La Protezione Civile operante all'Aquila, nella persona dell'ing. Giacomo Di Pasquale, non intende prendere atto di ben due ordinanze del Comune dell'Aquila la n° 1080 del 7/9/2009 e la n° 1770 del 16/11/2009 in cui si dispone la sopravvenuta inagibilità delle palazzine del Quartiere "Banca d'Italia", in seguito alla rilevazione, in avanzamento lavori, da parte delle ditte operanti in loco, di danni strutturali e disassamenti a carico dei tetti per il sisma del 6 aprile.
Tali disassamenti sono stati favoriti dal fatto che le falde del tetto stesso sono prive di cordoli di coronamento, come riporta la stessa nota della Protezione Civile, a firma dell'Ing. Giacomo Di Pasquale e Prof. Berardo De Berardinis (Coordinatore Di COMA.C), del 10/12/2009 e si evidenzia quindi la precarietà della staticità dei palazzi in quanto non c'è cemento armato e ci pare che ciò assuma una vitale importanza alla luce dell'ultima esperienza.
Malgrado ciò e malgrado gli inquilini non abbiano accesso assolutamente alle proprie case se non accompagnati dai Vigili del fuoco e dalle varie ditte operanti in loco, in quanto sprovvisti delle proprie chiavi (le serrature sono state arbitrariamente cambiate e si sono verificati furti e danni negli appartamenti), la Protezione Civile non vuole cambiare l'agibilità in inagibilità per i fatti su riportati, in zona rossa, si badi bene, perché, a detta sempre dall'Ing. Di Pasquale la cosa sarebbe troppa macchinosa e non ne varrebbe la pena.
Ne consegue che alcune famiglie non hanno diritto alle casette del progetto C.A.S.E. seppure per cinque o sei mesi, mesi invernali che si rilevano duri e pieni di pericoli per chi è costretto a viaggiare dalla costa per lavorare, perché all'Aquila non ci sono case sfitte, sicure e a prezzi accettabili dove poter stare.
Perché l'Ing. Di Pasquale non vuole fare in modo che questi inquilini usufruiscono delle casette del progetto C.A.S.E.?... Perché non capisce che si sono fatti dei favoritismi e delle ingiustizie fra inquilini che abitano porta a porta (chi ha le casette e chi no) e rientreranno tutti alla stessa data, cioè fra cinque o sei mesi??? Perché l'istituto della banca d'italia nella persona del direttore G.Alfieri non tutela i propri inquilini? E la zona rossa c'è o non c'è visto, che non si può accedere se non accompagnati dai vigili del fuoco??
Anche ammesso, come sostiene il direttore che entro dicembre saranno pronti 60 appartamenti, gli inquilini sarebbero impossibilitati a vivere visto che un documento dell'istituto datato 26/11/2009 dice che "nonostante ripetuti solleciti, non sono stati ancora riattivati i servizi di gas e acqua, entrambi indispensabili per effettuare le verifiche preliminari alla messa in funzione dell'impianto di riscaldamento (assicurato da una centrale termica a servizio di tutto il Quartiere)".
Lo stesso documento evidenzia che anche per gli appartamenti classificati "A" " i lavori di ripristino secondo le stime effettuate dai tecnici competenti, dette opere verranno verosimilmente ultimate entro marzo 2010".
Inoltre sono necessari "interventi volti alla messa in sicurezza delle strade di accesso al quartiere", che attualmente risulta essere una soltanto, Via Castiglione, essendo il quartiere situato tra Via XX Settembre (strada a senso unico) e Via Roma (strada chiusa perchè zona rossa).
In ultimo si segnala come gli ingegneri delle ditte operanti in loco abbiano affermato che non si assumeranno alcuna responsabilità nel far rientrare gli inquilini durante i lavori in corso nel tetto e nel sottoscala.
Tutto ciò potrebbe essere risolto in tempi rapidi se la Protezione civile nella persona dell'ing. G. Di Pasquale, l'Istituto della banca d'Italia nella persona del direttore G. Alfieri e il Comune dell'Aquila nella persona del sindaco M. Cialente si incontrassero e risolvessero la tale questione come "regalo di Natale" per gli inquilini del quartiere.
Tutti vorrebbero una risposta coerente, umana a norma di legge!!!
Gli inquilini del quartiere Banca d'Italia
