feriti anche alcuni abitanti dei due villaggi.

La nazionalità delle tre vittime per il momento è ignota, ma si tratterebbe quasi certamente di cittadini pachistani. Se la notizia della loro uccisione fosse confermata si tratterebbe dei primi omicidi di operatori umanitari dopo che nei giorni scorsi il portavoce di Tehrik-i-Taliban, l'ombrello che raccoglie numerose organizzazioni estremiste del paese, aveva minacciato le ong straniere giunte in soccorso degli alluvionati, accusandole di essere animate «da secondi fini». Anche la località dove è avvenuto l'attacco sembra tutto fuorché casuale: la Valle di Swat è stata negli ultimi anni uno dei principali campi di battaglia nel conflitto che oppone i talebani pachistani alle forze armate di Islamabad.

Le cattive notizie non provengono solo dal fronte dei soccorsi, costretto a misurarsi con una crisi ogni giorno più vasta e sfaccettata. Le piogge hanno continuato a seminare distruzione nelle ultime 48 ore, costringendo, secondo le stime dell'Onu, un milione di persone ad abbandonare le proprie abitazioni nel sud del paese.
L'Indo, il maestoso fiume che attraversa da nord a sud tutto il Pakistan ha sfondato gli argini in più punti e ancora una volta i tentativi delle agenzie governative e dell'esercito di ergere barriere in grado di contenerlo si stanno rivelando vani.

Se la situazione nella provincia meridionale del Sindh è ancora in divenire, con ogni giorno nuovi villaggi evacuati, nelle regioni settentrionali del paese il quadro dei danni provocati dall'alluvione va facendosi drammaticamente più chiaro di ora in ora. Secondo una portavoce della National disaster management authority è sempre più probabile che il numero finale delle vittime del disastro sarà molto superiore a quello ufficiale, incredibilmente fermo ormai da settimane, a 1.600. «Potrebbe esserci un significativo incremento nel numero dei morti» ha spiegato la funzionaria dell'agenzia governativa, aggiungendo che probabilmente non tutti i dispersi, dei quali non esiste una cifra ufficiale, verranno trovati. Secondo le ultime stime i senza tetto sarebbero circa 6 milioni, gli ettari di terreno distrutti 3,2 milioni e i danni causati al settore agricolo equivalenti a circa 3 miliardi di dollari.

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore