Omicidio Rigante, Sarodi lascia la difesa di Ciarelli: "Mi hanno minacciato di morte"

05 Giugno 2012   10:47  

Luca Sarodi, uno degli avvocati difensori dei Ciarelli nel caso dell'omicidio Rigante, lascia la difesa dei suoi assistiti perché minacciato di morte.

Luca Sarodi è l'unico avvocato pescarese ad aver accettato il caso, affiancato da Franco Metta del foro di Foggia e Antonio Valentini dell'Aquila. Proprio la sua origine pescarese lo ha messo al centro delle ire degli ultras cittadini che non vedono di buon occhio un concittadino a difesa del “nemico”.

"Lascio per evidente, concreta e reale incompatibilità ambientale." commenta amaro Sarodi. "Si è innescato un meccanismo che sfugge a ogni controllo. Ho preso questo caso prescindendo dal nome delle persone che difendevo, convinto che noi avvocati siamo lo strumento perché la giustizia si realizzi. Ma non tutti riescono a percepire il senso della difesa".

Le minacce velate, gli sguardi per strada e le parole di accusa culminate nell'episodio di sabato, quando l'avvocato si è trovato sotto casa un “commando” di sei persone. Sirodi non vuole entrare nei dettagli.Senza troppi giri di parole, gli avrebbero paventato ritorsioni pesanti se non avesse rinunciato a difendere gli zingari.

Da settimane mi sento dire che mi ammazzano. Lascio, rinuncio alla difesa: non per paura, ma perché sono stato lasciato solo. Stanco di stare in balìa delle onde, di mettere a rischio la famiglia per un incarico che alla fine, visto come si stanno mettendo le cose, mi potrebbero pure revocare."

 Il clima di tensione in città, in effetti, continua a farsi più caldo di giorno in giorno. "Ormai si è innescato un meccanismo che non si controlla più e di cui fin dall’inizio ho informato la polizia. Mi hanno detto di mettere le mie segnalazioni per iscritto, io ho lasciato andare fino a quando la situazione si è acuita. Ma ora c’è l’evidente, concreta e reale incompatibilità ambientale. E questo, purtroppo, anche per la mancanza di dialogo tra difensori"

Il suo riferimento è alla lite scaturita con gli altri legali difensori sulle modalità da seguire nella difesa del ragazzo.

"Ne è scaturito un contrasto tra me e l’altro difensore che si è concretizzato con una querela nei miei confronti. E questa ulteriore incompatibilità, messa insieme a tutto il resto, mi induce solo a rinunciare. Tenendo conto che anche la comunità rom non si è esposta in alcun modo, non ha dimostrato alcun tipo di solidarietà. Anzi, hanno fatto a gara a prendere le distanze dai Ciarelli, mentre le stesse famiglie dei ragazzi in carcere non si fanno sentire da giorni. È chiaro che mettendo tutte queste cose insieme mi sono convinto a lasciare. Il problema a questo punto è concreto ed evidente, sono veramente solo. E allora rinuncio".


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