Omicidio Rea: Salvatore Parolisi interrogato per 8 ore. Allarme in ritardo e valigia sparita

I tabulati telefonici "incastrano" il marito?

11 Maggio 2011   08:04  

E' durato fino all'una di notte l'interrogatorio, il torchio, di Salvatore Parolisi, marito della giovane Carmela "Melania" Rea trovata vittima di un barbaro omicidio il 20 aprile scorso.

Scomparsa il 18 aprile presso Colle San Marco (Ap) e poi ritrovata in località Casermette (Te).

Ieri sera nella caserma dei carabinieri "Dalla Chiesa" di Castello di Cisterna (Na) dopo aver sviato reporter e curiosi con un trasferimento da altra caserma è andato in scena il momento più lungo per Salvatore.

Anche se ancora mancano, movente, arma del delitto e indagati, è evidente che ci si avvicina sempre più ad un punto fermo per le indagini.

Sette ore d'interrogatorio che non convince gli inquirenti, non si dice apertamente, ma il principale sospettato resta il marito, la sua versione degli accadimenti non convince gli inquirenti che gli contestano anche la vita segreta e parallela a quella ufficiale. Una relazione extraconiugale con Ludovica Perrone di 27 anni conosciuta in caserma della quale è stato accertato conosceva l'esistenza anche la stessa Carmela.

Parolisi, però, si è presentato senza avvocati, mossa volta anche a sottolineare la propria assoluta buona fede.
Una partita a scacchi nella quale gli inquirenti puntano a mettere pressione sull'uomo, forti anche di una serie di riscontri emersi dalle analisi dei Ris e dall'esame dei tabulati telefonici. Ma non sarà semplice.

Se davvero Salvatore nasconde qualcosa, solo una prova forte e schiacciante potrà farlo crollare. Una «prova regina» di cui, al momento, non sembra la Procura disponga. Martedì è circolata l'indiscrezione che, stando ai rilievi telefonici, il 18 aprile, giorno della scomparsa di Melania, il cellulare del marito sarebbe stato agganciato dalla cella di Ripe, dove poi è stato ritrovato il cadavere, tra le 14 e le 14.15.

Un fatto che sconfesserebbe clamorosamente la versione di Parolisi, che ha invece sempre sostenuto la tesi della scomparsa della moglie a Colle San Marco, a diversi chilometri di distanza, dove si erano recati per fare giocare la bambina. Un'indiscrezione, però, che tale resta per il momento: «I dati telefonici raccolti finora - affermano gli investigatori - non ci aiutano, altre analisi sono in corso».

Giornata campale per Parolisi e gli inquirenti. Il pm Monti, prima di scendere nel Napoletano, ha fatto tappa a Roma per farsi consegnare gli ultimi risultati delle analisi dei Ris. Quindi, assieme ai genitori di Melania e a Salvatore, è andato prima alla caserma di Somma Vesuviana per una serie di adempimenti burocratici in vista di ulteriori accertamenti sul cadavere della donna.

Poi si è trasferito alla caserma di Castello di Cisterna. Usciti di scena i genitori di Melania, i riflettori sono stati tutti per il caporal maggiore. Lunga la lista dei dubbi che minano la sua versione.
Lui dice che la moglie è scomparsa a Colle San Marco, ma chi c'era (il titolare di un chiosco, due anziani e alcuni ragazzi) hanno detto di ricordare la figura di Salvatore (che indossava calzoni corti e maglietta, a dispetto di una temperatura non proprio primaverile), ma non Melania (che di sicuro non era tipo da passare inosservata).

Inspiegabile, poi, il tragitto che avrebbe percorso la donna, secondo quanto riferito dal marito, per raggiungere il più vicino bagno: praticamente la strada più lunga. E non chiari i motivi per cui l'uomo ha aspettato quasi un'ora prima di dare l'allarme. Poi c'è il giallo del trolley notato da un amico nell'auto di Salvatore durante le ricerche, ma ora scomparso.

Così come lascia perplessi gli investigatori che il militare, durante i rilievi sul luogo del delitto, abbia sentito il bisogno di far sapere che «lì, qualche giorno prima, ho avuto un momento di intimità con Melania», quasi volesse mettere avanti le mani nel caso di tracce biologiche a lui riconducibili. Inspiegabile anche la frase con la quale comunicò all'amico Raffaele la sparizione della moglie: «Me l'hanno presa...».


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