Omicidio Rea: mancano ancora movente ed indagati ad una settimana dall'omicidio

27 Aprile 2011   20:07  

Ad una settimana dalla scoperta del corpo di Carmela Melania Rea, scomparsa il 18 aprile sul Colle San Marco ad Ascoli Piceno e trovata due giorni dopo uccisa a coltellate neo boschi del Teramano, non ci sono ancora né un movente né degli indagati.

"Questo - ha spiegato oggi il col. Alessandro Patrizio, comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno - giustifica l'attività giudiziaria che stiamo svolgendo su tutti i fronti. Stiamo sentendo persone a vario titolo collegate alla donna e testimonianze che stiamo verificando. Speriamo di assicurare alla giustizia il responsabile".

Patrizio ha poi fatto il punto sulle indagini, a partire dalla competenza territoriale che non è stata ancora determinata perché c'é un ragionevole sospetto che l'omicidio sia avvenuto altrove rispetto al Bosco delle Casermette.

In realtà, l'area sarebbe compatibile con un omicidio, che però (come ormai ipotizzano gli investigatori) potrebbe essere cominciato altrove. Risposte definitive potranno arrivare solo dal Ris e dagli esiti dell'autopsia effettuata dal medico legale Adriano Tagliabracci, che ha depositato una relazione preliminare.

Relazione che però non contiene risposte a questi quesiti, mentre gli investigatori sono anche propensi a non escludere che il colpevole possa essere una donna.

Sono state ricostruite tutte le fasi prima e dopo la scomparsa di Melania, avvenuta poco prima delle 15, con il marito Salvatore Parolisi che non vedendola tornare va a chiedere se qualcuno l'ha vista al chiosco sul pianoro e poi al bar ristorante Cacciatore, l'arrivo di alcuni conoscenti (un agente di custodia che abita nei paraggi) e l'apporto di alcune persone che erano sul posto, fino alla chiamata al 112.

Poi il ritrovamento del cadavere nel Bosco delle Casermette: supino, a braccia aperte, con i pantaloni e gli slip leggermente abbassati, un segno simile ad una svastica su una coscia, una siringa da insulina infilata sotto il seno sinistro, un quadro che ha fatto pensare ad una messa in scena, ad un tentativo di depistaggio.

Le indagini hanno riguardato in particolare il menage della coppia, le loro frequentazioni, il loro tenore di vita e soprattutto l'ambiente di lavoro di Parolisi, che è addestratore di reclute femminile al Rav Piceno. Si vagliano varie ipotesi, su alcune l'attenzione degli investigatori si è concentrata in maniera più spinta.

C'é ancora molto da fare, anche perché - a sentire una fonte investigativa - "la verità o le verità possono esser più di una".


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