Omicidio Rea: Colle San Marco, da giardino a colle degli orrori

21 Aprile 2011   17:25  

Da lussureggiante 'giardino' degli ascolani, a neppure 10 km dal centro storico, a luogo dei misteri. E' Colle San Marco, l'area dove è scomparsa Carmela, detta Melania, Rea, 29 anni, trovata cadavere nel Teramano, e dove mesi fa è stato rinvenuto, sotterrato, il corpo di un'altra donna, Rossella Goffo, la funzionaria della Prefettura di Ancona scomparsa anche lei nel nulla un anno fa.

Melania era insieme al marito e alla figlioletta di 18 mesi sul Pianoro, una vasta area attrezzata con giochi per bambini. Nelle vicinanze ci sono un chiosco-bar e dei bagni pubblici (non perfettamente efficienti, si lamentano i gitanti) e il bar ristorante più famoso, 'Il Cacciatore', conosciuto però dalla gente del posto come 'Sega'', il soprannome dato al proprietario.

La giovane mamma, che si era allontanata dicendo al marito di dover andare in bagno, non è stata vista in nessuno di questi posti. Il cane molecolare messo sulle sue tracce ha seguito la pista fino a un sentiero che sfocia in un piccolo corso d'acqua (dragato senza esito), ma nei pressi c'é anche il Sacrario partigiano e, non distante, una strada dove un'auto avrebbe potuto prelevare la donna e portarla fino a Colle San Giacomo (direzione scontata verso l'Abruzzo) fino a Ripe di Civitella, la zona in cui era il cadavere, nel Bosco delle Casermette, dove si esercitano le soldatesse del vicino Reggimento.

Colle San Marco è un luogo molto caro agli ascolani, meta di gite (per il 25 aprile migliaia sono le persone che vi si recano per una scampagnata, e i ragazzi addirittura vi si accampano la notte precedente), passeggiate con cani e in solitaria, attività sportive.

Anche se un campo da gioco e uno da tennis un tempo assai frequentati sono ormai fuori uso. Vi si può tranquillamente andare a piedi dalla città, e lungo il percorso si incontrano la grotta del beato Corrado, i ruderi di San Lorenzo, l'ex fornace del travertino, il cosiddetto Dito del diavolo, uno spuntone di roccia rivolto verso Ascoli, e il bellissimo eremo di San Marco, addossato a una parete rocciosa.

Insomma, in questo spazio si sommano sacro e profano, la lotta partigiana e il sorriso dei bambini, storia e relax. Ed è forte, sempre qui, il ricordo di Costantino Rozzi, il mitico presidente dell'Ascoli Calcio e pure lui simbolo della città. Suo era l'Hotel Miravalle, ora trasformato in residence, dove andavano in ritiro i giocatori bianconeri, e l'Hotel Paradiso, dell'Ascoli Calcio e a sua volta trasformato in residence.

Qui si sono smarrite e poi spente le vite di due donne brutalmente assassinate. La Goffo, una bella signora dai lunghi capelli neri come Carmela e un ampio sorriso, interrata in un altro bosco, il Bosco dell'Impero, a neppure due km da dove l'altra si è separata per l'ultima volta dal marito e dalla sua bambina.

Così, ora, un luogo solare è diventato il centro dei misteri. Mai, nel passato, c'erano stati episodi così oscuri a interromperne la spensieratezza. Nessuna stranezza, qui, riti satanici, aggressioni o altre nefandezze. Nessun 'estraneo', ad eccezione, forse, dei pastori, accampati con le loro greggi più in alto. Solo la tradizione, granitica, delle gite fuori porta.

Questo è il giardino degli ascolani.


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