Oggi è la giornata della Terra

22 Aprile 2011   12:34  

192 nazioni e quasi mezzo miliardo di persone celebrano oggi, come ogni 22 aprile, la Giornata mondiale della Terra, l'Earth Day, indetta con l'obiettivo di sensibilizzare le persone sui temi della tutela ambientale. Questa edizione è in linea con la risoluzione del 2006 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha proclamato il 2011 Anno Internazionale delle Foreste. In occasione della giornata il motore di ricerca Google ha inoltre aggiornato lo storico logo con la sua scritta con un doodle animato a tema.

La Giornata fu festeggiata per la prima volta in assoluto il 22 aprile 1970, in seguito al disastro petrolifero di Santa Barbara in cui l'esplosione di un pozzo petrolifero comportò lo spargimento in mare aperto di circa 6mila barili di petrolio con il successivo inquinamento di trenta miglia di spiaggia. Tra gli obiettivi di quest'anno c'è la realizzazione di un miliardo di «azioni verdi» entro l'inizio del vertice Onu sullo sviluppo sostenibile previsto a Rio de Janeiro nel 2012. Si tratta di compiere anche solo un gesto a vantaggio dell'ambiente, come l'utilizzo dell'acqua corrente al posto di quella in bottiglia, andare al lavoro in bicicletta o con i mezzi pubblici invece di fare il percorso in auto, la sostituzione delle vecchie lampadine con quelle a maggiore efficienza, la spesa con la borsa di tela al posto di quella di plastica.

Dal quotidiano Terra

'' Oggi in tutto il mondo si celebra l'Earth Day. Un'iniziativa particolarmente sentita dalle associazioni ecologiste che tutte insieme chiedono un salto di qualità: «Trasformare la consapevolezza in azioni concrete». Perché tuttora sulle tematiche ambientali c'è una netta distinzione tra la situazione oggettiva e l'atteggiamento dei cittadini. «La prima ha avuto segnali di miglioramento, almeno su alcuni aspetti - ammette Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente -, come ad esempio la diffusione delle rinnovabili e gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Tuttavia in Italia restano in piedi proposte politiche vecchio stampo, come il Piano casa. Fenomeni deleteri - continua Cogliati Dezza - come il consumo di suolo piuttosto che l'insicurezza nella costruzione degli edifici, dall'adeguamento sismico al problema idrogeologico, passando per il problema delle bonifiche e l'inquinamento di alcune aree d'Italia».

L'Earth Day, per il presidente della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) Giuseppe Tallone, «è molto importante». Perché «la sensibilità delle persone è cresciuta ma deve ancora essere compresa la centralità di queste tematiche nella vita quotidiana e l'importanza dei comportamenti per orientare le scelte che incidono sull'ambiente». In pratica, continua il presidente della Lipu, bisogna «cambiare i propri comportamenti nel riciclare i rifiuti e nell'uso consapevole dell'energia, anche per permettere azioni politiche che portino a sistemi di governo più forti». Problemi anche nelle aree protette: «Siamo in un momento di stanchezza - ammette Tallone - e la politica centrale di conservazione deve essere rilanciata».

Anche se per fortuna nella caccia «grazie all'Europa e nonostante le pressioni c'è un migliore livello di tutela della fauna, rispetto a dieci anni fa». La lotta ai cambiamenti climatici resta una questione centrale per tutte le associazioni ambientaliste. «Una priorità assoluta - conferma Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia -, la prima sfida del secolo, la catastrofe che rischiamo a livello globale e la più lontata dall'essere risolta. Qualche passo in avanti c'è stato ma a causa degli interessi dei poteri forti, che hanno investito nel nucleare e nelle fonti fossili, questo tema rischia di non essere mai risolto. O almeno ricondotto all'interno di parametri accettabili, per vaste aree del Pianeta. Un vero peccato - continua Onufrio - perché oggi già possediamo la tecnologia per rispondere alla sfida climatica, che può diventare un'opportunità sociale. Anche in Italia, potrebbe infatti dare una risposta occupazionale ad un'intera generazione distrutta dalla crisi economica. Motivo per cui spero che il governo italiano, dopo quello sul nucleare, faccia un passo indietro anche sulle rinnovabili ripristinando gli incentivi», conclude il direttore di Greenpeace Italia.

«Oltre ai cambiamenti climatici - aggiunge il presidente di Legambiente - che provocano desertificazione, perdita di biodiversità e profughi ambientali, l'altra importante sfida è sviluppare sistemi di trasporto sostenibili e ridisegnare le città, puntando al recupero dell'identità urbana. Nel settore energetico e quindi di conseguenza nei cambiamenti climatici, c'è una lenta evoluzione, con accelerazioni positive. La Germania raddoppierà l'apporto delle rinnovabili e quindi di conseguenza anche l'occupazione. Il successo dei Verdi europei alle ultime elezioni tedesche non è l'effetto del disastro di Fukushima, ma della società che chiede scelte diverse e trova in questa formazione un punto di riferimento», conclude Cogliati Dezza. L'Italia in diversi ambiti, sembra aver raggiunto buoni risultati.

Li ricorda Fulco Pratesi, fondatore del Wwf Italia di cui ora è presidente onorario: «Dal 1941 ad oggi siamo passati da 20 per cento di foreste protette al 30. Nel 1960 soltanto lo 0,6 per cento del territorio era protetto, con appena 4 parchi. Oggi siamo al 10 per cento con 24 parchi nazionali e centinaia di parchi regionali. I lupi, per esempio, nel 1973 erano ridotti a 100 esemplari e ora sono più di mille. Abbiamo inoltre salvato l'orso delle Alpi e tante altre specie. Da questo punto di vista l'Italia può andare a testa alta», ammette Pratesi, parlando delle sfide future italiane: «bisogna risolvere il problema dei rifiuti, perché oggi solo una piccola parte dell'immondizia viene realmente trattata. Stessa cosa per le acque reflue. Poi c'è il consumo di suolo e l'elevata densità di popolazione (200 abitanti per Km/q) che provoca elevati livelli di inquinamento. L'abusivismo edilizio divora gran parte dei nostri suoli: soltanto nella Pianura Padana 19 ettari al giorno vengono seppelliti dal cemento e dall'asfalto per sempre. Infine le due questioni referendarie: nucleare e privatizzazione dell'acqua che possono dare grandi problemi».


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