Omicidio Rea: il testo integrale dell'ordinanza di arresto di Salvatore Parolisi

20 Luglio 2011   15:04  

Il testo integrale dell'ordinanza di arresto di Salvatore Parolisi

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Piceno
RICHIESTA APPLICAZIONE MISURE CAUTELARI AL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI TRIBUNALE DI ASCOLI PICENO
Il Pubblico Ministero Dr. Umberto G. Monti


Visti gli atti del procedimento penale sopra indicato a carico di:
PAROLISI Salvatore n. Frattamaggiore (NA) 28.08.1978 residente in Folignano piazza Luigi Dari 51 - elettivamente domiciliato in Frattamaggiore via Massimo Stanzione 75 presso l’abitazione dei genitori
Difeso di fiducia da: avv. Walter Biscotti e Avv. Nicodemo Gentile del foro di Perugia con studio in Perugia C.so Vannucci 107
in relazione al reato/ai reati di cui :
a) 575 – 577/1° comma n. 4 e 2° comma cp perché cagionava la morte della moglie Carmela (detta Melania) Rea colpendola ripetutamente al capo, al collo e al tronco con un coltello e provocando così 29 ferite da punta e da taglio (di cui 1 regione mentoniera del volto, 3 in regione cervicale, 20 a livello del tronco di cui 7 penetranti in cavità toraco-addominale, 5 a livello degli arti superiori) e 6 ferite da taglio (di cui 1 al volto – ramo mandibolare sinistro- 2 in regione cervicale anteriore, 1 al polso destro, 1 al polso sinistro, 1 alla mano sinsitra); morte che interveniva per anemia emorragica acuta conseguente alle numerose ferite di cui sopra.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti della moglie .
Con l’aggravante di aver agito con crudeltà continuando nella azione lesiva anche quando la moglie era ancora cosciente ma incapace di difendersi a seguito dei primi colpi ricevuti e infierendo con complessivi 32 colpi di coltello sul corpo della donna.
18 aprile 2011 Ripe di Civitella (TE)
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b) 410-61 n. 2 cp perché dopo la morte della moglie, con l’eventuale concorso di altra persona allo stato non identificata, tornava sul posto e infieriva sul cadavere con un oggetto a punta smussa incidendo la zona dell’addome inferiore, la zona antero-laterale della coscia destra e la superficie laterale della coscia sinistra, causando una serie di segni e lesioni post-mortali sulla pelle della donna (“ferite figurate” con disegni incisi che richiamano una croce di S. Andrea sull’addome, una svastica sulla coscia sinistra, una sorta di grata con intersezioni perpendicolari sulla coscia destra) e quindi infiggeva una siringa usata all’altezza del petto della donna .
Con l’aggravante di aver commesso gli atti di vilipendio del cadavere sopra descritti allo scopo di procurarsi l’impunità dal delitto di omicidio pluriaggravato commesso, cercando di depistare le indagini e di inserire sul luogo del delitto elementi di confondimento .
Ripe di Civitella (TE) tra la sera del 18.4.2011 e il pomeriggio del 20.4.2011
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Sulla competenza territoriale:
􀂾 La relazione definitiva medico-legale del Prof. Tagliabracci e della dr.ssa Canestrari (svolta anche a seguito degli approfondimenti disposti ed effettuati con un secondo rilievo autoptico e che dunque su nuove basi integra e supporta le conclusioni parziali e provvisorie già depositate) depositata il 13.7.2011 e la BPA ( Bloodstain Pattern Analysis ) svolta dal RIS (relazione depositata in data 8.7.2011) offrono elementi oggettivi e scientificamente supportati e tra loro convergenti e coerenti per poter affermare che il luogo del ritrovamento del cadavere coincide col luogo dell’omicidio, facendo escludere le ipotesi di un omicidio avvenuto altrove e con successivo trasporto del cadavere a Ripe di Civitella (facendo anche escludere ipotesi di sequestro di persona con successivo omicidio) : Relazione conclusiva medico-legale: a) compatibilità della quantità di sangue rinvenuta sul luogo di ritrovamento del cadavere con una dinamica omicidiaria avvenuta ed esauritasi in loco e con morte conseguenza di emorragia acuta dovuta ad un gran numero di colpi di coltello; b) assenza di segni significativi per trascinamento/afferramento/immobilizzazione della persona; c) assenza di segni riferibili a trasporto del cadavere; d) elementi significativi per assenza di “pianto” durante le fasi omicidiarie e/o subito prima – trucco agli occhi perfettamente in ordine; e) epoca della morte collocabile in orario coincidente con la scomparsa e collocabile nelle due ore dalla consumazione dell’ultimo pasto, e dunque tra le 13.30 e le 15.30; tale collocazione temporale è specificamente attendibile sulla base dei tempi di svuotamento gastrico rafforzati dai separati e autonomi dati sulla
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metabolizzazione della caffeina (circa l’orario del leggero pasto consumato da Melania cfr. le dichiarazioni della madre Vittoria Garofalo del 27.4.06 che parlando al telefono con la figlia alle ore 13.36 apprendeva da costei che aveva già pranzato; l’esatto orario della telefonata è riscontrato dai tabulati telefonici; cfr. anche sul punto le dichiarazioni Parolisi in sede di denuncia di scomparsa e quelle 22.4.11 e quelle successive; la consumazione di una bevanda contenente caffeina va collocata attendibilmente dopo la consumazione del pasto; la morte è collocabile entro un’ora dalla assunzione di caffeina; dunque il termine finale dello spazio temporale in cui è avvenuta la morte tende a coincidere e sovrapporsi con quello determinato sulla base dei tempi di svuotamento gastrico: 15.30; g) condizioni del corpo al momento del ritrovamento compatibili con la permanenza n loco dal momento in cui Melania è stata uccisa.
BPA: di grande e definitiva importanza in relazione al luogo dell’omicidio sono i risultati della Bloodstains Pattern Analysis che depone in modo univoco (e coerente con i dati medico-legali) per un omicidio avvenuto in loco in base alla analisi degli schizzi di sangue della vittima repertati, sul marciapiede in legno del chiosco schizzi riferibili univocamente a brandeggio (cast-off) e dunque significativi per una azione di accoltellamento avvenuta proprio sul posto (cfr. direttamente pg.. 6-11 Relazione e punto e) delle conclusioni : (dalla BPA sono inoltre desumibili diversi altri elementi circa la dinamica omicidiaria di cui si dirà più sotto) .
Si confrontino comunque direttamente la relazione medico legale e la Relazione BPA.
A tali dati – che sono esaustivi riguardo al luogo dell’omicidio – si aggiungono in coerenza anche gli elementi forniti dalla analisi dei tabulati telefonici (secondo cui plausibilmente già a partire dalle 14.53 – telefonata ricevuta dal cellulare di Carmela Rea e a cui non risponde – Carmela Rea si trovava in zona Ripe di Civitella) e i vari dati circostanziali di cui di dirà nell’ambito dei gravi indizi di colpevolezza .
Sulle ragioni della urgenza nel richiedere l’applicazione di misure cautelari al Giudice territorialmente incompetente
􀂾 Ai sensi del comma 2 dell’art. 291 cpp ove sussista l’urgenza di soddisfare taluna delle esigenze cautelari di cui all’art. 274 cpp la misura cautelare può essere disposta contestualmente alla dichiarazione di incompetenza .
Come puntualmente precisato dalla S.C. con tale norma si esclude “che il Giudice per le Indagini Preliminari possa rifiutare per ragioni di competenza l’applicazione di una misura cautelare urgente” e si impone la regola per cui “in tema di misure cautelari personali, quand’anche il Giudice rilevi la propria incompetenza dovrà pur sempre esaminare nel merito la richiesta di misura cautelare poichè sarà legittimato a rigettarla solo quando la misura di cui sussistano i presupposti non risulti urgente “ - (così Cass. Sez. V n. 2242 del 12.12.2005) - ; e sottolinea
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significativamente ancora la medesima sentenza che “è ben difficile .. che l’accertata esistenza di alcuna delle esigenze previste dall’art. 274 cpp possa consentire di ritenere non urgente la misura cautelare. E ciò significa che di regola la incompetenza del giudice adito è irrilevante ai fini della decisione su una richiesta di applicazione di misure cautelari personali”, essendovi poi il meccanismo di cui all’art. 27 cpp a presidiare comunque il rispetto dei criteri di competenza . In modo del tutto analogo cfr. anche Cass. Sez. V n., 24237/2004; Cass. Sez. VI n. 21179/2007 (che sottolinea la “disagevole riconoscibilità di esigenze cautelari che non siano connotate dall’urgenza “).
Nel caso di specie alla evidenziazione delle esigenze cautelari di cui alla lettere a) e c) consegue non solo implicitamente ed inevitabilmente il requisito della urgenza, ma tale “urgenza” nel senso voluto dall’art. 291/2° cpp appare specificamente e particolarmente evidente: il trasferimento per competenza alla Procura della Repubblica di Teramo comporterebbe comunque un fisiologico spazio temporale necessario per lo studio e la verifica degli atti del procedimento che sono connotati da una certa complessità; peraltro –come si è evidenziato– la sicura individuazione del luogo dell’omicidio è conseguita solo dalla simultanea convergenza degli elementi medico-legali di cui alla relazione conclusiva depositata il 12.7.11 e degli elementi emergenti dalla BPA – relazione depositata in data 8.7.2011.
In relazione alle esigenze probatorie va evidenziata la condotta del Parolisi che ancora pochi giorni fa (il 6 giugno 2011) poneva in essere condotte di inquinamento e occultamente probatorio (cfr. verbale di sequestro del telefono cellulare e annotazioni corrispondenti di cui alla nota RONI 6.6.2011 e allegati) scoperte solo casualmente ; e ciò instaura l’urgenza a provvedere specie in relazione alla gravità estrema del delitto per cui si procede; con ancor maggiore e incontestabile evidenza l’urgenza emerge dal riscontro delle esigenze cautelari di cui alla lettera c) dell’art. 274 cpp : è certamente “urgente” una richiesta di misura cautelare personale che riguardi un soggetto su cui convergono gravi indizi di colpevolezza per omicidio pluriaggravato e in relazione al quale vi sia pericolo di reiterazione del reato con riferimento: a) alla scarsa/inesistente capacità di dominare e controllare gli impulsi aggressivi fino alle estreme conseguenze coesistente con: b) una lucidità e freddezza nell’imbastire subito una versione di comodo, nell’orchestrare elementi a proprio favore, nel continuare imperturbabilmente a frequentare i genitori e i parenti della propria moglie uccisa; si tratta di una situazione potenzialmente e concretamente pericolosa ove taluno –anche tra i familiari di Carmela Rea – si ponga in contrasto con Parolisi, e ciò anche a prescidendere dalla formulazione dell’art. 275/3° cpp )
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• Ritenuto che sussistano gravi indizi di colpevolezza :
Sono acquisiti alcuni “gruppi” di fatti indizianti certi e riscontrati che consentono di ritenere Parolisi Salvatore responsabile dell’omicidio della moglie (e del successivo vilipendio del cadavere) in quanto tali “fatti” riscontrati sono univocamente significativi per la responsabilità del Parolisi nell’evento omicidiario e tali da non lasciare margini per nessuna altra ipotesi; si tratta insomma di solidi elementi indiziari “qualificati”, “certi” nella esistenza e univoci nella concludenza.
Il passaggio inferenziale dai plurimi elementi noti e certi all’elemento da ricostruire (l’antecedente causale dell’omicidio, cioè a dire la responsabilità per la commissione dello stesso) attraverso criteri generali di tipo scientifico e logico è particolarmente e specificamente solido e attendibile e consente di ritenere appunto Salvatore Parolisi responsabile dell’omicidio della moglie come descritto in imputazione .
(Per un riepilogo anche cronologico sulle attività di indagine utilmente svolte può essere utile il riscontro sulla nota riepilogativa RONI Carabinieri Ascoli Piceno del 9.7.2011e depositata nella stessa data, e soprattutto il riferimento ai vari allegati indicati, nota alla quale si farà rinvio indicandola semplicemente come “nota riepilogativa” mentre i rinvii ad altri atti del procedimento saranno specificamente indicati . Vi è poi una serie articolata e approfondita di indagini svolte tese a verificare la rete dei rapporti che la coppia Parolisi Salvatore / Carmela Rea intratteneva sia attualmente che nel passato, sia nell’ambito militare, che tra i vicini di casa, gli amici ecc.; e una serie di attività volta a verificare le più ampie ipotesi investigative con approfondimenti e verifiche nella zona della dichiarata scomparsa della donna (acquisizione ed esame tabulati, acquisizioni documentali, assunzioni testimoniali e attività di sopralluogo, ispezione e ricerca anche con utilizzo ripetuto di più unità cinofile specializzate); al riguardo non è stato rilevato alcun elemento indiziante nei riguardi di taluno né alcuna concreta ipotesi investigativa da percorrere; la documentazione di tali articolate attività è agli atti del procedimento e vi si farà riferimento nella presente richiesta nei punti di specifico interesse –)
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I dati obiettivi relativi alla morte di Carmela Rea ; rinvenimento del cadavere e dati circostanziali relativi alle modalità dell’omicidio; luogo
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del rinvenimento; tempo e luogo della morte; lesioni post-mortem; (su tutto ciò cfr.: materiale fotografico relativo al sopralluogo; verbali repertamenti; accertamenti medico-legali prof. Tagliabracci dr.ssa Canestrari relativi alle due autopsie effettuate , alle Relazioni Preliminari e corrispondente Relazione definitiva ; relazione analisi BPA); per quel che più rileva :
o Posizione del cadavere al momento del rinvenimento; localizzazone e tipologia delle lesioni; (cfr. al riguardo i fascicoli fotografici relativi al giorno del rinvenimento e le foto relative alla ispezione cadaverica esterna e quindi la descrizione analitica delle lesioni di cui alle Relazioni Medico-Legali ).
o Luogo della morte che coincide col luogo di ritrovamento del cadavere (cfr. quanto sopra detto in relazione alla competenza territoriale e ai rinvii alle convergenti Relazione Medico-Legale e BPA); luogo ben conosciuto da Parolisi Salvatore essendo un luogo di esercitazioni militari da lui frequentato (cfr. oltre le dichiarazioni dello stesso Parolisi il 22.4 anche quelle ad es. dei militari Caterino Nicola, D’Agostino Libero; cfr. anche le foto sul profilo Facebook di Parolisi acquisite mediante rogatoria internazionale e di cui si dirà più sotto; cfr. al riguardo lo specifico paragrafo della nota riepilogativa “Attività di Indagine su Facebook” – in particolare pg. 46 e 52 per i rinvii ); luogo in cui lo stesso Parolisi sostiene di aver fatto l’amore con la moglie 10/20 giorni prima –secondo la versione fornita dal medesimo Parolisi (cfr. dichiarazioni rese da il 22.4.2011 sul luogo del rinvenimento del cadavere e audio/video registrate integralmente; quindi le dichiarazioni verbalizzate nella serata del medesimo 22.4; e ancora le successive dichiarazioni rese il 10 e 11.5 2011); si tenga conto che tale specifica versione Parolisi la raccontava proprio il giorno del ritrovamento del cadavere -20.4- a terze persone le quali poi ne davano conto nel corso di formali dichiarazioni rese : (cfr. dichiarazioni rese dal Col. Annichiarico, da Paciolla Raffaele, da Rea Michele).
o Anello di fidanzamento sul luogo del delitto , a terra e dunque sfilato dal dito della donna ( cfr. verbale sopralluogo e fascicolo fotografico);
I dati offerti dagli accertamenti medico-legali e dalla BPA:
o assenza di segni significativi per una lotta/ trascinamento/ apprensione/ immobilizzazione della persona nelle fasi immediatamente precedenti l’accoltellamento- si veda la descrizione delle lesioni -pg. 15-24 Relazione-: mancano lesioni contusive agli arti o al tronco che siano significative per afferramento/trascinamento o per una difesa attiva prima dell’accoltellamento; le lesioni da difesa alle mani sono riferibili
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alle fasi dell’accoltellamento; vi è solo una contusione al capo riferibile ad un pugno o ad un meccanismo lesivo analogo, o anche a caduta durante le fasi omicidiarie e una ecchimosi alla coscia destra anch’essa riferibile a caduta o movimenti di difesa durante la dinamica della aggressione;
o assenza di segni di pianto (trucco intatto);
o azione omicidiaria esplicatasi mentre la donna aveva pantaloni , collant , mutandine scesi almeno fin sotto il ginocchio; collant scesi con attenzione, senza causare strappi/lacerazioni ;
o localizzazione, caratteristiche e numero lesioni lesioni inferte con un coltello monotagliente, le prime quelle da dietro con tentativo di sgozzamento quindi sulla schiena dall’alto verso il basso e al dorso e infine quelle frontali ;
o causa della morte - emorragia acuta intervenuta alcune decine di minuti dopo i primi colpi;
o Momento della morte di Rea Carmela identificabile (dal punto di vista medico-legale) nello spazio temporale compreso tra le ore 13.30 e le ore 15.30 del 18.4.2011 (morte avvenuta entro due ore dall’ingestione dell’ultimo pasto; entro un’ora dalla ingestione di bevanda contenente caffeina; come si è poco sopra accennato in tema di competenza territoriale, alle 13,36 Melania parlando con la madre al telefono diceva di aver già pranzato – riferimenti : tabulato telefonico e dichiarazioni Garofalo Vittoria; cfr. anche dichiarazioni Parolisi sul punto in sede di denuncia di scomparsa e quelle rese il 22.4.2011 e le successive;
non si hanno riferimenti certi sull’esatto momento in cui Melania consumò un caffè o altra bevanda contenente caffeina ma assai plausibilmente ciò è avvenuto dopo aver pranzato e subito prima di uscire da casa; tale stima temporale –autonomamente ottenuta sui soli tempi di metabolizzazione della caffeina riscontrata nel sangue e nel contenuto gastrico della vittima- va a rafforzare quella ottenuta sulla base dei tempi di svuotamento gastrico: il termine finale dello spazio temporale in cui è avvenuta la morte ottenuto secondo i due distinti ordini di valutazioni tende significativamente a coincidere, dirà meglio più sotto ) .
o Segni post mortem -le varie incisioni effettuate sull’addome e sulle cosce della donna dopo la morte di costei – non molte ore prima del ritrovamento del cadavere e segni suggestivi per tentativo di despistaggio (siringa infilata sul petto, laccio emostatico);
La Relazione Medico Legale in particolare:
Si riportano testualmente alcuni punti rilevanti delle conclusioni (pg. 86-87):
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􀂃 “La sig.ra Carmela Rea è deceduta per anemia emorragica acuta insorta a seguito di multiple ferite da punta e taglio e da taglio a carico di capo, collo, tronco (toraco-addominali e dorsali) ed arti superiori; la morte è attribuibile ad un’aggressione di natura omicidiaria con arma bianca (coltello monotagliente) utilizzato da soggetto destrimane”.
􀂃 “La morte della vittima è avvenuta entro due ore dal suo ultimo pasto (considerazione derivata dai tempi di svuotamento gastrico). Tale intervallo temporale può essere ulteriormente ristretto ad un’ora sulla base dei rilievi relativi al metabolismo della caffeina. I dati di natura tanatocronologica (fenomeni abiotici consecutivi) ed entomologica confermano tale ipotesi”.
􀂃 “L’esame delle tracce ematiche a livello degli indumenti, degli imbrattamenti ematici sul luogo del ritrovamento, della tipologia di lesioni inferte dall’aggressore, nonché delle condizioni del trucco e degli abiti della vittima ha permesso di ipotizzare la seguente dinamica: aggressione della vittima alle spalle con iniziale tentativo infruttuoso di scannamento, reso vano dai tentativi di fuga della donna; successivo brevissimo inseguimento con ferimento al dorso e seguente abbattimento a terra della donna; fase finale caratterizzata dallo sferramento di numerosi colpi in rapida successione alla vittima in posizione supina, con ferite da punta e taglio in regione mentoniera, al collo, alla regione pettorale sinistra, alla regione sternale e a quella addominale, con arma impugnata semprealla stessa maniera; anche tale dinamica è compatibile con l’azione di soggetto destrimane.”
􀂃 “L’esame dei luoghi non ha permesso di rilevare alterazioni del fogliame circostante che possano indicare che vi è stato trascinamento o spostamento del corpo.”
􀂃 “La vittima è stata uccisa nel luogo in cui è stato rinvenuto il corpo.”
􀂃 “Le condizioni del cadavere al momento del ritrovamento sono compatibili con il soggiorno del corpo nel luogo del delitto dal momento in cui la Rea è stata uccisa.”
􀂃 “Le ferite figurate in regione ipogastrica ed alle coscie sono state inferte dopo la morte.”
􀂃 “Sono presenti batteri soltanto sugli strati superficiali dei tessuti lesi dopo la morte che fanno propendere che esse non siano state prodotte molte ore prima del ritrovamento del corpo.”
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􀂃 “Le lesioni post-mortali sono state inferte da uno strumento da punta, diverso da quello da punta e taglio che ha prodotto le lesioni vitali.”
􀂃 “La morfologia delle ferite rinvenute sul corpo della Rea risulta compatibile con l’utilizzazione di un solo coltello, di cui si è detto in precedenza.”
􀂃 E’ più probabile che le lesioni da taglio al collo siano state inferte da un aggressore destrimane posto dietro la vittima.
􀂃 “La quantità di sangue rinvenuta sul terreno è ingente e compatibile con l’uccisione sul luogo del rinvenimento del cadavere.”
􀂃 “La morte è intervenuta dopo un periodo agonico di alcune decine di minuti.”
􀂃 “La lesione contusiva al capo è compatibile con un colpo ricevuto da parte di corpo contundente privo di grossolani rilievi (ad esempio pugno od altro strumento con superficie di analoghe caratteristiche fisiche).”
E Ancora :
􀂃 La ricerca di tracce biologiche e le indagini genetiche : “.... la ricerca di tracce biologiche sul corpo e sulle ferite, vitali e post-mortali,della vittima non ha consentito di rilevare profili genetici estranei oltre a quello del Parolisi, marito della vittima, le cui tracce biologiche sono state rinvenute nei tamponi della regione labiale e dell’arcata dentaria. Non è possibile definire la tipologia di contatto che ha permesso il depositarsi di elementi cellulari estranei sulle mucose della Rea, potendosi trattare di cellule delle mucose depositate con un bacio oppure di cellule cutanee da contatto ….. E’ ragionevole pertanto affermare che il contatto con il materiale del marito è avvenuto poco prima del decesso, o comunque dopo il pranzo, poiché in caso contrario numerosi atti, tra cui il passarsi la lingua sulle labbra, il bere o il mangiare, il deglutire, avrebbero dovuto eliminare cellule estranee dalla bocca della Rea.” (pg. 85 Relazione) . Sugli esami di Genetica Forense si vedano le pg. 40 e segg. della Relazione in cui si da atto della attenta e ripetuta attività di ricerca e prelievo dei reperti su cadavere di Melania e delle successive analisi; come unico DNA estraneo veniva rilevato un profilo misto, in parte di Melania e in parte di altra donna, nel materiale prelevato sotto l’unghia dell’anulare ; cfr. anche pg. 69 Relazione .
􀂃 Sul Momento della morte : i Consulenti combinano e coordinano i dati di entomologia cadaverica (pg. 60-63 Relazione) e i segni tanatocronologici rilevati al momento della ispezione cadaverica sul posto e quindi della prima autopsia
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con la ricostruzione del microclima nel luogo del rinvenimento nei giorni 18-19 e 20 aprile (Consulenza affidata ad un Ufficiale della Aeronautica Militare e resa disponibile per i Consulenti Medici); e quindi approfondiscono e valutano i tempi di svuotamento gastrico e i tempi del metabolismo della caffeina, offrendo un risultato solido e scientificamente supportato e dimostrato (cfr. pg. 75-80 relazione) nell’affermare che la morte sia intervenuta entro le due ore dalla assunzione dell’ultimo leggero pasto ed entro un’ora dalla assunzione di una bevanda contenente caffeina (assunzione bevanda contenente caffeina e non farmaci contenenti tale sostanza sulla base degli accertamenti tossicologici): ciascuna di queste due autonome valutazioni (riguardanti lo svuotamento gastrico e la caffeina) converge significativamente su un identico spazio temporale entro il quale è avvenuta la morte – entro le 15.30 – : stima sui tempi di svuotamento gastrico: morte entro due ore dall’ultimo pasto leggero; Melania consuma un pasto leggero (bicchiere di latte, forse piadina) intorno alle 13.30 –telefonata alla madre delle 13.36 in cui dice di aver già mangiato-; metabolizzazione caffeina: morte entro un’ora dalla assunzione; non si ha un termine esatto sulla assunzione di caffeina ma plausibilmente l’assunzione è avvenuta dopo il pranzo e subito prima di uscire di casa; (e ciò anche considerando che l’omicidio avviene poi a 20/30 minuti di distanza da casa e la morte interviene alcune decine di minuti dopo l’inizio della azione omicidiaria);
􀂃 Sulle lesioni post-mortali : fra l’omicidio (inteso come evento morte, evento verificatosi alcune decine di minuti dopo l’inizio della azione omicidiaria) e la produzione delle lesioni post mortali (le lesioni figurate sulle cosce e sull’addome) deve necessariamente essere trascorso un lasso di tempo pari o superiore a quello necessario affinché una traccia ematica si sia totalmente essiccata (le linee escoriative passano sopra,”spezzandole” le tracce ematiche); sotto tale profilo il rimaneggiamento del cadavere è avvenuto almeno dopo 30-60 minuti dalla morte ( cfr. pg. 81-82 Relazione); peraltro sulla base dei risultati e delle analisi conseguenti alla seconda autopsia (durante la quale sono stati effettuati prelievi cutanei in corrispondenza di tali lesioni) il momento in cui tali lesioni sono state causate si sposta in avanti : lesioni inferte “non molte ore prima” il momento di ritrovamento del cadavere , sulla base della contaminazione batterica soltanto superficiale (cf.r pg 87 Relazione Medico-legale).
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􀂃 Sulla dinamica omicidiaria: “Per quanto riguarda le modalità dell’aggressione e la posizione reciproca tra vittima ed aggressore al momento dell’accoltellamento……...: l’accoltellamento è avvenuto, a nostro parere, sul luogo ove il corpo è stato rinvenuto, nel bosco delle Casermette, entro due ore dalla consumazione del pasto a base di latte e frammenti di piadina, entro un’ora dall’ingestione di una bevanda (caffè od altro) contenente caffeina.
Altri elementi che devono essere valorizzati riguardano i pantaloni, i collant e gli slip abbassati ma non strappati ed il trucco al volto completamente in ordine: questi due elementi ci indicano che i pantaloni sono stati volontariamente abbassati e che la vittima era in condizioni di tranquillità, non si sentiva minacciata, né cercava di sfuggire a qualcuno che aveva identificato come un possibile aggressore. ………Ulteriori elementi di valutazione ineriscono alla morfologia degli imbrattamenti ematici sugli indumenti ed alla tipologia delle ferite rinvenute sul corpo della Rea. Gli imbrattamenti sui pantaloni erano concentrati sul lato interno e posteriormente, il che lascia ipotizzare che vi è stata gocciolatura dalle ferite dorsali sui pantaloni già abbassati volontariamente, come se la Rea fosse stata aggredita alle spalle. Le ferite al dorso sono poco profonde, tranne la n. “21” in regione dorsale destra, con direzione dall’alto verso il basso quelle sovrascapolari, come se l’aggressore avesse colpito la vittima da dietro, che cercava di allontanarsi, seppure con difficoltà a causa dei pantaloni abbassati ma comunque spostando il bersaglio in modo tale che l’aggressore non riuscisse a produrre ferite più incisive. Ad un certo punto, dopo aver percorso un tragitto di alcuni metri, probabilmente quando è stata inferta la profonda ferita all’emidorso destro (n. “21”), la vittima è stata abbattuta ed in posizione supina è stata ripetutamente colpita sulla regione toraco-addominale. In questa fase può anche avere tentato inizialmente di difendersi con le mani e le braccia protese a parare i colpi, come sembrerebbero indicare le ferite da difesa ad entrambi gli arti superiori, poi non vi è stata più resistenza e verosimilmente in questa fase l’aggressore ha ripetutamente colpito la regione pettorale sinistra ed in corrispondenza dello sterno, senza cambiamenti di posizione reciproca, poiché in quelle zone sono state rilevate ferite in sequenza, vicine ed allineate e con la stessa impugnatura dell’arma. In questa fase sono state verosimilmente prodotte anche le ferite da punta e taglio al collo ed al mento: esse sono risultate abbastanza superficiali, ma ciò può essere dovuto
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anche alla reazione di difesa messa in atto dalla vittima. La localizzazione prevalentemente all’emisoma sinistro di tali ferite con inclinazione dall’alto in basso e latero-mediale propende maggiormente per un’azione portata da parte di un destrimane.
Per quanto riguarda le ferite da taglio al collo, denominate “A”, “C” e “G”, sembra ragionevole ipotizzare che siano state inferte da dietro, da parte di un destrimane che ha cercato di recidere le strutture vitali del collo con un movimento da destra verso sinistra, e che probabilmente non vi è riuscito perchéla vittima si è difesa, ha attutito i colpi, ha ridotto la violenza lesiva, riuscendovi solo in parte (e meno per la lesione “A”). Queste ferite potrebbero essere state causate nella fase iniziale dell’aggressione.
L’infiltrato ematico profondo in sede frontale, l’ecchimosi sulla coscia sinistra e gli imbrattamenti di terriccio alle ginocchia e sulle scarpe si sono prodotti nel corso della dinamica complessiva dell’evento, a seguito di un colpo al capo con un corpo contundente non provvisto di asperità e spigoli, come potrebbe essere un pugno od altro strumento non rigido, durante la caduta al suolo o nei movimenti di difesa contro l’aggressione, senza poter identificare un momento preciso.”(pg. 83-85 Relazione)
La Relazione BPA (Bloodstain Pattern Analysis) in particolare ; si riporta testualmente parte delle conclusioni:
** durante la fase delittuosa, in cui si sono prodotte le tracce ematiche visibili sulle gambe del cadavere e meglio descritte nel corpo del presente elaborato, la vittima doveva avere gli indumenti (pantaloni-calze-mutandine) abbassati almeno fino all’altezza delle ginocchia;
** durante la fase delittuosa, in cui si sono prodotte le colature di sangue dall’alto verso il basso sulla coscia destra, almeno quella parte dell’arto doveva essere all’incirca posizionata in modo verticale al suolo. In merito non si esclude che, in un qualche momento dell’azione criminosa, la vittima abbia assunto una postura tale da avere almeno la gamba destra inginocchiata a terra (ipotesi che appare suffragata anche dalla macchia di sporco – escoriazione – visibile sul ginocchio destro).
** dopo esser rimasta al suolo accasciata sul fianco destro, la vittima è stata girata (ovvero, ormai esanime, si è girata da sola) in modo supino. Tale rotazione del corpo, oltre che dalla posizione di ritrovamento del cadavere, è suggerita anche dalla disposizione dei capelli sul terreno che, di conseguenza, sono rimasti naturalmente distesi verso destra. Successivamente è stata sollevata la maglietta
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nera che doveva esser calata all’incirca fino al pube, così come meglio descritto nel corpo del presente elaborato. In merito deve supporsi intercorso un lasso di tempo sufficientemente lungo dall’aggressione, tale da aver consentito un livello di essiccamento del sangue ……. La fase in cui è stata sollevata la maglietta deve essere antecedente a quella, in cui sono state praticate le varie incisioni sulla cute poiché una parte di esse sono situate proprio sull’addome inferiore della vittima che avrebbe dovuto esser ricoperto dalla maglietta stessa (se questa fosse stata abbassata).
** la distribuzione delle tracce ematiche sul marciapiede del fabbricato di legno è tipicamente indicativa di un meccanismo di formazione di proiezione dovuta al distaccamento di gocce di sangue da una superficie insanguinata per effetto della forza centrifuga (cast-off pattern). La misura degli angoli d’impatto di alcune tracce esaminate ha consentito di poter individuare una porzione di spazio da cui le relative gocce di sangue si sono dipartite, così come meglio mostrato nel grafico riportato a pagina 11 del presente elaborato. Considerando il contesto delittuoso in esame, è verosimile riferire tale distribuzione di tracce al brandeggio di un fendente insanguinato. Infatti, avuto riguardo delle ferite inferte al collo e della profonda lacerazione al polso destro della vittima, è verosimile ipotizzare una fase dell’azione delittuosa in cui da tergo l’aggressore abbia tentato di recidere la gola della donna la quale avrebbe frapposto il suo arto destro che, così, sarebbe stato severamente ferito. In tale quadro il movimento effettuato dal braccio dell’aggressore (supposto destrimane) sarebbe stato da sinistra verso destra coerentemente con i dati medico legali ed arcuato dall’alto verso il basso. In questo modo il fendente sporco di sangue sarebbe stato brandeggiato, proiettando all’indietro, verso destra, le gocce di sangue che hanno generato il cast-off pattern osservato sul marciapiede. Secondo tale ricostruzione è anche altresì possibile che l’orecchino sinistro della vittima sia rimasto in qualche modo impigliato e proiettato all’indietro secondo il medesimo movimento descritto sopra. Esso infatti è stato ritrovato sulla porzione di terreno compresa tra il marciapiede che esibisce il citato cast-off pattern e la base dell’albero, su cui sono state ritrovate delle tracce ematiche .
Melania insomma è stata uccisa “all’improvviso”, da dietro con un iniziale “gruppo” di colpi lesivi costituiti dal tentativo di “sgozzamento” (ferite al collo) e dai colpi di coltello inferti alle spalle dall’alto verso il basso e da quello –profondo- alla schiena; quindi da un secondo gruppo di lesioni inferte col medesimo coltello frontalmente, alcune delle quali con la donna già in fase di agonia (cfr. colpo frontale profondo al fegato); Melania non ha avuto tempo e modo di lottare e difendersi attivamente se
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non nelle fasi di un accoltellamento già iniziato (limitate lesioni da difesa alle mani; più profonda lesione al polso destro); Melania non ha avuto tempo di piangere (trucco intatto); ed è stata uccisa mentre aveva i pantaloni, collant e mutandine abbassati e presumibilmente “volontariamente” abbassati (collant integri seppur leggeri e privi di smagliature o strappi- cfr. su tale ultimo elemento i convergenti elementi forniti dai dati medico-legali e da quelli della BPA , dai per il vero sostanzialmente e significativamente convergenti anche sulla intera dinamica dell’omicidio).
La morte è intervenuta alcune decine di minuti dopo l’inizio della azione omicidiaria (potenzialmente anche in assenza dell’assassino che abbandonava il posto con Melania agonizzante).
Il momento della morte è collocabile nel pomeriggio del 18 aprile entro le due ore dall’ultimo pasto (ed entro un’ora dalla consumazione di bevanda contenente caffeina) e dunque – coordinandovi i soli dati circostanziali relativi consumazione del pasto su cui si ha certezza ( telefonata della madre a Melania alle 13.37 in cui Melania dice di aver pranzato; dichiarazioni dello stesso Parolisi) - tra le 13.30 e le 15.30 (non si ha invece certezza sul momento in cui Melania consuma un caffè o altra bevanda contenente caffeina ma come si è sopra detto si deve attendibilmente stimare che tale assunzione sia intervenuta dopo pranzo e subito prima di uscire da casa con conseguente significativa coerenza di risultati per quanto riguarda il termine finale dell’arco temporale entro il quale è avvenuta la morte) . – come si vedrà più avanti vi sono dati circostanziali certi che consentono di delimitare e restringere ulteriormente i tempi in cui è avvenuta l’azione omicidiaria e la morte di Melania.
*** 2 ***
I dati obiettivi relativi agli spostamenti della coppia Parolisi/Rea il 18.4 (dati forniti dall’incrocio di tabulati/dichiarazioni) – cfr. al riguardo per i vari riferimenti la nota riepilogativa ai paragrafi: 3) per quanto riguarda le versioni del Parolisi; 5) per le dichiarazioni dei vicini di casa, 6) per le dichiarazioni della mamma di Melania; e infine il paragrafo 13) “Le Risultanze degli accertamenti ed esperimenti tecnici” e l’allegato 79 èer il riscontro sui tabulati telefonici:
o la coppia rientra a casa poco prima delle ore 13.00 subito dopo la visita medica del dr. Pancotti ( cfr. dichiarazioni Parolisi rese nella serata del 22.4.2011: “Siamo rientrati prima delle ore 13, lo ricordo perché la trasmissione Studio Sport doveva ancora cominciare” ; cfr. anche dichiarazioni dr. Pancotti del 22.4.11 ; cfr. anche riscontro tabulati pg. 160 nota riepilogativa ;
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o alle 13.36 Carmela Rea parla al telefono con la madre per 7 minuti e 32 secondi e dice che ha finito di pranzare e che sarebbero andati a san Marco (cfr. il riscontro dato dai tabulati telefonici : in particolare nota riepilogativa pg 161 segg. e all. 79 a pg. 7; e i riferimenti ivi indicati); naturalmente si confronti anche e direttamente le dichiarazioni della madre di Carmela Rea, Vittoria Garofano del 27.4.11);
o intorno alle 14.10-14.15 la coppia esce di casa in auto con la bambina –forchetta massima entro la quale è avvenuta la partenza: 14.00 – 14.20 -- (cfr. dichiarazioni vicini di casa Trobbiani del 14.5.2011, Cortellessi del 1°.5.2011, Bernardini del 27.4.2011 e del 7.5.2011; cfr. anche le dichiarazioni dello stesso Parolisi in sede di denuncia di scomparsa – partenza alle ore 14.00 circa – e quelle verbalizzate il 22.4.11 – partenza alle ore 14.20 circa);
o sul cellulare di Carmela Rea arrivano una prima telefonata della amica Sonia Viviani alle ore 14.53 e una seconda chiamata alle 14.56; entrambe senza risposta; senza risposta anche due sms inviato sempre da Viviani Sonia alle ore 15.03 e 15.04; senza risposta tutte le successive chiamate a partire dalla prima fatta dal marito Parolisi alle ore 15.26; (cfr. nota riepilogativa nel paragrafo 13) dedicato all’esame tabulati ed in particolare pg. 163 segg; cfr. più estesamente l’allegato 79 alle pg. 8 e segg.); si tenga ben presente che il cellulare Samsung che Melania aveva con sé (utenza 333-8102280) e sul quale veniva chiamata –cellulare poi rinvenuto sul luogo del delitto vicino al corpo- risultava essere impostato con suoneria al volume massimo, vibrazione attiva, profilo “funzionamento all’aperto”; situazione questa che rende assai improbabile che Melania possa non aver “sentito” le chiamate (cfr. nota riepilogativa pg. 170 e allegato 79 pg. 16 e la specifica relazione di verifica strumentale sul telefono – esperimento del 23.6.20911–che fa parte sempre della Relazione Tecnica di cui all’allagato 79” – in cui si da atto delle impostazioni di suoneria sul telefonino di Melania; impostazioni non modificate dal ritrovamento e repertamenti del 20.4. – cfr. anche la nota 21.4.11 RONI Teramo e l’allegato verbale di accertamenti sul telefono in cui si da atto che la suoneria risultava attivata e che non venivano modificate le impostazioni ; cfr. la Relazione Tecnica RIS CC Roma del 24.5.2011 trasmessa con nota RONI 9.7.11 in cui si da atto delle operazioni tecniche eseguite sul telefono Samsung di Melania e della assenza di qualsiasi operazione di modifica/manomissione delle impostazioni di suoneria) in occasione di queste due chiamate senza risposta il telefono in uso a Melania viene agganciato dalla cella …..451 sita a Castel di Lama; l’approfondimento tecnico di tale dato – come si dirà
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più sotto – fa ritenere altamente probabile che in quei momenti - 14.53-14-56 – il telefonino di Melania si trovasse già nella zona Chiosco della Pineta di Ripe di Civitella e non a S. Marco ; cfr. più sotto al punto 3) della presente richiesta ;
o se la partenza da Folignano si colloca tra le 14.00 e le 14.20 l’arrivo a Colle San Marco avviene attendibilmente tra le ore 14,15 e le ore 14,35 con una ovvia tolleranza di qualche minuto in più o in meno – (distanza Folignano-abitazione Parolisi 􀃆 pianoro di Colle San Marco-zona altalene km. 7,3; tempo di percorrenza 13 minuti: cfr. nota RONI AP 6.7.2011 con le allegate annotazioni su distanze e tempi percorrenza); Parolisi dice in denuncia di scomparsa che circa alle 14.45, dopo pochi minuti dall’arrivo, la moglie si allontanava per andare in bagno, e dunque lui stesso colloca l’arrivo pochi minuti prima delle 14.45; anche nelle dichiarazioni verbalizzate la sera del 22.4 Parolisi dice di essere arrivato a San Marco intorno alle 14.45; sui tempi di partenza come riferiti dal Parolisi e da alcuni vicini si è detto poco sopra; Parolisi nella denuncia di scomparsa della moglie del 18.4 dice di aver impiegato circa 20 minuti da Folignano a San Marco ;
o Parolisi viene visto a San Marco a partire da un momento successivo alle 15.23, non prima : a vederlo per primo è il gestore del chiosco posto nelle vicinanze, Ranelli Alfredo; Ranelli (titolare di un chiosco posto nelle immediate vicinanze) fin dal ,primo verbale di dichiarazioni rese (verbale del 19.4.2011) relaziona l’avvistamento della persona poi riconosciuta per Parolisi alla sua attività di sistemazione delle sedie intorno al proprio chiosco; tale attività è stata ripresa dall’impianto di sorveglianza del chiosco stesso; il Ranelli è stato sentito due volte contestualmente alla visone di quelle immagini il 2 e il 14.5.2011 (cfr. i corrispondenti verbali); lo stesso, rivendendo le immagini delle sue attività di quel giorno, colloca l’avvistamento del Parolisi nelle fasi corrispondenti alle ore 15.23-15.25 reali – 15.18-15.20 riportate sul filmato; la verifica puntuale dell’esatto orario rispetto a quello riportato dal filmato è stata fatta incrociando le immagini con un tabulato telefonico relativo ad una telefonata ritratta dalle immagini stesse: cfr. nota RONI AP 23.6.2011 e allegati cfr. direttamente verbali di dichiarazioni rese da Ranelli il 19.4.2011, il 2 e 14.5.2011; cfr anche la nota riepilogativa pg. 140-147 e allegato 69 paragrafo “I testimoni di San Marco” – nella parte dedicata proprio all’esame critico delle varie dichiarazioni rese da Ranelli); si confrontino tali riferimenti anche in relazione al significato e valore delle dichiarazioni del teste quando afferma di aver visto vicino alle altalene la persona poi riconosciuta per Parolisi in compagnia di una donna e di un bambino/bambina: poiché “sicuramente” – come si è detto- tale “avvistamento” da parte del
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Ranelli avviene dopo le 15.23 altrettanto sicuramente la donna che egli dice di aver visto vicino al Parolisi non può essere la moglie in quanto a quell’ora – secondo la stessa versione del Parolisi – la moglie si era da tempo allontanata (allontanata dopo pochi minuti del loro arrivo a san Marco , arrivo, come si è sopra visto, avvenuto ben prima: Parolisi lo colloca intorno alle 14.45 circa, arrivo stimato sulla base orario di partenza da Folignano tra le 14.15 e le 14.35); e Parolisi alle 15.26 (riscontro obiettivo tabulato) fa la prima telefonata alla moglie -che non risponde- in quanto allarmato dal suo mancato ritorno. E si tenga significativamente presente che il Ranelli nel corso delle dichiarazioni in data 2.5.2011 e fatte contestualmente alla visione delle immagini dell’impianto di videosorveglianza che lo ritraggono durante le varie attività –e quindi con riferimenti orari precisi – esclude di aver visto persone nella zona altalene e in particolare la persona in pantaloncini corti poi riconosciuta per Parolisi- in momenti precedenti alle 15.23 (reali , corrispondenti alle 15.18 ora riportata nel filmato) , anche se precisa poi di non essere sicuro di aver avuto modo di guardare effettivamente verso la zona altalene ( v. in particolare dichiarazioni del 14.5 );
o viene quindi visto dalle titolari del Bar il Cacciatore intorno alle 15.40 e quindi da altre persone;
o Alle 15.26 Parolisi effettua la prima telefonata alla moglie (telefonata senza risposta) a cui ne seguono altre e l’allarme dato recandosi presso il Bar il Cacciatore . Si noti fin da ora che Parolisi si allarma per il mancato ritorno della moglie dal bar dopo circa ¾ d’ora dall’allontanamento della donna, ¾ d’ora in cui sarebbe rimasto sempre con la figlioletta in zona altalene ( per il riscontro delle telefonate fatte da Parolisi a partire dalle 15.26 si confronti la nota riepilogativa alle pg. 163-164 e la più estesa documentazione corrispondente di cui all’allagato 79) .
più diffusamente sui dati circa la presenza/assenza della coppia Parolisi/Rea sul pianoro di S. Marco vedi comunque infra sub 4).
Dalle ore 14.53 Carmela Rea dunque non risponde più al telefono; sul pianoro di S. Marco fino alle ore 15.30 circa (e comunque certamente non prima delle 15.23) nessun dei moltissimi testi sentiti vede la coppia Parolisi/Rea – cfr. infra sub 4) -; solo a partire da un momento sicuramente successivo- immediatamente successivo- alle 15.23 viene visto il solo Parolisi Salvatore (dal solo Ranelli, il quale peraltro esclude di aver notato qualcuno nella zona altalene precedentemente a quel momento pur essendo arrivato sul posto alle ore 14.40); Parolisi poi intorno alle 15.40 arriva al Bar Il Cacciatore cercando la moglie( e li viene visto dalle due titolari del Bar e quindi da alcuni clienti) .
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Vi è dunque uno spazio temporale tra la partenza della coppia Parolisi/Rea da Folignano tra le 14.00 e le 14.20 (più attendibilmente 14.10-14-15) fino al primo momento in cui il solo Salvatore Parolisi viene visto a S. Marco – tra le 15.23 e le 15.40 -- durante il quale non si sa dove siano stati i due e cosa abbiano fatto; ed è proprio in tale spazio temporale che è avvenuto l’omicidio: si consideri infatti che già dalle ore 14.53 Carmela Rea non risponde più al telefono e che la morte secondo i dati anatomo-patologici è avvenuta proprio tra le ore 13,30 e le ore 15,30; entro le due ore dalla consumazione dell’ultimo pasto) si tenga anche conto che tra le 14.53 e le 16.28 vi sono state 12 tentativi di chiamata al telefono di Carmela Rea tutti senza risposta (due provenienti da Sonia Viviani – dieci provenienti dal marito; oltre agli sms- cfr. nota riepilogativa - paragrafo “ Le risultanze degli accertamenti ed esperimenti tecnici” in particolare pg. 162-165 e i riferimenti ivi indicati e la Relazione Tecnica di cui all’allegato 79 con tutta la documentazione).
Si ricordi ancora – significativamente- che la suoneria del telefono Samsung di Melania, che lei aveva con se e sul quale veniva chiamata, era impostato con volume suoneria al massimo, profilo”all’aperto”, con vibrazione attiva. ( cfr. nota riepilogativa pg. 170 e allegato 79 pg. 16 e la specifica relazione di verifica strumentale sul telefono – esperimenti del 21 e 23.6.20911–che fa parte sempre della Relazione Tecnica di cui all’allagato 79; come si è poco sopra detto le impostazioni del telefono non sono state mai modificate dal repertamenti dello stesso vicino al cadavere di Melania).
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I dati obiettivi forniti dai tabulati telefonici e dai successivi approfondimenti tecnici e sperimentali –
alla analisi del traffico telefonico sulle utenze in uso alla coppia Parolisi/Rea globalmente e nei giorni 18-19 e 20 aprile si sono affiancati: a)attività di analisi della copertura radioelettrica garantita dalle stazioni radio base (BTS) relativa ai luoghi di interesse (attività eseguita da Reparto Indagini Tecniche ROS CC ); b) successiva integrazione di tali dati con test sperimentali compiuti con un telefono Samsung SGH-F480 uguale a quello della vittima; e ulteriori test sperimentali con utilizzazione proprio del telefono Samsung SGH-F480 in uso alla vittima ( attività eseguita da RONI AP e ROS Sez. Anticr. Ancona);
Si rimanda al riguardo alla Relazione Tecnica di esame tabulati e celle di traffico telefonico svolta congiuntamente dal RONI CC AP e dal ROS – Reparto Indagini Tecniche- Sez. Anticrimine Ancona di cui all’allegato 79 alla nota riepilogativa, Relazione che si fa notare per la particolare accuratezza e la
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attenta documentazione e intepretazione dei dati ; cfr. anche i più sintetici ma significativi riferimenti sulla nota riepilogativa stessa al paragrafo “ Le risultanze degli accertamenti ed esperimenti tecnici”.
Il pomeriggio della scomparsa (e della morte) Melania Rea aveva con sé il cellulare Samsung con utenza 333-8102280; il telefono veniva trovato vicino al suo corpo il successivo 22.4; è il telefono su cui anche Parolisi la chiama insistentemente senza ottenere risposta a partire dalle 15.26 e su cui viene poi attivata dal 112 la procedura NUE di cui si dirà subito sotto; e si ricordi che tale telefono aveva impostazioni di suoneria al volume massimo e vibrazione inserita;
Tale telefono a partire dalle 14.53 riceve 32 chiamate senza risposta e 5 sms.
Le prime due chiamate senza risposta sono alle 14.53 e 14.56 e in tali occasioni il telefono di Melania impegna la cella ….. 451 .
In tutte le chiamate successive vengono impegnate le celle ….451 e ...390 (cfr. prospetto sintetico a pg. 47-48 Relazione ROS depositata 11.7.2011; cfr. anche pg. 162-165 nota riepilogativa –cfr. anche più estesamente e con ampia documentazione la approfondita Relazione Tecnica di cui all’allegato 79 alla nota riepilogativa) .
L’analisi e misurazione della copertura radioelettrica delle zone di interesse ha riscontrato che (cfr. sia la Relazione Tecnica di cui all’allegato 79 alla nota riepilogativa sia la Relazione ROS depositata 11.7.11) :
o la maggior parte delle comunicazioni telefoniche nei test eseguiti in zona Colle San Marco avviene tramite la cella servente …..381, cella con segnale notevolmente superiore a tutte le altre, cella quasi sempre impegnata durante le chiamate dei telefoni delle prove salvo pochi casi in cui i terminali si sono connessi con celle “adiacenti” tra queste la cella …..358 la cella … 390 ; mentre solo in un caso e solo per una specifica posizione del telefono del test vi è stato l’impegno della cella …451; ….390; le misurazioni radioelettriche delle celle in questa zona identifica la cella ….390 esclusivamente come cella “adiacente” e con valori di segnale molto bassi ed identifica la cella ….451 sia come “adiacente” sia come “servente” esclusivamente in uno specifico punto (collocato al di fuori del percorso ipoteticamente seguito da Carmela Rea per allontanarsi e andare in bagno); ( cfr. anche tabella 16 a pg. 16-17 ; e pg. 53-54 Relazione Tecnica ROS depositata 11.7.2011 ; cfr. l’ampia documentazione inserita nella Relazione Tecnica di cui all’allegato 79 alla nota riepilogativa e sinteticamente il corrispondente paragrafo a pg. 164 segg. della nota riepilogativa stessa);
o nella zona di rinvenimento del cadavere la maggior parte delle comunicazioni dei test avviene tramite le celle ….390 e ….451; le misurazioni radiolettriche delle celle identifica in questa zona le
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celle ….451 e …390 come celle serventi ( cfr., tabella 16 a pg. 16-17 ; figura 44 a pg. 52 e pg. 53-54 Relazione Tecnica ROS depositata 11.7.11 e gli approfondimenti di cui alla Relazione Tecnica in allegato 79 alla nota riepilogativa e sinteticamente il corrispondente paragrafo a pg. 164 segg. della nota riepilogativa stessa)
I dati obiettivi forniti dalla attività tecnica di misurazione radioelettrica di cui si è ora detto portano a ritenere altamente probabile che in occasione delle due telefonate delle ore 14.563 e 14.56 Melania si trovasse non più a San Marco ma già nella zona del ritrovamento del cadavere – la cella agganciata in queste due telefonate – la ...451- è ben presente come servente nella zona di ritrovamento del cadavere mentre nella zona della asserita scomparsa (Pianoro S. Marco) vi è altra cella servente con segnale molto forte e la …451 è in grado di essere agganciata solo in uno specifico punto. E portano ad ritenere – qui con quasi certezza- che in occasione di tutte le successive telefonate dalle 15.26 fino alle 19.10 il telefono della vittima (e la vittima) si trovava nella zona di ritrovamento del cadavere - celle agganciate alternativamente la …451 e la …390; celle entrambe serventi per la zona ritrovamento; mai impegnata la cella servente tipica della zona S. Marco ( la ….381).
Tali dati e misurazioni sono stati poi integrati e arricchiti con ulteriori rilievi sperimentali eseguiti prima con un cellulare Samsung dello stesso modello di quello di Melania e con scheda sim del medesimo operatore (TELECOM) ; poi effettuati proprio con il telefono di Melania, e integrando l’analisi dei tabulati, le misurazioni radioelettriche, i risultati sperimentali, la georeferenziazione tramite procedura N.U.E.
I significativi risultati (sostanzialmente coerenti con quelli forniti dalle misurazioni di cui alla Relazione Tecnica Ros qui depositata in data 11.7.11e con l’arricchimento sperimentale dato dall’utilizzo proprio dello stesso telefono di Melania) sono illustrati nella approfondita ed esaustiva Relazione Tecnica congiunta ROS – RONI di cui all’allegato 79 alla nota riepilogativa, allegato a cui si rimanda, mentre per i riferimenti sintetici può vedersi la nota riepilogativa stessa alle pg. 154-174 .
Dunque :
le due telefonate fatte da Viviani Sonia a Carmela Rea alle ore 14.53 e quindi 14.56; ( cfr. pg. 162 segg. nota riepilogativa e Relazione All. 79 pg. 8-9 e 16 oltre ai riferimenti documentali inseriti nel citato Allegato 79):
a) che Carmela non risponde a tali due telefonate (né ai due sms successivi delle 15.03 e 15.04, né a tutte le successive numerose chiamate);
b) il telefono era impostato con profilo suoneria “all’aperto”, suoneria massimo volume e vibrazione inserita;
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c) la cella che viene agganciata dal telefono di Carmela Rea quando riceve le due telefonate in questione è la ……451 (ubicazione cella Castel di Lama) – cella che copre e serve la zona in cui il cadavere è stato ritrovato ma che copre solo molto residualmente la zona S. Marco (servita da altra cella con segnale molto potente) e in particolare solo uno specifico punto vicino al Monumento Caduti avente coordinate geografiche 42° 49’ 38,5752’’ – 13° 34’ 54,6924’’, non la zona delle altalene. (misurazioni e dati sperimentali con telefono samsung identico a quello della vittima e quindi proprio col telefono della vittima : cfr. graficamente la tav. 1, 2 e 3 e la Relazione per la Verifica Strumentale – esperimento del 21 e 23.6 inseriti nella Relazione Tecnica di cui all’allegato 79 alla nota riepilogativa e pg. 12-17 della citata Relazione Tecnica ; cfr. anche i richiami nella nota riepilogativa stessa pg 166 segg ).
Le successive telefonate senza risposta ricevute dal telefono di Melania ( cfr. pg. 164 segg. nota riepilogativa e la solita Relazione Tecnica in allegato 79 alla nota stessa) :
a) dalle 15.26 alle 16.28 Salvatore Parolisi effettua dieci tentativi di chiamata sul telefono 333-8102280 in uso alla moglie (e per due volte chiama anche il cellulare pure in uso e utilizzato per parlare con i familiari alla moglie ma lasciato a casa): viene alternativamente agganciata la cella ….451 ubicata a Castel di Lama e la cella …390 ubicata a Spinetoli – ( le telefonate complessive ricevute dal telefono di Melania a partire da quella delle 15.26 sono 30; vengono sempre agganciate alternativamente le celle …451 e …390 ) entrambe tali celle servono la zona del Chiosco della Pineta ;
b) alle 16.53 il telefono di Melania riceve una chiamata del 112 con attivazione della procedura N.U.E. per la localizzazione di persone scomparse tramite georeferenziazione del telefonino della persona scomparsa; tale procedura è più precisa nel caso che lo scomparso risponda alla chiamata; meno precisa in caso contrario; la procedura in questione – con telefonata senza risposta al cellulare di Melania – localizzava il telefono ricevente in un punto situato a km 3,2 dalla zona di rinvenimento del cadavere; tale localizzazione a causa dei margini di precisione dovuti alla mancata risposta alla chiamata del 112 è assolutamente compatibile con la esatta zona di rinvenimento del cadavere. (sulla procedura N.U.E cfr. specificamente pg. 172-173 nota riepilogativa e all. 80 alla citata nota).
Secondo gli esperimenti tecnici eseguiti proprio col telefono di Melania e con altro cellulare Samsung di identico modello:
a) l’unico punto della zona Colle San Marco in cui vi è copertura della cella ….451 in grado di gestire una chiamata è una specifica e
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ristrettissima area nelle adiacenze del Monumento ai Martiri della Resistenza (sperimentalmente venivano generate numerose chiamate telefoniche destinate sia ad un telefono samsung identico a quello di Melania sia proprio al telefono della donna con la sua scheda sim; il telefono ricevente veniva posizionato in varie zone del pianoro –compresa zona altalene e percorso intorno alle stesse e fino al bar il Cacciatore); anche minimi spostamenti da quel punto non consentono la copertura della cella 451; dunque Melania e il suo telefono per circa 4-5 minuti sarebbero dovuti restare pressoché immobile nello specifico punto (avente le precise coordinate geografiche 42° 49’ 38,5752’’ – 13° 34’ 54,6924’’) per poter ricevere le due telefonate delle 14.53 e 14.56. ( cfr. specificamente pg. 13-17 Relazione Tecnica in allegato 79 alla nota riepilogativa e i riferimenti indicati nonché le figure 1,2,3,4 e gli allegati alla Relazione richiamati)
b) un attento esame entrata/uscita di altre utenze Telecom (come l’utenza di Melania) in uso a persone presenti nel pomeriggio del 18.4 nell’area del Pianoro di S. Marco e impegnate nelle ricerche di Carmela Rea dalle ore 14.30 alle ore 19.00 dimostra come nessuna di tali telefonate sia stata gestita dalla cella ……451 (cfr. specificamente pg. 16 Relazione Tecnica in allegato 79 alla nota riepilogativa e la documentazione ivi richiamata);
c) i dati sperimentali effettuati al Chiosco della Pineta hanno consentito di individuare una ristretta area a ridosso del chiosco in cui le celle serventi erano la …451 e la … 390 , cioè proprio le due celle che alternandosi tra loro servono le varie chiamate senza risposta che giungono al cellulare di Melania a partire dalle 14.53 e fino al momento dello spegnimento o fuori campo del telefono; anche in altri punti della zona chiosco della pineta giunge la copertura della cella ….451 e …. 390 .
Si può dunque attendibilmente escludere che Melania quando riceveva le due chiamate da Sonia senza rispondere alle 14.53 e 14.56 Melania si trovasse nella zona altalene o lungo il percorso che porta verso il Bar il cacciatore. E appare altamente probabile sotto il solo profilo dell’ esame tecnico delle celle agganciate dal telefono di Melania (telefono che era con lei) che già alle ore 14.53 e 14.56 Carmela Rea non si trovava affatto a S. Marco bensì nella zona di ritrovamento del cadavere e dell’omicidio, e rimaneva in tale zona per tutto il tempo successivo in cui continuava a ricevere telefonate .
Può subito notarsi la convergenza di tali dati con quelli risultanti dagli accertamenti medico-legali e dalla BPA sul luogo dell’omicidio sul momento della morte e sui tempi della azione omicidiaria di cui si è parlato sub 1).
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E analoga convergenza è agevolmente rinvenibile con i dati relativi agli spostamenti della coppia Parolisi/Rea di cui si è detto sub 2).
Dalla mancata risposta alle due successive chiamate( 14.53-14.56) e all’sms di Sonia (suoneria telefono a volume massimo e vibrazione inserita) può ben dedursi che già in quei momenti Carmela non era in condizioni di rispondere: dinamica omicidiaria o fasi immediatamente precedenti già in corso (si tenga presente che Carmela poi non risponderà più a nessuna chiamata).
Ed appare assai poco plausibile che tra le 14.53 e le 14.56 Melania si trovasse invece ferma nell’unico punto del pianoro di Colle San Marco dove è possibile che il suo telefono agganciasse la cella …451 - lungo la strada principale che da Ascoli va a San Marco vicino al monumento ai Martiri della Resistenza, senza rispondere al telefono che squillava, e senza essere vista da alcun.
E inoltre proprio in quei momenti passava di lì il teste Giorgi Serafino (di cui si dirà più sotto) il quale percorreva proprio la stessa strada che secondo il marito avrebbe percorso Melania a piedi e passava quindi davanti al Monumento ai Martiri della Resistenzai; Giorgi Serafino esclude di aver visto qualcuno; cfr. figure 6 e 7 nel presente provvedimento; .( e vi è anche un altro teste che –seppur in maniera meno perentoria e in orari meno precisi –intorno alle 15.00-esclude di aver visto qualcuno lungo quel medesimo percorso: cfr. dichiarazioni Bahtijari Rafiz )
Dai dati (misurazioni, sperimentali, e tabulati) relativi alle celle agganciate dal telefono in possesso di Melania Rea il pomeriggio del 18.4 in occasione delle tele


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