Omicidio Rea: I RIS, tutto ancora sulla scena del delitto, caccia alle impronte

23 Aprile 2011   22:19  

I militari del Ris di Roma sono al lavoro alla luce delle fotoelettriche dei vigili del fuoco che illuminano a giorno l'area del Bosco delle Casermette a Ripe di Civitella (Teramo), dove è stato ritrovato il 20 aprile scorso il cadavere di Carmela Rea. La donna era scomparsa due giorni prima a Colle San Marco (Ascoli Piceno) mentre era in compagnia del marito Salvatore Parolisi e della loro bimba.

Si analizza a fondo in particolare la parete laterale del chiosco in legno, nelle cui immediate vicinanze è stato ritrovato il corpo senza vita della donna, con ferite da arma da taglio al collo, alla parte alta del torace, alla coscia destra (che hanno fatto pensare ad una svastica) e con una siringa infilzata in un seno.

Durante il sopralluogo di oggi iniziato intorno alle 12,30 all'esterno del chiosco sono stati individuati segni che per il sostituto procuratore di Ascoli Umberto Monti potrebbero essere conseguenza di fendenti scagliati con un'arma da taglio (probabilmente un coltello a serramanico) con la quale è stata seviziata e uccisa Melania.

A scoprire le fessure sul legno è stato un agente della Guardia di Finanza di Ascoli scorrendo con la mano le venature lignee.

Proprio per questo al militare, a tutela sua e delle indagini, è stato prelevato materiale biologico per poter isolare il suo dna così da escluderlo dalla scena del crimine.

Pochi dubbi ormai, che la donna sia stata uccisa proprio in quel punto al culmine di una colluttazione con colpi di coltello, alcuni dei quali sarebbero andati a vuoto finendo contro la parete del chiosco. I Ris sono anche a caccia di impronte digitali che l'assassino potrebbe aver lasciato inavvertitamente sul legno del chiosco mentre colpiva la sventurata donna che ha invano tentato di opporsi alla violenza omicida del suo aggressore.


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