Omicidio Rea, si indaga nell'ambiente di lavoro del marito

03 Maggio 2011   13:34  

Cherchez la femme. Che cosa si nascondeva dietro l'apparente armonia del matrimonio di Melania Rea? Il marito, Salvatore Parolisi, caporale istruttore al 235mo Reggimento Piceno dal 2001 formato esclusivamente da soldatesse, per giorni ha giurato che nulla aveva mai turbato la pace coniugale poi però messo alle strette dai carabinieri ha dovuto ammettere: "Due anni fa ho avuto una relazione con una commilitona ma è finita da tempo".

Nei giorni scorsi era stata interrogata una soldatessa nel frattempo trasferita a Verona. Ora gli investigatori hanno rintracciato a Lecce una nuova fiamma del caporal maggiore, un'altra militare, e l'hanno presa a verbale. Dopo che il profiler dei carabinieri ha azzardato l'ipotesi che Melania potrebbe anche essere stata uccisa da una donna e che un testimone ha ricordato di aver notato il 18 aprile (giorno della scomparsa di Melania) una donna dall'aria frettolosa uscire dal bosco a Colle San Marco alle 15,40 quando di Melania ormai si era persa ogni traccia gli investigatori sembrano essere concentrati nella ricerca di una misteriosa presenza femminile nella vicenda.

Appare

quindi scontato che l'inchiesta sull'omicidio di Melania Rea si avviti sempre più sulla sua vita coniugale. Sabato scorso i carabinieri hanno convocato in caserma per l'ennesima volta Raffaele Paciolla, l'agente di custodia che vive nello stesso palazzo abitato da Salvatore Parolisi e la moglie, per interrogarlo sulle relazioni del caporal maggiore.

Gli interrogatori sono continuati anche per tutta la giornata di ieri. Negli uffici del comando provinciale di Ascoli i pm Ettore Picardi e Umberto Monti hanno ascoltato sino a tarda sera alcuni soldati del 123mo Reggimento Addestramento Volontari di Chieri che il 18 e il 19 aprile scorso sarebbero stati impegnati in un'esercitazione nel poligono di Ripe di Civitella, a poca distanza dalla pineta dove il 20 aprile è stato scoperto il cadavere di Melania Rea. Ed è stato nuovamente interrogato anche Alfredo Ranelli, il titolare del chiosco di Colle San Marco, a cui il marito di Melania ha chiesto aiuto durante i primi momenti della scomparsa della moglie. Ranelli è un personaggio cardine del mistero. "Ho visto una donna con un bimbo e un uomo accanto alle altalene ma non sono sicuro che la donna fosse Melania Rea" ha ripetuto per giorni.

Gli investigatori paiono voler ritornare con insistenza su quanto accaduto al pianoro di Colle San Marco, ricostruendo lo strano percorso fatto da Melania Rea che per raggiungere i bagni del ristorante "Il cacciatore" si è incamminata nella direzione opposta. Per questo stanno confrontando i tabulati telefonici delle persone che in qualche modo sono coinvolte nella vicenda. Nel frattempo è stato esaminato dal Ris il coltellino ritrovato nei boschi qualche giorno fa da un volontario della Protezione Civile: non è l'arma del delitto. "La donna è stata uccisa con una piccola lama monofilare" spiegano infatti gli esperti. Domenica sera si è creduto per qualche ora che l'inchiesta fosse finalmente arrivata a conclusione e si è sparsa la voce di un possibile fermo. Tutto però è stato smentito dalla Procura.

di Meo Ponte da repubblica.it


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