Omicidio Rea, i legali di Parolisi non si arrendono. L'avvocato Gionni: "Ora basta finte novità"
Dopo la decisione della Cassazione
"La battaglia non è finita". Così i legali di Salvatore Parolisi, in carcere da luglio per l'omicidio della moglie Melania Rea, subito dopo aver appreso la decisione della Corte di Cassazione di lasciare in cella il loro assistito. "Prendiamo atto della decisione della Cassazione e la rispettiamo come siamo abituati a fare".
L’avvocato Nicodemo Gentile, insieme ai suoi colleghi che difendono il caporalmaggiore, incontra Parolisi stamattina nel carcere di Castrogno.
"Abbiamo iniziato un percorso che sapevamo essere difficile e complesso - ha aggiunto il legale - è evidente che ci aspettavamo un provvedimento diverso, ma il rigetto ci deve portare a lavorare meglio. Dobbiamo approndire ancora di più i numerosi elementi che non sono stati sviluppati. Lo faremo da quella traccia di sangue trovata sulla gamba destra di Melania Rea".
Soddisfazione per la decisione della Suprema Corte viene espressa invece dall’avvocato Mauro Gionni che assiste la famiglia Rea e che dopo aver saputo del provvedimento ha chiamato Michele, il fratello di Melania. Secondo Gionni "la decisione della Casaazione conferma la fondatezza del quadro accusatorio sia per gli indizi di reato che per il pericolo di inquinamento delle prove, spero che con questa decisione, almeno fino al processo, cessi lo stillicidio mediatico delle finte novità processuali e ci si concentri sugli elementi che meritano grande attenzione da parte di tutti. Questo nel rispetto della vittima, della sua bambina, dei suoi familiari e persino nell’interese di Parolisi stesso. Spero anche che non si affermi più che questo è un processo fondato sul nulla, poichè anche se questa è una decisione solo nella fase cautelare e non è certo una sentenza definiva è il segnale forte dell’esistenza di indizi molto gravi, molto precisi e a mio avviso concordati nell’individuare un unico responsabile".
E' verosimile che ora Parolisi chieda di poter essere trasferito in un carcere militare. La scelta potrebbe ricadere sulla struttura di santa Maria Capua Vetere.
