Omicidio Rea: per Giardina un'altra persona sul luogo del delitto

07 Febbraio 2012   13:10  

Parolisi, la difesa va all'attacco
Il consulente Giardina: "Un'altra persona sul luogo del delitto"
Rimane solo una manciata di giorni ai difensori di Salvatore Parolisi per sciogliere l'ultimo nodo prima dell'inizio del processo previsto per il prossimo 27 febbraio a Teramo. Valter Biscotti e Nicodemo Gentile , infatti, entro la metà della prossima settimana dovranno decidere se chiedere oppure no rito abbreviato per il caporalmaggiore dell'esercito accusato dell'omicidio della moglie Melania Rea.

Nel frattempo, i legali insieme con i propri consulenti di parte stanno mettendo a punto la loro strategia difensiva che mira a minare nelle fondamenta il castello accusatorio costruito dalla Procura al termine di quasi dieci mesi di indagini. E le prime schermaglie, in attesa del dibattimento nell'aula della Corte d'Assise del capoluogo abruzzese, avvengono in quelle che potrebbe essere definite delle aule virtuali rappresentati dagli studi televisivi. Nel corso dell'ultima puntata di Quarto Grado, seguitissima trasmissione Mediaset, ad esempio si sono confrontati il consulente della difesa Emiliano Giardina – genetista forense dell'università di Tor Vergata a Roma – e l'avvocato Mauro Gionni, legale della famiglia Rea. Il docente universitario infatti ha ribadito anche davanti alle telecamere quello che già aveva sostenuto nella relazione redatta in occasione del ricorso al tribunale del Riesame di L'Aquila, ovvero la presenza sul luogo del delitto di una terza persona che avrebbe ucciso la casalinga di Somma Vesuviana.

Prova di questa presenza sarebbe il rinvenimento sul corpo della vittima di alcuni capelli non riconducibili né alla stessa Melania né, tanto meno, a Salvatore Parolisi. Senza tralasciare, a sostegno di questa tesi, la presenza di dna misto ritrovato sotto le unghie della mano della donna uccisa. L'avvocato Mauro Gionni, invece, ha voluto sottolineare un elemento che farebbe pensare ad un coinvolgimento del caporalmaggiore. La presenza delle tracce di dna di Parolisi sulle labbra e sui denti della vittima, che secondo il legale ascolano potrebbe essere cancellato con il semplice movimento delle labbra, starebbe a testimoniare la presenza del marito che avrebbe baciato la moglie poco prima di essere uccisa.

da Corriere Adriatico


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