Nuovi dettagli dagli interrogatori di Messina Denaro: "I nuovi boss fanno schifo.

"Documenti falsi? Li prendevo a Roma"

10 Febbraio 2024   17:51  

Nuovi dettagli emergono dagli interrogatori di Matteo Messina Denaro, il capo di Cosa Nostra arrestato nel gennaio dello scorso anno e scomparso pochi mesi dopo a causa di un tumore. Nel verbale dell'interrogatorio del 7 luglio scorso, condotto dai pm di Palermo, il boss parla dei documenti falsi utilizzati durante i decenni di latitanza.

Messina Denaro, davanti ai magistrati, smentisce di aver ottenuto questi documenti attraverso i suoi contatti a Trapani, indicando invece un falsario romano non specificato come fonte delle sue carte di identità contraffatte. "C'erano anche delle tessere, carte di identità vuote. Credo ce ne fossero 20, 15. Io ne ho sempre avute in grande quantità. Tutti i miei documenti provengono da Roma perché lì ci sono documenti per chiunque, documenti autentici. C'è una strada in cui tutti vanno", avrebbe dichiarato il boss.

Durante l'interrogatorio, avvenuto nel carcere de L'Aquila, Messina Denaro esprime il suo disprezzo verso le nuove generazioni di Cosa Nostra: "Il mio mondo viene trasfigurato, non una metamorfosi normale, ma proprio una cosa indecente", afferma in quello che è stato il suo ultimo confronto con i magistrati prima della sua morte due mesi dopo.

Il boss arriva anche a nominare i nuovi capi mafiosi che disprezza, come Gino "u mitra" Abbate, boss palermitano della Kalsa. "Fa più schifo di qualcuno che lo ha generato e lo fate passare per mafioso?", commenta Messina Denaro. "I veri mafiosi sono altri, sono in giro", conclude.


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