Omicidio Rea: Gip Teramo, Parolisi poteva ancora inquinare le prove

04 Agosto 2011   09:44  

Per il gip di Teramo Giovanni Cirillo, Salvatore Parolisi, se fosse stato lasciato libero, avrebbe potuto ancora inquinare le prove.

Il giudice fonda anche su questo presupposto il motivo per l'emissione della misura cautelare in carcere del caporalmaggiore.

Cirillo sostiene, infatti, nella sua ordinanza che "sussistono in primo luogo specifiche ed inderogabili esigenze attinenti alle indagini, tuttora in corso, in relazione ad un concreto ed attuale pericolo per l'acquisizione e la genuinita' della prova, per le seguenti ragioni: l'indagato ha avvicinato tutti i potenziali testimoni del processo - amici, colleghi, amiche della moglie - invitandoli a non riferire all'autorita' giudiziaria fatti e particolari assai importanti per il prosieguo ed il buon esito delle indagini e comunque a tacere i problemi interni alla coppia e le sue relazioni extraconiugali".

Questi fatti sono giudicati "rilevanti quanto al movente del delitto". Tra i comportamenti del marito di Melania Rea ritenuti negativi dal magistrato teramano, c'e' di quello di aver "tentato di occultare il telefono cellulare 'dedicato"' a [OBLIO]; con la condotta del vilipendio e del deturpamento del cadavere, posta in essere personalmente o per il tramite di terze persone, Parolisi ha tentato di sviare le indagini conducendole su un binario morto".

Le ulteriori indagini richieste dal gip mirano all'acquisizione dell'esatta dinamica omicidiaria, al movente e alla individuazione di terze persone che abbiano preso parte al delitto, fatto questo che il giudice non esclude.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore