Ombrina Mare, Legambiente: "Speculazione del tutto insensata"

10 Aprile 2013   15:40  

"La realizzazione del mega impianto di Ombrina Mare sarebbe un'operazione del tutto priva di senso, non solo per i danni ambientali che ne seguirebbero, ma anche perché verrebbero estratti idrocarburi di pessima qualità in quantità irrisoria, che non soddisferebbero nemmeno lontanamente il fabbisogno energetico dei cittadini".

L'ennesimo allarme relativo al discusso progetto estrattivo é stato lanciato stamani da Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo, in una conferenza stampa sul tema presso la sede pescarese del gruppo, conferenza durante la quale è stato presentato un dossier (clicca qui per scaricarlo)

"La strategia prevista per Ombrina Mare, che poi é la stessa applicata a livello nazionale", ha proseguito Di Matteo, "é una prospettiva di orizzonte molto ridotto, in quanto le riserve certe di petrolio presenti sul territorio italiano coprono o coprirebbero nel complesso appena sette settimane di fabbisogno nazionale, non intaccando affatto dunque la dipendenza dalle importazioni di greggio dall'estero. L'Abruzzo, nel quadro della Strategia Energetica Nazionale individuata dal ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera, diventerebbe un vero e  proprio distretto energetico, ma si tratta di una mera speculazione borsistica per aumentare il valore dei territori interessati, favorita da innumerevoli forzature normative, numeri molto poco convincenti e, molto probabilmente, compiacenze da parte di alcune istituzioni".

Progetti relativi alla trivellazione di Ombrina Mare sono oggetto di attenzione da parte delle principali compagnie petrolifere sin dalle prime esplorazioni condotte sui fondali dei mari italiani a partire da metà degli anni '50 e, dopo alterne vicende, lo scorso febbraio il ministro dell'Ambiente Corrado Clini ha comunicato alla Provincia dei Chieti ed ai Comuni direttamente interessati dal progetto (Ortona, San Vito Chietino, Fossacesia, Vasto) il riavvio del procedimento relativo alla valutazione di impatto ambientale, ufficializzato sul sito del Ministero lo scorso 7 aprile.

"Il ruolo del Ministero dell'Ambiente in questa vicenda", secondo Di Matteo, "é coperto da molti e gravi dubbi. Va premesso che il sito di Ombrina Mare, data la distanza dalla costa e la presenza di riserve naturali regionali e di importanza comunitaria, rientra totalmente nell'applicazione del Decreto Prestigiacomo del giugno 2010 per le limitazioni a ricerca e coltivazione d idrocarburi in nome della tutela dell'ambiente. Ebbene, il Ministero dell'Ambiente ha stabilito vere e proprie norme ad societates atte a concedere alla Medoilgas Italia S.p.A. il permesso di procedere alla VIA ed alla successiva partenza del progetto".

Una manovra che, qualora sia stata effettivamente applicata, sarebbe gravissima e paradossale, ma che comunque non sarebbe giustificata dai ricavi in termini energetici. In conclusione della conferenza, Di Matteo ha voluto infatti illustrare in dettaglio la produzione preventivata: "Il lavoro di estrazione dell'impianto di Ombrina Mare produrrebbe annualmente appena 150.000 tonnellate di petrolio ed 840.000 metri cubi di gas naturale, che soddisferebbero rispettivamente lo 0,2% e lo 0,001% del fabbisogno nazionale, trattandosi tra l'altro di idrocarburi di una qualità pessima e non facilissima da trattare. Ragionando in termini di royalties, il controvalore ricavato ammonterebbe relativamente al solo Abruzzo a soli 700.000 euro divisi tra 1.300.000 abitanti circa, quindi neanche mezza tazzina di caffé a persona".

Lorenzo Ciccarelli


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