Omicidio Rea: Salvatore scoppia in lacrime da solo in cella

Non ha voluto ascoltare la sentenza, non ha voluto incrociare lo sguardo dei familiari di Melania, non potrà più riabbracciare sua figlia Vittoria e non potrà più essere libero.

Salvatore Parolisi, il cattivo soldato, ha retto con la sua solita "arroganza" per tutta la durata dell'ultima udienza, ma una volta in cella in quella che è ormai la sua casa e che lo resterà per lunghissimo tempo, è scoppiato in lacrime.

Un pianto a dirotto, singhiozzava, imprecava, urlava la sua innocenza.

Salvatore Parolisi è stato riconosciuto, in primo grado, l'assassino di Melania Rea, sua moglie, uccisa il 18 aprile del 2011 in modo barbaro e vigliacco.

Lui continua a professarsi innocente, ma ieri il gup di Teramo Marina Tommolini non gli ha creduto, non ha creduto ai suoi avvocati, troppo "bugiardo", troppo caotico il suo racconto.

Alcuni dicono che ad incastrarlo più che le prove sia il suo carattere, strafottente, arrogante, in molti avrebbero voluto vederlo cedere, chiedere aiuto, dimostrare rabbia e disperazione per Melania.

Da Parolisi, però, non l'hanno ottenuto, sempre tutto d'un pezzo, questo fino a ieri sera quando nella cella 35 del carcere di Castrogno, credendo d'esser solo ha ceduto improvvisamente al pianto e alla disperazione.