Omicidio Rea: Batteria del telefono sfilata e rimessa due giorni dopo? Possibile ma non credibile

14 Maggio 2011   14:47  

Possibile, ma non credibile.

Così gli investigatori alle prese con l'omicidio di Melania Rea continuano a valutare l'ipotesi che l'assassino abbia sfilato la batteria dal telefonino cellulare della donna, dopo averla uccisa il 18 aprile, tornando al Bosco delle Casermette il 20 mattina, nel luogo del ritrovamento del cadavere, per rimettere a posto la batteria e riaccendere l'apparecchio. A poche ore dal ritrovamento del corpo.

E' la mattina del 20 che il telefonino di Melania scarica la massa di avvisi di chiamata dei due giorni precedenti, quando in tanti cercavano di contattare la giovane mamma, misteriosamente scomparsa da Colle San Marco di Ascoli Piceno, secondo il racconto del marito Salvatore Parolisi, nel primo pomeriggio del 18.

Il cellulare di Melania, un Samsung tradizionale (non uno smartphone) viene ancora analizzato da tecnici specializzati, carabinieri del Ros in primo luogo. I dati ricavati verranno poi incrociati con i rilevamenti sulla potenza delle celle telefoniche che impegnano la zona di Ripe di Civitella, per verificare se e con quale frequenza e durata il campo possa essere venuto meno. Secondo i dati di fabbrica, la batteria di un normale telefonino in stand by (non in conversazione o in navigazione internet) può durare da 200 a oltre 300 ore, a seconda del modello.

E' stato ipotizzato che il cellulare di Melania si sarebbe dovuto scaricare molto velocemente perché in costante 'ricerca rete', nel tentativo automatico di agganciare il segnale di un operatore telefonico.

Tentativo non facile, vista la scarsa copertura della zona del chiosco della pineta in cui Melania è stata trovata morta. Lo stato di 'ricerca rete' però non è costante, ma intermittente. In questo caso non sarebbe strano che la batteria del cellulare di Melania sia rimasta carica per un paio di giorni.


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