Noi quella notte non ridevamo. Ora cialente chiede controlli

15 Febbraio 2010   13:40  

All'urlo di ''Noi quella notte non ridevamo'', e di ''riprendiamoci la città'', ieri mattina 300 cento aquilani hanno violato la zona rossa, dai quattro cantoni a Piazza Palazzo, forzando il blocco dell'esercito. E sotto la statua di Sallustio che guardava pensoso, salendo sopra i mucchi di macerie che immota manent hanno chiesto trasparenza sugli appalti, risposte immediate per migliaia di sfollati ancora sulla costa e in lista di attesa di un tetto vero. E hanno portato via dalla piazza una pietra, un pezzo di tegola, granelli di sabbia di una montagna di 4 milioni di tonnellate di macerie da rimuovere.

All'indomani chi non c'era si interroga. E la cittadinanza si divide, ovvero torna a discutere e confrontarsi, più o meno aspramente, e questo è comunque la si pensi, una cosa molto positiva.

Alle pendici innevate del Gran sasso, a trenta chilometri dalla città, si è riunito intanto questa mattina il consiglio comunale. All'ordine del giorno compensi ritenuti troppo alti attribuiti a dirigenti chiamati ad occuparsi della ricostruzione, la realizzazione di un parcheggio, il blocco del pagamento dei contributi di assistenza a favore dei portatori di handicap grave, nel momento meno opportuno. A margine dei lavori il sindaco Cialente, che ora è anche vice-commissario per la ricostruzione, chiede alla protezione civile maggiore trasparenza sugli appalti e i soldi, più di un miliardo di euro, finora spesi per la prima emergenza, l'assistenza, la realizzazione dei Map e delle Case.

 


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