Omicidio Rea: inchiesta caserma Clementi ancora nessun indagato

07 Agosto 2011   15:15  

 «Non c'è alcun indagato. L'inchiesta è soltanto all'inizio». queste le parole del procuratore militare di Roma, Marco De Paolis, a proposito delle notizie circa l'esistenza di tre indagati nell'indagine da lui avviata su presunti abusi commessi dagli istruttori della caserma 'Clementi' di Ascoli Piceno, quella dove prestava servizio Salvatore Parolisi, arrestato con l'accusa di aver ucciso la moglie, Melania Rea.
Il procuratore militare confermando l'apertura di un'inchiesta da parte del suo ufficio sui fatti emersi dopo l'omicidio di Melania Rea, ha precisato che «non si tratta di un'inchiesta su Parolisi, ma su ciò che sarebbe avvenuto all'interno della caserma, sui rapporti tra superiori ed inferiori». Il magistrato ha  spiegato di voler «approfondire alcune circostanze emerse finora» per stabilire se sono raffigurabili reati, in particolare quello previsto dall'art. 146 del codice penale militare di pace: «Minaccia a un inferiore per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri». 

La procura militare,  vuole capire se degli istruttori abbiano fatto minacce nei confronti delle reclute per indurle,  ad avere  relazioni o  rapporti di natura sessuale. A questo fine, il procuratore militare De Paolis ha già acquisito numerosa documentazione, fatto sopralluoghi, sentito alcune persone, tra cui i vertici della caserma, ma l'indagine entrerà nel vivo nei prossimi giorni quando saranno convocate «numerose» soldatesse che hanno svolto il periodo di addestramento ad Ascoli Piceno e che dovranno riferire sul comportamento adottato nei loro confronti dagli istruttori.
Anche questi ultimi, ovviamente, saranno ascoltati, «ma allo stato - ribadisce De Paolis - non c'è alcun indagato». L'inchiesta avviata dalla procura militare di Roma sui presunti abusi che sarebbero stati commessi dal personale della Caserma "Clementi" di Ascoli Piceno «è svolta anche a tutela dell'Esercito e delle Forze armate, della loro onorabilità - aggiunge lo stesso procuratore militare, Marco De Paolis, il quale ha precisato che l'indagine «è soltanto all'inizio e non ci sono indagati».
«Nostro obiettivo è sì quello di accertare se sono stati commessi reati militari, violazioni e abusi da parte del personale della caserma, ma anche di tutelare le Forze armate rispetto ad illazioni che dipingono quel reparto come un luogo in cui avvengono nefandezze di ogni tipo. Su questo è necessario fare chiarezza, perchè si tratta di illazioni che allo stato sono fondate non su prove, ma sui 'si dice'. Fare chiarezza, ristabilire la verità dei fatti - conclude il procuratore - significa dunque restituire alle Forze armate la loro onorabilità».


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